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Monumento Poggi - Gamberini

1873

Schede

Nella Sala del Colombario  alla destra del Murat si trova una cella che stilisticamente è totalmente difforme dal contesto. L'opera è difatti di pieno novecento, ed eseguita su progetto di Alberto Legnani nel 1953. Quale era il monumento originario? Presso l'Archivio Storico del Comune si conserva un disegno preparatorio per la famiglia Poggi, che purtroppo è quanto rimane del monumento commissionato allo scultore Carlo Monari nel 1870. La nicchia fu quindi acquistata dopo il 1951 dalla Famiglia Gamberini che sostituì il monumento preesistente con uno nuovo.

In data 18 ottobre 1871 lo scultore Monari presenta al Sindaco della città e alla commissione incaricata del camposanto il progetto, che fu approvato a distanza di quasi un anno, il 9 ottobre 1872, rimettendone però la conferma definitiva al Commissario straordinario del Municipio. Così in data 16 ottobre l’artista invia una nuova richiesta: “Il sottoscritto prega l’Eccellenza Vostra di abbassare gli ordini opportuni, affinché possa porre in opera in questo cimitero il Monumento Poggi già approvato dall’Ufficio tecnico di questo Municipio […]”. Di lì a poco il 25 ottobre è ottenuta l’approvazione a tutti gli effetti. L’opera ha un brevissimo tempo di esecuzione perché in un volume del 1873 è già descritta come conclusa in tutte le sue parti: “[…] una donna contemplante dei colombi […] con la quale si vuole rappresentare la Concordia”. Il monumento, con riferimento al nostro disegno, si presentava composto da un alto zoccolo marmoreo su cui poggiava un sarcofago con zampe leonine, arricchito da tre clipei con l’immagine di profilo dei dedicatari, sopra il quale vi era distesa una procace figura femminile, la Concordia, coperta parzialmente nella parte inferiore da un drappo panneggiato, che osservava dei colombi, posati sulle sue mani. La resa dei dettagli appare nel progetto attenta ai particolari della ricca acconciatura, alle morbide pieghe del panno, alla minuta rappresentazione dei colombi, così pure anche alla caratterizzazione individuale dei tre personaggi ritrattati, probabilmente ricavati da immagini consegnate dai committenti allo scultore.

La statua fortunatamente non è andata perduta. La famiglia Poggi era proprietaria del palazzo di via Galliera oggi sede dell'Istituto per i Beni Culturali dell'Emilia Romagna. In una nicchia del cortile venne trsferita la scultura della 'Concordia' di Carlo Monari. Ancora oggi è possisibile comprendere appieno la straordinarietà dell'opera, realizzata per un contesto cimiteriale.

Il soggetto che affonda le sue radici nella tipologia funeraria etrusca del sarcofago con la raffigurazione realista del defunto o con una figura allegorica, può essere avvicinato nell’impostazione al Monumento del conte Guglielmo Trotti Estense Mosti, scolpito nel 1851 da Carlo Finelli (1782-1853) e posto nel vicino cimitero della Certosa di Ferrara. Lo spirito della composizione di Monari, però, è totalmente diverso rispetto alla opere che l’hanno preceduto perché, pur riproponendo forme e caratteri comuni alla scultura funeraria antica appare distogliersene nella raffigurazione della figura che sembra più vicina ai modi della scultura di “genere”. Forse questa scelta iconografica fu fra i motivi dei ritardi nell’approvazione del progetto, ma proprio grazie ad essa Monari dà un’ulteriore conferma della sua innovativa espressività artistica che adatta i diversi linguaggi tematici e stilistici fondendoli tra loro in una armoniosa sintesi.

Adriana Conconi Fedrigolli

Testo tratto dal catalogo della mostra "Luce sulle tenebre - Tesori preziosi e nascosti dalla Certosa di Bologna", Bologna, 29 maggio - 11 luglio 2010.