Salta al contenuto principale Skip to footer content

Monumento della famiglia Rivani

1887 | 1924

Schede

Nel 1887 il dottor Luigi Rivani acquistava un’arcata nel braccio di mezzogiorno del Chiostro III per edificare il monumento sepolcrale di famiglia. La tomba, realizzata anni dopo, è composta da un finto sarcofago, poggiato su un basamento e sovrastato da un’ampia edicola. Il fronte del sarcofago è decorato con tre formelle a bassorilievo in bronzo, delle quali la centrale dedicata allo stemma gentilizio della famiglia, quella a sinistra con l’effigie del Rivani in questione e quella a destra con un suo omonimo, cavaliere, deceduto nel 1872, forse nonno del nostro. L’edicola in marmo, con paraste corinzie che reggono la cimasa dalla decorazione varia e curatissima (ovoli che corrono lungo tutta la cornice architettonica aggettante, fiori e piccoli ventagli ai lati ed in alto al centro, la croce greca inserita nella ghirlanda vegetale con intrecci di nastri al centro della lunetta), fa da cornice ad un perizioso rilievo bronzeo sul cui profilo destro si legge l’iscrizione “FOND. BASTIANELLI – ROMA 1924” che fissa la data del monumento. Ancora da chiarire è il significato della scena che vi è rappresentata: vi si vede una cerimonia religiosa con diversi partecipanti, laici e non, in atto di pregare, e al centro della scena, in primo piano, un angelo che regge il messale al prelato che celebra la liturgia, forse un rito funebre. Ai lati due personaggi inginocchiati chiudono la composizione, memoria della tradizione figurativa rinascimentale. Ed in effetti tutto il monumento parla un linguaggio antico e richiama modelli di scultura quattrocentesca di origine toscana, così lo stesso bassorilievo sembra partecipare a quel clima di “ritorno all’ordine” che in territorio nazionale univa gli artisti operativi dopo la conclusione del conflitto mondiale. Solo alcuni particolari lasciano trasparire un piacevole, sinuoso ricordo della fase liberty della cultura figurativa bolognese, come nell’angelo le cui vesti a pieghe fitte formano un piacevole gioco decorativo che nello strascico svolazzante non nasconde, comunque, il debito nei confronti della tradizione scultorea locale, richiamando in modo discreto ed edulcorato, ad esempio, i moduli dei panneggi formulati dal famoso Niccolò dell’Arca.

Barbara Secci

Il manufatto è costituito nella parte inferiore da un basamento e nella parte superiore da un'edicola, entrambi realizzati in pietra. Il basamento presenta nella parte superiore tre testine di putto alate. Il corpo del sarcofago è tripartito per mezzo di quattro paraste scanalate; in ciascuna delle tre aree è inserita una formella in bronzo (le due laterali rappresentano ritratti d'uomo, quella centrale uno stemma). L'edicola collocata a parete presenta nella parte centrale un rilievo in bronzo raffigurante una scena sacra. La lunetta è decorata con un bassorilievo raffigurante una croce greca posta al centro di una ghirlanda floreale e, ai lati, dei nastri. La parete di fondo dell'arcata è rivestita di stucco ad effetto marmo. A pavimento è collocata una lapide in marmo bianco, con iscrizioni incise e rubricate.