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Monumento Stoppani

1903 - 1912

Schede

All'interno di una cappella del Chiostro Nono della Certosa di Bologna è collocato il monumento funebre dedicato alla famiglia Stoppani. Nella parte superiore dell'ingresso alla cappella è posta una lapide con iscrizione riportante il nome della famiglia a cui essa è dedicata. Al centro della struttura, su un alto basamento in marmo bianco con iscrizione commemorativa, è collocata una scultura in bronzo, raffigurante un uomo a figura intera, ritratto con cappello e bastone da passeggio. Su ciascuna parete laterale della cappella è posta una lapide in marmo bianco, con iscrizioni a caratteri in bronzo applicati; nella parte superiore è applicato un tondo in bronzo raffigurante il ritratto di un defunto realizzato a rilievo; nella parte inferiore è applicato un vaso portafiori ed una luce votiva in bronzo. Le pareti della struttura sono rivestite da lastre di marmo rosso (parete di fondo, dietro alla scultura in bronzo); la copertura della cappella è a volta a botte cassettonata (i quattro cassettoni centrali fungono da punto luce della struttura poiché sono sfondati e presentano un vetro). L'attuale posizione del grande bronzo non è quella originaria, in quanto la famiglia commissionò l'opera a Golfarelli per un'area del Chiostro VII.


La scultura in bronzo propone un uomo del primo Novecento, fedele ormai da tempo alla formula dei tre pezzi: pantaloni, panciotto e giacca. Nel corso dell’Ottocento questi tre pezzi furono soggetti a poche leggere variazioni: il panciotto ad esempio, dopo un primo periodo in cui fu realizzato con tessuti ricercati e preziosi come il damasco o il broccato, poi fu confezionato con stoffe di colore bianco ed infine, al termine del secolo, con la stessa stoffa della giacca e dei pantaloni, in abbinamento. Per i pantaloni, dopo una breve riapparizione dei calzoni alle ginocchia (culottes), che sopravvissero per pochi anni all’inizio del XIX secolo, si affermarono prima i calzoni lunghi stretti alle caviglie, mantenuti aderenti grazie alla presenza di staffe che passavano sotto la suola delle scarpe, poi sostituiti dai calzoni a taglio tubolare.

Tullo Golfarelli (Cesena 1853-1928) si formò a Roma, fu presente in numerose città italiane fra cui Firenze, Venezia e Napoli, nel 1893 si trasferì a Bologna presso la quale frequentò i corsi di Salvino Salvini all’Accademia di Belle Arti. Nel 1896 realizzò il rilievo raffigurante “La cacciata degli Austriaci da Bologna” e successivamente due statue per la facciata della chiesa di Santa Maria della Vita. Fu uno dei maggiori esponenti della scultura romagnola del periodo di transizione fra l’Ottocento ed il Novecento; per la Certosa di Bologna realizzò una decina di monumenti.

Silvia Sebenico