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Sebastiano Tattini

1751 - Luglio 1817

Scheda

Nato attorno al 1751, Sebastiano Tattini era figlio di Benedetto e Giuliana Walter. Le genealogie del Carrati (B 720 n. 100 e B 968 c. 1) danno un Andrea capostipite della famiglia Tattini, vivente nel 1635 a San Benedetto del Querceto. Dopo quattro generazioni, all’inizio del Settecento, Camillo di Benedetto abitava a Scanello nella frazione di San Martino, possedeva diverse case e sposava la cugina Margherita avendone otto figli. Il primogenito Benedetto, chiamato sempre, nei documenti d’archivio conservati nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista di Scanello, “capitano”, sposò a Bologna nella parrocchia di San Giovanni Battista dei Celestini, l’8 luglio 1737, Giuliana Maria figlia di Sebastiano Walter (forse, annota Carrati, svizzera, e morta il 28 ottobre 1797; Carrati, Matrimoni, B 903 c. 108; Defunti, B 923 c. 152). Tornato a Scanello nella casa paterna, mise al mondo sei figli: Margherita, nata attorno al 1740 (l’archivio parrocchiale conserva i registri dei battesimi soltanto a partire dal 1775: questi dati sono dedotti dagli Stati delle anime e dai Libri dei Cresimati, che recano genericamente l’indicazione delle età, spesso contraddicendosi), che nel 1762 sposò Giuseppe Lenzi, poi Teresa nel 1747, Carlo nel 1750, Sebastiano nel 1751, Giovanni Battista nel 1757 e Dionigio nel 1762. Le genealogie del Carrati precisano che Dionigio fu chirurgo e che Carlo morì militare in Spagna.

Anche Sebastiano seguì le orme paterne. I contemporanei ce lo descrivono giovane “vivo, e brillante d’indole, e di solida, e vigorosa complessione”, e ci apprendono che “amò la caccia, ed i piaceri, ed inclinato, più che ad altro, alla vita militare, ottenne di essere aggregato alla Guardia del Corpo del Re di Napoli, ove per parecchi anni, e degnamente coprì la carica di Uffiziale” (Bacchetti, Istorie Mediche, p. 12). Rimpatriato, con il fratello Giovanni Battista (poi marito di Carlotta Montebugnoli e morto nel 1833) si trasferì a Bologna, dove il 3 novembre 1779, nella parrocchia di Santa Cristina della Fondazza, sposò la bolognese Angela figlia del dottor Girolamo Franzoni (Carrati, Matrimoni, B 903 c. 88), e si arruolò nel presidio pontificio come aiutante soprannumerario (Diario 1783, p. 131). Il 9 giugno 1796, giusto alla vigilia dell’ingresso delle truppe francesi, ebbe, assieme al fratello, la cittadinanza bolognese (Angelozzi, Casanova, p. 491). Continuò sotto il nuovo regime la carriera militare: il 21 ottobre 1796 fu chiamato a far parte della Giunta per l’istituzione e l’organizzazione della Guardia Nazionale, e nel maggio 1797 gliene fu affidato il comando, in sostituzione di Giovanni Battista Guastavillani che era diventato membro del Direttorio cispadano. Ne rimase a capo per tutta la durata della Repubblica Cisalpina, di cui visse in prima persona l’ultimo atto: il 29 giugno 1799, con le truppe austriache del generale Klenau che avanzavano dalla Romagna, presentò all’avvocato Pistorini commissario del Potere Esecutivo e all’Amministrazione dipartimentale un piano di difesa della città, che però venne ritenuto temerario e inutile (Natali, Corpi, IV, p. 107). Nello stesso anno fece parte del Tribunale di salute pubblica (Guidicini, Diario, II, p. 22). Figurò poi, come colonnello comandante, anche fra i componenti dello stato maggiore della Guardia Urbana che durante la breve restaurazione austro-russa prese il posto della Guardia Nazionale (Diario 1800, p. 59), e mantenne lo stesso grado al ritorno dei Francesi, fino al 1811 (Almanacco 1807, p. 104; 1808, p. 168; 1809, p. 159; 1810, p. 181; 1811, p. 134). Destinato alla Guardia sedentaria (Almanacco 1812, p. 57; 1813, p. 68), fu richiamato nel marzo del 1814 nella commissione per la ricostituzione della Guardia Nazionale voluta da Gioacchino Murat. Nel nuovo riordino ebbe il grado di Ispettore generale (Guidicini, Diario, I, pp. 63, 102, 130; II, pp. 11, 22, 74, 82; III, pp. 14, 63; Ungarelli, Il generale Bonaparte in Bologna, pp. 101-123; Natali, Corpi militari). Possidente (il suo nome è fra gli acquirenti dei beni nazionali in Marcelli, La crisi, p. 232, e fra i proprietari terrieri del 1804 in Zangheri, La proprietà, p. 312) e socio del Casino dal febbraio 1811 all’aprile 1816 (Elenco, n. 713), nel 1810 fu decorato dell’Ordine della Corona di Ferro e, da Gioacchino Murat nel 1814, di quello delle Due Sicilie (Almanacco 1813, pp. 68, 124; “Giornale del Dipartimento del Reno”, 29 marzo 1814). Nel 1813 fece parte del Consiglio dipartimentale (Ivi, 5 maggio 1813; Almanacco 1813, p. 125).

Secondo l’Almanacco 1813 (p. 68), abitava in via Miola 1079 (ora via Farini 24), all’angolo con via Castiglione. Era il palazzo già dei Pepoli poi divenuto della famiglia senatoria Casali, estinta il 31 luglio 1802 con la morte del senatore Gregorio (Guidicini, Cose Not., III, pp. 238-243; Roversi in Cuppini, p. 293). Il palazzo, passato agli Isolani e poi al negoziante di mode Frati, fu completamente rifatto nella seconda metà dell’Ottocento durante i lavori per l’apertura della via Farini (Bottrigari, p. 346). Non ebbe figli, e morì di tifo l’ultimo giorno di luglio 1817, nella villa al Ravone fuori Saragozza che aveva acquistato da Antonio Gnudi (Guidicini, Diario, IV, p. 48; Casanova, Un banchiere, p. 285). La lapide sepolcrale lo ricorda, ad onta della sua carriera militare, come “comis et bene moratus” (“sovra tutti costumato e gentile”, traduce Zecchi, II, n. 42), e, dice il Salvardi, ebbe il rispetto sempre di tutti i governi che si succedettero in Bologna “per la moderazione del suo contegno nel pubblico servigio, e per le sue pacifiche virtù”.

Silvia Benati

Bibliografia: Archivio parrocchiale di S. Giovanni Battista di Scanello, Stati delle anime; Matrimoni; Cresime; Baldassarre Carrati, Alberi genealogici delle famiglie di Bologna compilati dal conte Baldassarre Carrati, manoscritto B 720 presso l’Archiginnasio di Bologna, n. 100 “Tattini”; Baldassarre Carrati, Alberi genealogici delle famiglie bolognesi Tattini, Panzacchia, Michelini e Ramazzotti, Michelini, Guidi, Soccini, Morelli e Costetti, manoscritto B 968 presso l’Archiginnasio di Bologna, c. 1; Baldassarre Carrati, Matrimoni, manoscritto B 903 presso l’Archiginnasio di Bologna, cc. 88 e 108; Baldassarre Carrati, Defunti, manoscritto B 918 presso l’Archiginnasio di Bologna, c. 34; Antonio Bacchetti, Istorie mediche: ossieno osservazion patologico-cliniche intorno alle acque termali della Porretta Dipartimento del Reno di Antonio Bacchetti membro della Società Medica di Bologna, socio della Regia Accademia Pistojese, etc., Bologna, tipografia di Ulisse Ramponi a S. Damiano, 1807; Diario Bolognese ecclesiastico e civile per l’anno 1783, Bologna 1783, p. 131; Diario Bolognese ecclesiastico e civile per l’anno 1800, Bologna 1800, p. 59; Almanacco del Dipartimento del Reno per l’anno 1807, Bologna 1807, p. 104; Almanacco del Dipartimento del Reno per l’anno 1808, Bologna 1808, p. 168; Almanacco del Dipartimento del Reno per l’anno 1809, Bologna 1809, p. 159; Almanacco del Dipartimento del Reno per l’anno 1810, Bologna 1810, p. 181; Almanacco del Dipartimento del Reno per l’anno 1811, Bologna 1811, p. 134; Almanacco del Dipartimento del Reno per l’anno 1812, Bologna 1812, p. 57; Almanacco del Dipartimento del Reno per l’anno 1813, Bologna 1813, pp. 68, 124, 125; Giancarlo Angelozzi, Cesarina Casanova, Diventare cittadini. La cittadinanza ex privilegio a Bologna (secoli XVI-XVIII), Appendice a cura di Rita Belenghi, Comune di Bologna, Bologna 2000, p. 491; Giovanni Natali, Minuzzoli di storia del Risorgimento. Corpi militari bolognesi dei tempi napoleonici. IV. La Guardia Nazionale (1796-1799), in “La Strenna delle Colonie Scolastiche Bolognesi”, Anno XLIII (1940); Giovanni Natali, Minuzzoli di storia del Risorgimento. Corpi militari bolognesi dei tempi napoleonici. V. La Guardia Nazionale nella seconda Repubblica Cisalpina (1799-1801), in “La Strenna delle Colonie Scolastiche Bolognesi”, Anno XLI (1941); Giovanni Natali, Minuzzoli di storia del Risorgimento. Corpi militari bolognesi dei tempi napoleonici. VI. La Guardia Nazionale durante il Regno Italico (1805-1814), in “La Strenna delle Colonie Scolastiche Bolognesi”, Anno XLV (1942); Gaspare Ungarelli, Il generale Bonaparte in Bologna, Bologna, Nicola Zanichelli, 1911, pp. 101-123; Giuseppe Guidicini, Diario dall’anno 1796 al 1818, Bologna, Società tip. Già Compositori, 1886-1887, volume I: pp. 22, 63, 102, 130; volume II: pp. 11, 22, 74, 82; volume III: pp. 14, 63; volume IV: p. 48; Umberto Marcelli, La crisi economica e sociale e le prime vendite dei beni ecclesiastici (1797-1800), in Id. Saggi economico-sociali sulla storia di Bologna. Dal secolo XVI al XVIII, Casa Editrice prof. Riccardo Patron, Bologna, 1962, p. 232; Renato Zangheri, La proprietà terriera e le origini del Risorgimento nel Bolognese. I. 1789-1804, Zanichelli editore, Bologna, 1961, p. 312; Elenco dei soci della Società del Casino dal 1810 al 1823, appendice a Silvia Benati, Un affresco politico-sociale: la Società del Casino (1809-1823), in «Bollettino del Museo del Risorgimento», Bologna anno XLIV-XLV, 1999-2000, n. 713; Cesarina Casanova, Un banchiere bolognese del’700 : Antonio Gnudi, in “L'Archiginnasio”, 1993, p. 285; Natale Salvardi, Collezione scelta dei monumenti sepolcrali del Comune Cimitero di Bologna, Bologna, 1825; Giovanni Zecchi, Collezione dei Monumenti Sepolcrali del Cimitero di Bologna pubblicata da Giovanni Zecchi, Bologna, 1825-1827, n. 42, volume II; Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna ossia Storia cronologica de’ suoi stabili sacri, pubblici e privati, Bologna 1868 (rist. anastatica Bologna, Forni, 1972), pp. 238-243, volume III; Giancarlo Roversi, Schede storiche in Giampiero Cuppini, I palazzi senatorii a Bologna. Architettura come immagine del potere, Bologna, Zanichelli, 1983, p. 293; Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960, p. 346. Novembre 2010