Salta al contenuto principale Skip to footer content

Torquato Tasso e il cardinale Cinzio Aldobrandini nel convento di Sant’Onofrio a Roma

1864 ca.

Schede

Luigi Busi (1838 - 1884), Torquato Tasso e il cardinale Cinzio Aldobrandini nel convento di Sant’Onofrio a Roma, 1864 ca. Ubicazione: Bologna, Pinacoteca Nazionale, inv. 696. Forse il più celebre dipinto di Busi, è presentato alla mostra della Protettrice del 1864 e acquistato per le collezioni dell’Accademia al costo di 1800 lire. Secondo quanto riportato da Giumanini, nel 1867 Busi contatta direttamente il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Natoli (1815 - 1867) affinché il Torquato Tasso sia esposto a Parigi per l’Esposizione Universale e Busi, insieme a Bertelli e Guadagnini, anch’essi scelti in rappresentanza dell’accademia bolognese, parte per la capitale francese, dove il dipinto riceve buone critiche su “Le monde illustré” (riportato sul “Gazzettino delle arti e del disegno” I, 38, 18 ottobre 1867, p. 299): “Nulla ti colpisce più di questo quadro, di una fattura larga e bella, di un disegno dolce e castigato nello stesso tempo, di uno splendido colorito, che l’autore Sig. Busi, ha rischiarato in modo pittoresco, mettendo nella sua tela un gran partito d’ombra e di luce che danno nello stesso tempo vita e splendore al quadro”. Il tema era certamente di moda da quando nel 1863 Domenico Morelli (1823 - 1901) aveva presentato il Torquato Tasso che legge a Eleonora d’Este (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea).

Il Tasso a Sant’Onofrio, misuratissimo nel disegno, nella stesura del colore, nella luce - con le ombre simili ad intarsi netti - si avvicina all’Alfonso Savini del Io mi sedeva in parte, dell’anno precedente per sobrietà e tecnica; quanto all’espediente del chiostro per creare effetti di forte contrasto tra luce e ombra sarà ripreso da Orfei nel suo Niccolò Machiavelli del 1866, ma anche dallo stesso Savini per il suo Torquato Tasso in S. Onofrio, anch’esso del 1866. Del Tasso di Busi, Poppi evidenzia il naturalismo e “l’aspetto quasi fotografico della scena”, e Zacchi scrive di “una dimensione senza tempo, dove il passato e il presente si sovrappongono fino ad annullare il fatto storico nella cronaca reale”; sotto il pretesto di una scena di Storia nel dipinto si cela un desiderio fortissimo di contemporaneità. I personaggi stessi, è stato notato, sono pienamente identificabili solo grazie al titolo: l’anziano poeta, curvato dalla malattia, e il cardinale Cinzio Aldobrandini (1551 - 1610), che si stava occupando della pubblicazione della Gerusalemme conquistata. Il luogo è effettivamente il chiostro di Sant’Onofrio a Roma, descritto con meticolosità tale da far pensare o all’impiego del mezzo fotografico, o a un attento studio e meditazione del luogo tramite accurati disegni risalenti agli anni romani del pensionato Angiolini, durante i quali Busi si esercitò anche con la prospettiva, mandandone saggi a Bologna (Bellentani 1858, p. 26: “[...] uno dei due Amboni o Pulpiti della Chiesa di San Clemente, e la Porta Maggiore di Ara Coeli o Tempio de’ Cappuccini sul Campidoglio. Quest’ultima prospettiva teneva assai della fotografia, e mostrava la solerte cura che lo studente pittore pone in questo ramo di disegno necessario tanto ai figuristi”). Riguardo ai disegni preparatori per il dipinto si veda, oltre al Catalogo ragionato dei disegni, in Bologna 2018 (pp. 43-55, tav. XXV, p. 77, tavv. CXXI e CXXII, p. 137) anche Bologna 1998b, pp. 384, 386 e Bologna 2008, n. 8.

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia: Gazzettino 1867, I, 38 (18 ottobre), p. 299; Gatti 1896, p. 22; Bottrigari 1960-1962, III, p. 361; Bologna 1983b, p. 64, n. 102, pp. 192-193, ripr. a p. 202 (con bibliografia precedente); Bologna 1994, p. 100; Giumanini 2000, p. 195; Pinacoteca Nazionale 2013, n. 163, pp. 187-188; Bologna 2018, tav. XXVI.