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Lorenzo Salvi

1810 - 16 Gennaio 1879

Scheda

Lorenzo Salvi, nato nel 1810 da Pietro ed Anna Centauri, fu tenore assai apprezzato e rinomato. Dopo aver debuttato nel 1830 a Napoli come comprimario nella prima rappresentazione del Diluvio Universale di Donizetti, calcò con successo le scene dei maggiori teatri italiani ed internazionali, tra cui Genova, Roma, Vienna, Parigi, Zara e San Pietroburgo. Tra il 1839 e il 1842 si esibì alla Scala di Milano in diverse opere e rappresentazioni, tra cui l’Italiana in Algeri, il Nabucco, La Sonnambula, nonché l’Oberto di S. Bonifacio e Un giorno di Regno, dove fu primo interprete. Nel 1847 cantò a Londra in un concerto organizzato da Giuseppe Mazzini, che ebbe grande successo. Nel 1849 intraprese una lunga tournée negli Stati Uniti e in America centrale, riscuotendo enorme apprezzamento, soprattutto a Cuba. Durante la sua permanenza a New York ospitò presso di sé Giuseppe Garibaldi, esule negli Stati Uniti; grazie ai proventi ottenuti dai suoi concerti poté finanziare l’acquisto di un terreno e di un edificio destinato a fabbrica di candele, secondo una tecnica inventata e messa a punto dall‘amico Antonio Meucci, che ne assunse la direzione e nella quale Garibaldi lavorò volontariamente per alcuni mesi. La fabbrica divenne uno dei punti di riunione degli esuli italiani e dei rifugiati politici, molti dei quali vi erano impiegati in nome di quegli ideali mazziniani di impegno alla reciproca assistenza ai quali il Salvi aveva con convinzione aderito.

Nel settembre 1854 interpretò insieme alla soprano Balbina Steffenone l’inno nazionale messicano in occasione della sua prima esecuzione ufficiale, sotto la direzione dello spagnolo Jaime Nunó, compositore della musica. Ritiratosi dalle scene si stabilì definitivamente a Bologna, dove abitò in Via D’Azeglio n. 57 in una palazzina con giardino ora annessa al Collegio San Luigi, dedicandosi, come già la moglie Adele, alla professione di insegnante di canto. Morì il 16 gennaio 1879. Anche i figli di Adele e Lorenzo, Enrico e Ginevra, morti entrambi prima dei trent’anni e qui sepolti, furono educati alla musica, allo studio delle lingue e delle lettere e all’impegno militare e civile.

Nel sepolcro di famiglia, collocato nella Sala delle Catacombe della Certosa di Bologna, viene ricordato come "Per potenza e soavità di canto ammirato nell'uno e nell'altro continente. Beneficò quanti a lui nel bisogno ricorsero. A tutti amico affettuoso".

Lucia Frati

Bibliografia: F. Cantoni, Caccia e Patriottismo in 28 lettere inedite di Garibaldi, in “Il Comune di Bologna”, a. XVII, n. 7, 1930; Dizionario Universale dei Musicisti, Sonzogno Editore, 1929; Dizionario della Musica e dei Musicisti, vol. VI, Torino, UTET 1988; G. Garibaldi, Epistolario, Roma, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, 1981; G. Mazzini, Scritti editi e inediti, vol. XXXII (Epistolario vol. XVII), Imola, Galeati, 1921.