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Tomba Bormida

1922

Schede

Arturo Orsoni (1867 - 1929), Tomba Bormida, 1922. Certosa di Bologna, Chiostro VI portico est, parete verso il Campo Carducci. “Alla parete, grande stele Bormida rilievo in br. Con ‘il conforto divino e quello umano’ “. (1) “E degno di una speciale nota è anche il bassorilievo, che il prof. Orsoni ha posto sulla tomba della famiglia Bormida. Si tratta di una concezione di un misticismo elegiaco pieno di dolcezza. Una fanciulla depone corone sui cippi della madre e del giovine fratello, musicista. Nello sfondo una visione: La madre, beatificata, sorride al suono di uno strumento paradisiaco toccato dal figlio ormai tramutato in angelo”. (2) Il bassorilievo di notevoli proporzioni è “pienamente inserito nell’ormai tardo gusto liberty. ... La morbidezza dei panneggi, la linea mossa e svirgolata, il carattere elegiaco della scena, la donna velata di classica memoria sono tutti elementi che non (?) tradiscono le convinzioni stilistiche di Orsoni”. (3) Anche Alfonso Panzetta riconduce Orsoni nel “nuovo ed elegantissimo linguaggio liberty”. (4)

DALLA TUA SOMMA FE’, MAMMA ADORATA / L’ INCANTO EI TRASSE DI SUE DOLCI NOTE / ... IO SOLA, MEMORANDO, RESTO AL PIANTO.

Vincenzo Favaro

1 Raule A., 1961, p. 173; 2 “Il Resto del Carlino” 2 novembre 1922. Dopo un brano di prosa leziosa e di maniera sul giorno dei morti, l’autore dà conto di tre novità presenti in quell’anno alla Certosa: la tomba della famiglia Gardi, opera di Rizzoli; un busto, opera del prof. Montaguti, per la tomba della famiglia Toschi; e il bassorilievo per la famiglia Bormida, opera di Arturo Orsoni; 3 Fabbro F. in Buscaroli B. – Martorelli R., 2010, p. 59. Sul gusto liberty nella scultura funeraria, Berresford S., La Metamorfosi e la Vergine nella scultura liberty: alcune implicazioni di questo tema nel cambiamento di ruolo dello scultore funerario, in Felicori M. – Sborgi F., 2012, pp. 317-330; 4 Panzetta A., Scultura italiana tra Neoclassicismo e anni Trenta nei cimiteri dell’Emilia Romagna, in Felicori M. – Sborgi F., 2012, p. 250.