Ritratto femminile in abiti cinquecenteschi

Ritratto femminile in abiti cinquecenteschi

1870 | 1880

Scheda

Sebbene talvolta le ricerche archivistiche e le indagini stilistico pittoriche portino ad esiti inaspettati ed eclatanti, molto spesso esse non fanno altro che formulare semplici ipotesi. Ipotesi che non fanno altro che alimentare, spesso, domande che attendono ancora una risposta. Tra i gioielli artistici che si sono conservati all’interno del Collegio Venturoli ve ne sono molti di cui sappiamo la loro origine e le loro circostanze grazie anche ad alcuni inventari ancora esistenti mentre di altri oggetti, per fortuna un’esigua minoranza, non possediamo nulla se non una mera descrizione. Tra le tante sculture usate come modelli, che servivano ai giovani studenti per apprendere le varie discipline artistiche, spicca un busto modellato in terracotta di una ragazza di età compresa tra i 20 e i 30 anni del quale non possiamo affermare null’altro che la sua pregevole fattura la quale ci lascia supporre che a stato realizzato da mano esperta. Alcune ricerche archivistiche hanno portato alla luce un documento dattiloscritto sotto forma di aggiornamento statistico contenuto in un inventario datato 1930, sul quale la relatrice incaricata di redigere una lista di tutto il materiale contenuto all’interno della struttura del Collegio, annota che sono stati esposti nelle sale alcuni disegni e gessi che prima erano nel granaio inventariati in gruppo perché in numero di oltre 400 senza alcuna singola descrizione.

Sorgono spontanee, a questo punto, alcune domande. Dov’era questo materiale prima del suo spostamento nel granaio visto che questo locale doveva servire solo per contenere derrate alimentari di vario genere? Quale la provenienza di tali disegni e gessi? Alcuni di essi sono donazioni? Vi sono, tra questo materiale, dei saggi lasciati da alcuni studenti dopo il loro licenziamento dal Collegio? La realtà porta a pensare che, purtroppo, non sia stato fatto un censimento dettagliato prima di tale data e che non si sia voluto inventariare gli oggetti uno ad uno proprio perché troppi e molti della stessa tipologia. E proprio a causa della loro mole sono stati “temporaneamente” trasportati in detto granaio. Più comodo citarli in gruppo con il rischio, però, di tralasciare alcuni pezzi piuttosto importanti come un busto in terracotta di donna che viene descritto nell’inventario come un mezzo busto di donna, in terra cotta, con collana e colletto alla stuarda. Come si è detto poc’anzi di esso non sappiamo nulla e non sappiamo neppure le ragioni per le quali è stato realizzato. Le difficoltà aumentano se si tiene conto del fatto che l’abbigliamento della donna ritratta non ci aiuta neppure approssimativamente a datare l’opera in quanto si tratta di un vestito realizzato alla stuarda, dunque del XVI secolo. Esso, però, ci fa collocare la donna in una datazione relativa alla prima meta del ‘500 in cui la moda seguiva, come facile intuire, i suoi tempi e dove chi poteva dava molta importanza al suo aspetto esteriore anche attraverso gli abiti e i gioielli. Nella prima meta del Cinquecento il gusto femminile, ma anche maschile, si adeguava ad una progressiva moralizzazione dei costumi indotta dal dominio politico- religioso spagnolo che aveva totalmente abbracciato la fede cattolica. Le donne erano per lo stesso motivo invitate a rinunciare alle scollature generose degli abiti del pieno Rinascimento fino a chiudersi del tutto verso la fine del XVI secolo.

Alcuni elementi descrittivi e stilistici dell’opera aiutano però l’osservatore ad ipotizzare che il busto in terracotta sia in realtà un originale eseguito da uno dei giovani artisti del Collegio. Il suo capo chino e i suoi occhi leggermente socchiusi, infatti, contraddicono le regole utilizzate da molti pittori dei secoli passati per ritrarre personaggi della società aristocratica. Essi, difatti, venivano “congelati” in una raffigurazione ieratica che dimostrava più che le doti morali dell’effigiato il loro status all’interno di una scala gerarchica predeterminata. Nel caso del busto della donna, invece, la posizione della testa e lo sguardo apparentemente chiuso dialogano intimamente con l’osservatore, con una sensibilità tipicamente tardo ottocentesca.

Giovanni Tamarri

Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni", Medicina 19 aprile - 14 giugno 2015.

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Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni
Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni

Video dedicato alla mostra "Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni", 19 aprile - 14 giugno 2015 | Comune di Medicina, Palazzo della Comunità, Museo Civico.

Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni
Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni

Video dedicato alla mostra "Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni", 19 aprile - 14 giugno 2015 | Comune di Medicina, Palazzo della Comunità, Museo Civico.

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