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Francesco Saverio Sampieri Bugami

4 dicembre 1781 - 14 luglio 1814

Scheda

Battezzato con i nomi di Francesco Xaverio Felice Melchiorre Luigi Emidio, era nato il 4 dicembre 1781 da Giovanni Battista Sampieri e Dorotea Angelelli (Carrati, Nascite, B 879, c. 118). Apparteneva al ramo dei Sampieri detti del Ghetto per aver avuto le case presso la chiesa di San Marco di Porta Ravegnana (fra via dei Giudei e via San Donato – ora via Zamboni – scomparsa), poi detti di Strada Stefano perché dal 1614 andarono ad abitare in via Santo Stefano, al vecchio numero 73 corrispondente all’attuale 54 (Guidicini, Cose Not., V, p. 45). Questo ramo dei Sampieri aveva origini comuni con quello senatorio, detto della Mercanzia: i due rami discendevano da due figli di Cino di Guidinello, vivente alla metà del Trecento, Floriano e Giovanni. Da Floriano ebbe principio il ramo della Mercanzia, che fu poi senatorio e nel 1687 insignito del titolo di marchese dal Re di Francia; da Giovanni discese l’altro ramo, rimasto sempre separato dal primo tranne la sepoltura che ebbero comune in San Domenico fino all’attivazione del cimitero comunale nell’ex convento della Certosa. Il nome Bugami veniva a Giovanni Battista per linea femminile dalla madre, Maria Gentile Colonna, che era figlia di Barbara Bugami. L’ultimo dei Bugami, Giovanni Battista, abate secolare, fratello di Barbara, ancora prima di morire aveva rinunciato all’eredità a favore di uno dei figli di Maria Gentile, Vincenzo, il quale, morendo nel 1794, aveva trasmesso il nome e il patrimonio al fratello Giovanni Battista (de’ Buoi, Diario, p. 4). Il 22 novembre 1802 sposò Anna di Rizzardo Pepoli, che gli diede una figlia a cui fu messo il nome Camilla in ricordo della nonna materna (Camilla Piatesi), già ricevuto da una sorella di Francesco morta infante nel 1786. A Francesco Saverio era toccata in eredità anche la casa in via San Felice n. 63 (ora n. 20), costruita nel 1675 da Giacomo Bugami, che Anna Pepoli, rimasta vedova, vendette al budriese Girolamo Bertocchi (Guidicini, Cose Not., II, pp. 106-107). Francesco Saverio morì a 33 anni, il 14 luglio 1814, per uno sbocco di sangue secondo Tommaso de’ Buoi (Diario, p. 261), o di “febbre putrida” secondo il foglio sepolcrale (D 80 n. 7382), in cui è detto abitare in Borgo Sàlamo sotto San Domenico. Le Memorie (ms. B 3212) riportano i suoi funerali il 16 luglio, nella chiesa di San Domenico.

Silvia Benati