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Santa Maria Alacoque

1871

Schede

Pietro Montebugnoli (1820 - 1876), Santa Maria Alacoque, 1871. Ubicazione: Bologna, chiesa esterna del Convento della Visitazione. Le monache salesiane arrivarono a Bologna da Modena nel 1819 su iniziativa del Cardinale Oppizzoni (1806 - 1891) e si stabilirono nell’ex lazzaretto di san Giovanni Battista riconvertendolo a monastero di clausura. Tuttavia nel 1859 dovettero lasciare il sito e si dovette attendere il giugno del 1869 - a unificazione avvenuta e dopo le soppressioni del 1866 - perchè le monache potessero trovare una nuova loro sede accanto al santuario di Santa Maria Lacrimosa degli Alemanni, in via Mazzini 71. La prima pietra della chiesetta delle monache fu posata il 12 maggio 1870; il 10 marzo 1871 fu benedetto il nuovo edificio ed inaugurato il 19. Nella chiesa esterna è ancora conservata la Santa Maria Alacoque, di Montebugnoli, che probabilmente in origine venne commissionata a decoro dell’altare maggiore della chiesa interna.

Credibilmente a questi stessi anni può essere ricondotta anche un’Addolorata, sempre di Montebugnoli, inserita nella complessa boiserie seicentesca della sacrestia e stilisticamente molto vicina a questa Maria Alacoque. Montebugnoli fu, sin da giovane, e poi ancora durante gli anni della maturità, grande amico di Alessandro Guardassoni. Con lui condivise la scelta di andare a Modena per seguire le lezioni di Adeodato Malatesta (1806 - 1891). Nel 1858 Guardassoni acquisterà la Pia de’ Tolomei dell’amico, presentata alla Società Protettrice delle Belle Arti ed il dipinto è recentemente emerso dalle collezioni della Fondazione Gualandi (Bologna 2019-2020, tav. XIX, p. 84). Anche in questa Santa Maria Alacoque si nota come Montebugnoli: “usando nello studio dell’amico suo Guardassoni, tenti imitarne severità di stile e grandezza di fare” (Bellentani 1856, p. 18). Effettivamente, oltre a una certa polverosa freddezza che il critico gli aveva già rimproverato – dice di un Sant’Agostino del Montebugnoli che è: “[...] pallido con sì debol tono da parer sepolcrale” – si può notare una ricerca di gravità e solennità che potrebbe avere una sua radice, consapevole o meno, nei risultati di semplificazione che Guardassoni stava raggiungendo con i suoi studi sull’ottica e sulla resa tridimensionale degli oggetti. Bisogna anche tener conto che probabilmente Montebugnoli aveva naturalmente un trattamento molto conservatore del soggetto sacro, come Giulio Cesare Ferrari e come, in parte, anche lo stesso Guardassoni. Tuttavia è evidente un’evoluzione e semplificazione compositiva a vantaggio di una certa solidità in quest’opera e altre degli anni Settanta come il San Giovanni Evangelista, di Monzuno, o l’Addolorata, a confronto di un’opera degli anni Cinquanta come la Madonna della cintola. Una pala con soggetto analogo, la Beata Maria Alacoque e Padre La-Colombière, è realizzata da Guardassoni per la chiesa di San Bartolomeo a Musiano (Bologna 2019-2020, p. 36, tav. 5 a p.105 e p. 160).

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia: inedito.