Ritratto del Principe di Metternich

Ritratto del Principe di Metternich

1820-1830

Scheda

Lorenzo Bartolini (1777 - 1850), che operò con il nobile marmo bianco statuario di Carrara, fu il più grande ritrattista in scultura della prima metà dell’Ottocento italiano, e quasi direi, europeo, non essendosi dedicati né il Canova né il Thorvaldsen ad una produzione di ritratti su così vasta scala come fece il Bartolini. Di lui ci permangono quasi seicento modelli in gesso, preparatorii di altrettante sculture, di cui circa quattrocento sono ritratti individuali, talvolta a mezzo busto, in qualche caso a figura intera, restaurati e conservati presso la gipsoteca bartoliniana riunita a Firenze alla Galleria dell’Accademia. Delle identità dei ritrattati esiste un elenco completo numerato, in riferimento ad etichette applicate sui gessi che sono andate perdute, rendendo impossibile nella maggior parte dei casi l’identificazione dei personaggi. Inconveniente cui ovviamente sfugge il ritratto del Metternich data l’universale notorietà delle fattezze del principe.

Il busto realizzato “all’antica” per usare la terminologia bartoliniana, privo cioè del drappeggio come a significare che il personaggio è ritratto idealmente ignudo, secondo la moda inaugurata dal Canova nella figura colossale di Napoleone, ha un modello in gesso della gipsoteca bartoliniana cui è iscritta la data 182…

Il presente busto è l’unica realizzazione in marmo a tutt’oggi rintracciata, come mi conferma Vanessa Montigiani, studiosa della gipsoteca bartoliniana. Se davvero fosse l’unico esemplare in marmo esistente se ne dovrebbe dedurre che sia stato di proprietà del principe stesso. Dei personaggi celebri esistono viceversa più realizzazioni in marmo da un unico modello, secondo la concezione della scultura neoclassica per la quale un’opera approvata e licenziata dall’autore, anche se da lui non manualmente condotta, o non totalmente condotta, è da considerarsi senz’altro autografa. Il che facilitava ovviamente le realizzazione di molteplici esemplari in marmo da destinarsi a dono di rappresentanza.

Lo stile del Bartolini si ravvisa in questo nostro Metternich nel fare specialissimamente morbido e fluido e naturale della cesellatura delle chiome e, soprattutto nelle sembianze veridiche ma nobilmente idealizzate, nella resa delle ciglia elegantemente inflesse, nella bocca di grande seduttore, arte, la seduzione, di cui lo statista fu provvisto altrettanto che di genio politico. Pare di riuscire a intuire uno sguardo che invece di stabilire un contatto sembra voler mantenere una distanza. Lorenzo Bartolini, ritrattista in scultura prediletto dall’alta società, in un’epoca in cui il ritratto in scultura era sentito come attributo sociale più ancora del ritratto dipinto, riuscì sempre e impareggiabilmente a immettere nei suoi personaggi quel quid di sprezzatura, alterigia, consapevolezza del proprio stato, con la sola sostenutezza del portamento, con una lieve torsione del collo, con uno scarto al limite del percepibile che fanno dei suoi personaggi gli ultimi eroi di un mondo altrimenti condannato ad avviarsi all’uniformità.

Eugenio Busmanti in Maurizio Nobile. Visages en pose ritratti dipinti, scolpiti e fotografati, a cura di A. M. Amonaci, E. Busmanti, cat. mostra Antichità Nobile 26 sett-8 nov 2008, Bologna 2008,pp. 52-55. Courtesy Galleria Maurizio Nobile, Bologna.

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