Sant'Anna insegna a leggere alla Vergine Maria

Sant'Anna insegna a leggere alla Vergine Maria

1830 ca.

Scheda

La terracotta policroma è collocata entro il suo semplice 'scarabattolo', costituito da un basamento con piedini in legno ed una teca con tutti i lati in vetro, rinforzati e sorretti da tondini in ferro, ingentiliti sui quattro spigoli superiori da piccole margherite, anch'esse in metallo. La base è stata accuratamente intagliata per consentire l'incastro della teca e della scultura, oltretutto con un piano inclinato per contrastare la pendenza in avanti della terracotta, effetto non previsto ma che evidentemente è avvenuto in fase di asciugatura o cottura dell'argilla. Essendo contenuta entro una teca in vetro possiamo immaginare che la scultura sia nata per essere posta su di un mobile e non entro una nicchia, per una visione da ogni lato, anche se ovviamente rimane privilegiata la visione frontale. Per questo motivo si comprende la parte retrostante accuratamente rifinita e dipinta. La terracotta è giunta a noi in ottimo stato conservativo, compresa la vivace policromia, quasi intatta. Unico difetto è la testa della piccola Maria che in antico è stata riattaccata in modo non del tutto perfetto. Conservata in collezione privata, è stata acquistata sul mercato antiquario nel 2015.

Ci troviamo di fronte alla rappresentazione di Sant'Anna che insegna a leggere alla giovane Maria, un soggetto non comune in scultura come in pittura che però ebbe una certa diffusione in ambito locale tra la fine del Settecento e la metà dell'Ottocento. Su di un masso è seduta l'anziana madre, velata e coperta da ampie vesti, la quale si rivolge alla sua destra verso la figlia, abbracciandola. Maria è ritratta come una piccola bambina che tiene tra le braccia un grande libro aperto che legge, appoggiato sulla gamba destra della madre. L'accuratezza dell'opera è tale che sul volume appare una scritta reale anzichè i consueti segni calligrafici atti a dare l'illusione di un testo, oppure caratteri alfabetici vagamente ebraici. Sulla pagina di destra è dipinta la seguente dicitura: "Cap. V / Quadraginta ani me meas et a vida". Le parole fanno riferimento al Vangelo apocrifo di Giacomo, l'unico che descrive le vite dei genitori di Maria, Gioacchino ed Anna, scritto probabilmente verso il 150 d.C. e che ebbe larga popolarità nella tradizione cristiana orientale. Proprio il capitolo quinto è quello dedicato alla nascita di Maria, avvenuta per i genitori a tarda età e solo dopo l'intervento divino.

Ad una primo sguardo la terracotta rivela tutte le caratteristiche tipiche dello scultore Giovanni Putti, attivo a Bologna tra la fine del Settecento e i primi decenni del secolo successivo. Molti sono i rimandi ad opere note dell'artista, tra cui le più evidenti sono la posa della figura anziana, che ricorda l'Allegoria dell'Anatomia del Monumento Uttini (1818), e soprattutto la capigliatura della giovane Maria, del tutto simile a quella di una delle due dolenti del Monumento Maldini, ambedue monumenti di grandi dimensioni eseguiti da Putti nel Cimitero della Certosa. L'accuratezza e la qualità assolutamente sostenuta della terracotta sono altri elementi a favore dell'attribuzione al nostro scultore, il quale addolcisce e rende morbidi i volumi ed i dettagli rispetto alle sue opere di inizio XIX secolo, caratterizzate da un maggior numero di dettagli resi con un fare più affilato. Sia per questi ultimi aspetti sia per i rimandi al Monumento Maldini, realizzato verso il 1827, è ipotizzabile che questa scultura possa essere stata plasmata nei primi anni '30 del secolo. Un utile confronto si può fare con una terracotta di analogo soggetto datata 1837, eseguita da un ignoto plasticatore locale. La differenza di qualità è immediata e ci fa comprendere come la nostra terracotta non possa essere stata eseguita che da un artista di primo piano. In varie chiese e collezioni pubbliche e private si conservano diverse versioni in terracotta che Putti dedica al tema della Natività, quasi sempre eseguite adattando man mano figure realizzate con degli stampi. Nel presente caso ci troviamo di fronte ad un pezzo unico, probabile richiesta di una particolare committenza. 

Roberto Martorelli

Leggi tutto

Eventi

Opere

Persone

Multimedia
Presepi e terrecotte bolognesi | dalle delizie settecentesche alle grazie dell'Ottocento
Presepi e terrecotte bolognesi | dalle delizie settecentesche alle grazie dell'Ottocento

Incontro on-line del 26 dicembre 2020 con Roberto Martorelli, del Museo civico del Risorgimento di Bologna - Certosa.