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Monumento di Gaetano Uttini

1818

Schede

Il medico e docente universitario di Anatomia, nonché studioso di Filosofia, Gaetano Gaspare Uttini (1737-1817) morì il 12 gennaio 1817. La sua fama era legata alla ricerca contro il vaiolo e alla fortunata e provvida campagna di vaccinazioni promossa a Bologna nel 1806. Il nipote Giuseppe, che il medico aveva nominato suo erede universale, volle dimostrare tutta la sua riconoscenza acquistando un arco nel Gran Chiostro della Certosa per erigergli un sepolcro monumentale. L’opera in stucco e gesso fu commissionata a Giovanni Putti che si occupò sia dell’invenzione che dell’esecuzione del modello in creta inviato all’autorità municipale che, in ottemperanza agli accordi intercorsi con l’Accademia di Belle Arti nel 1815, lo sottopose all’esame della commissione accademica incaricata di valutarne la qualità ai fini della realizzazione. Nella struttura architettonica a forma piramidale sono presenti una Carità sopra il massiccio, classicheggiante sarcofago e due statue allegoriche poste specularmente in primo piano. Queste due ultime figure appaiono tra loro iconograficamente molto distanti. La Prudenza(1), che teneva in mano un serpente presenta la consueta postura e il viso “stereotipato” di tante altre allegorie eseguite da Putti alla Certosa; al contrario, la simmetrica figura assisa, nonostante dai disegni coevi che riproducono il monumento sia riconoscibile come Allegoria dell’Anatomia (col braccio destro sosteneva un bassorilievo raffigurante un Nudo), mostra notevoli ambiguità: il suo viso è estremamente espressivo e corrugato e, al contempo, ha fattezze lontanissime da qualsivoglia modello classicheggiante e da ogni altra scultura allegorica puttiana, tali da far pensare ad un ritratto. Alla data d’esecuzione del monumento Uttini (1818), il “motivo del ritratto era già comparso in alcuni sepolcri ornati da Putti dove i committenti avevano prestato i loro volti ad anonime figure dolenti prive di connotazioni allegoriche. In questo caso invece il dettagliato volto appartiene ad una precisa figura allegorica che appoggia la mano destra su un teschio e porta un eccentrico copricapo che accentua la tensione dei tratti fisionomici e dello sguardo drammaticamente rivolto al bassorilievo simboleggiante la scienza a cui Gaetano Gaspare Uttini aveva dedicato la sua esistenza. Appare quindi probabile che in questo caso – nonostante la statua presenti panni e dettagli che potrebbero meglio adattarsi ad una figura femminile – Putti abbia ritratto il defunto stesso e che l’espressione severa e pensierosa, allo stesso modo del teschio che tiene con la mano destra, indichi la profondità delle sue riflessioni filosofiche. Questa statua, grazie alla sua “anticlassica” fisionomia, con tanto di rughe profonde ed espressione assorta, si mostra dunque come un figura ormai volta in direzione degli avanzanti valori naturalistici – anche se, ovviamente, ancora distante da essi –, significativa espressione di quella contaminazione stilistica ed iconografica tipicamente puttiana che caratterizza l’intero monumento Uttini, in cui le avvisaglie “innovatrici” dell’Anatomia convivono con il severo neoclassicismo di reminiscenza lombarda della Prudenza e, contemporaneamente, con i diretti riferimenti all’illusionismo materico derivato dalla tradizione bolognese tardobarocca, evidenti nel gioco di pieghe e drappeggi della Carità.

Emanuela Bagattoni

(1) È purtroppo d’obbligo l’imperfetto in quanto il braccio destro si presenta mozzato sotto al gomito e, prima del recente restauro diretto da William Lambertini, lasciava intravedere la struttura interna della statua costituita da un’anima in ferro.

Dopo la pronuncia di decadenza della concessione originaria, il Comune di Bologna ha realizzato tra 2003 e 2004 il restauro, attraverso un cantiere scuola dell'Accademia di Belle Arti. A questo sepolcro è stata dedicata la massima attenzione, perché il suo recupero è stato finanziato nell'ambito dei Laboratori del Restauro del Programma Cultura 2000, all'interno del progetto "Scene", con circa 22mila euro. Il progetto è stato promosso dal Comune di Bologna, nel ruolo di coordinatore, insieme ai Comuni di Lubiana e Stoccolma e dal Dipartimento per i Beni Culturali della Lituania. "Scene" ha previsto il restauro con metodi innovativi di una tomba di particolare rilievo storico-artistico in ognuna delle città coinvolte. Il nuovo concessionario della tomba Uttini ha dovuto accettare la clausola che lo obbliga alla conservazione delle antiche spoglie, ed ha potuto collocare una lapide dedicata ai propri familiari sul pavimento, di fronte alla tomba. Dalla riconcessione sono stati ricavati oltre 112mila euro.

Prima del restauro presentava delle parti mancanti: nella statua destra l'arto destro e l'indice e il pollice della mano sinistra, nella statua sinistra l'arto sinistro e il naso era sbeccato. La statua della donna presente sulla sommità del sarcofago presentava delle macchie sul volto. Perdita di leggibilità delle lapidi, depositi di polvere che causavano l'annerimento della superficie e risalita di umidità dal basso.