Salta al contenuto principale Skip to footer content

Monumento del cardinale Vincenzo Moretti

1882

Schede

A novembre 2009 compare sul mercato antiquario d’Imola una cartella così descritta nel catalogo della libreria che l’offriva: Manoscritto - Commissione del Monumento a S. E. il Cardinale Vincenzo Moretti Arcivescovo di Ravenna. Carteggio tra Alfonso Rubbiani ed il Professor Scultore Enrico Barberi: 18 lettere, 4 foto, 7 disegni. Questa scarna nota ci evidenzia due aspetti. Il primo è quello della dispersione, a volte distruzione, di documenti storici, pratica che accade più spesso di quanto s’immagini e che crea danni incalcolati al patrimonio italiano. I manoscritti, le foto, i disegni, provengono infatti da un archivio privato: quello dello scultore bolognese Enrico Barberi. Il secondo è legato alla possibilità di ricostruire tramite essi una vicenda smarrita: la commissione, la progettazione, l’esecuzione della tomba del cardinale Vincenzo Moretti (Orvieto, 14 novembre 1815 – Bologna, 6 ottobre 1881), elevato alla porpora da Pio IX il 28 dicembre 1877, già arcivescovo di Ravenna.

In ventinove documenti (lettere, appunti, minute, progetti, disegni) si dipana la storia del monumento, anche con carteggi interni che ci invitano alla lettura di frammenti di storia cittadina oltre la Certosa. Committenti, progettisti, esecutori si intrecciano nei percorsi di una tomba poco nota, appartata nella prima cappella sinistra. La storia di questa tomba marmorea, di una innegabile eleganza formale, classica, con motivi dorati, che si rifà a modelli già presenti in alcune chiese bolognesi, è riassunta in una nota del progettista ed in parte esecutore, il Barberi, che in quattro pagine manoscritte indirizzate al sindaco di Bologna il 20 giugno 1882, e consegnate anche il 21 giugno ad Alfonso Rubbiani, ci narra lo sviluppo e l’esecuzione delle proprie idee. Desiderandosi dai Signori Parenti ed esecutori testamentari di dare più onorevole sepoltura nel Cimitero della Certosa di Bologna alla salma di S. E. il Cardinale Moretti Arcivescovo di Ravenna, morto in Bologna stessa nel 1881 ed ora provvisoriamente tumulato nel sud. to Cimitero. Il sottoscritto onorato dalla commissione di eseguire il monumento, sente il dovere di accompagnare al disegno che sottopone a V. S. la presente relazione. […] Questo sepolcro verrebbe situato nella Cappella a mano sinistra entrando, della Chiesa di Certosa e precisamente dove è ora provvisoriamente murato un vecchio bassorilievo del Secolo XIV rappresentante la dedica votiva della chiesa stessa. […] Per ultimo avrei pensato che la salma dell’Em.o Cardinale Moretti avesse trovato posto entro il sarcofago marmoreo, che costituisce il monumento. Al culmine dell’arca un’iscrizione in latino riassume la vita del cardinale; in basso si legge la dedica dei fratelli Francesco e Luca. Qualche cenno alle vicende terrene del Moretti: gli ultimi anni bolognesi, con il ruolo di arcivescovo emerito di Ravenna, città e carica lasciati nel 1879 per motivi di salute, i precedenti incarichi a Roma, Ravenna, Imola, Cesena, Comacchio, l’ordinazione sacerdotale nella natia Orvieto nel 1838, la partecipazione al Primo Concilio vaticano nel 1869 ed al rapido conclave del 1878 (dal 18 al 20 febbraio) che vede l’elezione di Leone XIII (Vincenzo Pecci, 1810-1903).

E la tomba ideata dal Barberi in effetti è terrena, con il busto del porporato dallo sguardo sereno, la veste adorna di figure di santi e di un raffinato intreccio del tessuto, con la mitria anch’essa istoriata. Una foto non datata inviata allo scultore, in una busta decorata con un ironico francobollo disegnato dal Rubbiani – giornalista, politico ma soprattutto restauratore/ricostruttore della Bologna tra XIX e XX secolo e tra i promotori di questo progetto insieme alla famiglia Malvezzi, nella cui abitazione il cardinale muore – ci mostra un Moretti oramai anziano, melanconico, mentre la fissità del marmo ci restituisce un’immagine d’incisiva serenità, dove il volto ed il fine decoro rimandano verso il futuro iperrealismo della tomba Bisteghi (1891). Ed infine, in modo molto pratico, di nuovo terreno, dalle nostre carte emergono i costi: spese per il sarcofago, realizzato da Ercole Raimondi escluse le spese di muratura L. 1680 (poi corretto in L. 1780); busto del cardinale, figure di santi, disegni, modelli e direzione del lavoro a cura del Barberi L. 1500. Altre L. 200 vanno per disegni vari ad Alfredo Tartarini, disegnatore e decoratore, stretto collaboratore del Rubbiani, ed anche del Barberi in altre opere.

Simone Fagioli

Testo tratto da: B. Buscaroli, R. Martorelli (a cura di), Luce sulle tenebre - Tesori preziosi e nascosti dalla Certosa di Bologna, catalogo della mostra, Bologna, Bononia University Press, 2010