Salta al contenuto principale Skip to footer content

Attilio Muggia

2 Aprile 1861 - 18 Febbraio 1936

Scheda

Attilio Muggia (Venezia, 1861 - ivi, 1936), frequenta la Scuola di Applicazione per gli Ingegneri di Bologna dove si laurea nel 1885, migliore allievo del suo corso, e dove rimane conseguendo brillanti risultati accademici che lo porteranno a diventare, fra il 1923 e il 1927, Direttore della Scuola medesima.
La formazione specialistica a stretto contatto con il prof. Canevazzi, docente di Meccanica applicata alle costruzioni e pioniere nell’uso e nella teorizzazione del cemento armato, sviluppa in lui grande curiosità, nella consapevolezza dell’inevitabile decollo del nuovo sistema costruttivo, su cui baserà la sua carriera di imprenditore.

La scelta del sistema tecnico privilegia il brevetto del franco-belga François Hennebique (1842-1921). Le ricerche d’archivio, hanno messo in luce come dal 1896 Attilio Muggia intrattenga rapporti diretti e assai stretti con lo studio di Hennebique per poter utilizzare anche a Bologna il suo brevetto, di cui diverrà in breve concessionario e poi agente per l’Emilia Romagna e le Marche. Il progetto per i solai della Galleria annessa al Chiostro VI della Certosa documenta una delle prime applicazioni in città, allo studio, in quel 1897, ad opera dell’ingegnere dell’ufficio tecnico Filippo Buriani. Muggia in Certosa progetta anche le cappelle Cillario e Gancia insieme ad Achille Casanova per la parte musiva e Tullo Golfarelli per i gruppi scultorei. La cella Gancia, ricavata in un profondo arco di portico voltato a botte, attinge al vocabolario dello stile neorinascimentale tipico di Muggia. Nelle carte dell’Archivio Muggia in deposito presso l’Università di Bologna, è conservato il bozzetto dello stemma della famiglia Gancia, concordemente attribuito al Casanova.

La cappella Cillario è situata non distante dalla cella Gancia. Anche in questo sito viene confermata l’équipe al lavoro nella cappella Gancia, ma in questo caso lo spazio interno è la risultante dello sviluppo di una volta ad ombrello segnata da otto costoloni. Riguardo all’impostazione dello spazio, Muggia attinge qui ad un repertorio gotico, raramente da lui praticato, composto, nell’arco di accesso alla cella, con un fastoso ordine corinzio a colonna libera. Egli, nella progettazione architettonica delle sue opere, predilige un classicismo misurato che solo a tratti lascia spazio ad una vena eclettica e decorativa, come nel caso della Villa Gina del Conte Pennazzi a Borgo Panigale del 1900 circa, oggi purtroppo in stato di totale abbandono. Fra le carte di Muggia, alla voce Cimitero della Certosa, resta anche il progetto per una camera mortuaria, oltre che disegni per altre tombe di famiglia. Riguardo a queste ultime, il ruolo che ebbe l’ingegnere bolognese non è, allo stato attuale degli studi, ancora del tutto chiarito, anche a causa della dispersione di una parte della documentazione, la cui assenza rende spesso muti i disegni.

Maria Beatrice Bettazzi