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Monumento Strick

1822 ca.

Schede

Emanuela Bagattoni in 'Tra pathos e allegoria: i monumenti funerari di Giovanni Putti alla Certosa di Bologna' (2008), dedica una scheda al monumento. Il progetto complessivo si deve all'architetto Ercole Gasparini (Bologna, 1771 – ivi, 1829), il quale nel febbraio 1822 presenta all'Accademia di Belle Arti il progetto per l'approvazione. L'Istituto chiede modifiche soprattutto per le due figure, che verranno recepite. Purtroppo non sono state rintracciate fonti archivistiche relative all'artista che lo ha eseguito. La corretta attribuzione si è ottenuta con il rinvenimento del bozzetto presso gli eredi dello scultore Giovanni Putti (Bologna, 1771 – ivi, 1847), anche se le caratteristiche dei volti e delle vesti della dolente di sinistra lasciavano pochi dubbi sull'autografia. Nell'Archivio del Cimitero è presente il foglio sepolcrale relativo all'arco n. 30 del Recinto Acattolici della Certosa di Bologna. All'interno non è presente nessun altro documento e nella cripta vi è sepolta una sola persona, 'Strick Barone Cav.e Paolo Uberto Linschoten Keckendorp Ciambellano di Sua Maestà il Re di Prussia', ufficiale e letterato di religione manichea, ivi sepolto in data 1 agosto 1820. Nel documento purtroppo non è indicata alcuna proprietà nè chi lo abbia acquistato. L'opera è composta da un basamento decorato a motivi di festoni, patere e torce rovesciate, su cui poggia un cippo sormontato da una grande urna. Ai lati sono collocate due grandi figure: a sinistra il 'Genio della Guerra e della Poesia', a destra una 'Prefica'. Il monumento appare manomesso in data molto posteriore. Al centro del cippo non si trova una lapide dedicata al barone - che sicuramente doveva esserci - ma una diversa con l'epigrafe 'I credenti in Cristo passeranno dalla morte alla vita'. Un testo generico, quasi ad indicare una sorta di 'memento' per tutti i visitatori che per accedere al piccolo chiostro non possono non notare il monumento.

Tra 2017 e 2018 l'Associazione Amici della Certosa ha promosso diverse inizitive per sensibilizzare la città sulla necessità del recupero dell'opera che si trovava in grave stato conservativo. Il Monumento è stato oggetto di un accurato restauro nel 2019 a cura dell'Accademia delle Belle Arti di Bologna in collaborazione con il Museo del Risorgimento. Il cantiere scuola di recupero ha consentito di verificare che -come previsto- il monumento aveva subito diverse manomissioni e modifiche. Oltre alla lapide, sicuramente di epoca posteriore, sono risultate modificate le parti restrostanti delle due sculture, adattate con l'aggiunta di panneggi per aderire alla parete.