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Monumento ai Caduti dell’Aeronautica

1983

Schede

Il 18 maggio 1954, un folto gruppo di ufficiali, sottufficiali e avieri, reduci di guerra pluridecorati e portatori di tanti ideali, fondò a Bologna l’Associazione Arma Aeronautica. Nel corso del tempo l’Associazione raggiunse un numero consistente di soci e cambiò sede tre volte: Strada Maggiore, via Cesare Battisti e l’attuale Caserma Minghetti in via Castelfidardo 11. L’attiva frequentazione e la volontà di lasciare ai posteri un ricordo tangibile del loro impegno civile e militare, generò l’idea di realizzare un monumento per ricordare i compagni d’arma deceduti nell’adempimento del proprio dovere.

Il presidente dell’epoca, generale D.A. Amedeo Guidi nel 1982, tramite il socio serg. mag. Walther Tonelli, ex pilota di Stukas, contattò il prof. Marco Marchesini (n. Bologna, 1942) con studio in Strada Maggiore 8, per dar corso al progetto. Marchesini presentò diverse proposte. La prima fu bocciata dalla Commissione dei Soci dell’A.A.A.; purtroppo la totale mancanza di documenti d’archivio ci impedisce di conoscerne la motivazione. Dopo non pochi incontri con i committenti, Marchesini presentò una seconda proposta che, al termine dell’approvazione dell’Assemblea, il 26 marzo 1982 iniziò l’iter burocratico presso gli uffici comunali. L’idea in generale piacque subito tanto che l’architetto Marinelli si attivò immediatamente per cercare l’area più qualificata, che fu individuata nella parete di travertino posta sul lato destro prospicente la cappellina della famiglia De Leo nel Campo degli Ospedali. Il progetto passò subito alla Commissione per l’Edilizia Cimiteriale che pur valutando la buona qualità dell’idea lo respinse con la seguente motivazione: “La Commissione apprezza il disegno per la sua dinamicità che non è peraltro riscontrabile nel bozzetto, e trova che la forma dell’aereo è slegata dal resto dell’opera”. Preso atto delle contestazioni della Commissione Cimiteriale, Marchesini si rimise al lavoro e dopo aver riferito ai soci dell’A.A.A. presentò, il 27 aprile 1982, un secondo progetto che questa volta fu accettato. La Commissione per l’Edilizia Cimiteriale era formata dall’arch. Marinelli, responsabile della Certosa, dall’arch. Sergio Vacchi, dall’arch. Filippini, dallo scultore Venanzio Baccilieri e dal collega Renaud Martelli. Con il progetto approvato furono presi contatti con la Fonderia Fracaro di Vicenza, nota per gli ottimi lavori in bronzo portati a termine con successo nei lunghi anni di attività, che iniziò la preparazione dei vari getti che formavano l’opera. L’interferenza nei lavori del socio Tonelli causò ritardi e preoccupazioni. L’uso dell’acciaio inox per l’armatura, mai usato dalla ditta Fracaro, inesperta e priva di attrezzatura per la saldatura di questo materiale, fu causa di un monumento stabile ma purtroppo inclinato. Dopo un duro lavoro di fresatura del marmo il problema fu risolto e il 26 marzo 1983, alla presenza delle autorità civili e militari della città e dell’Arma Aeronautica, l’opera fu inaugurata. Dopo i discorsi di rito e la benedizione impartita dal cappellano militare della 1° Regione Aerea MOVC don Agazio, quattro jet dell’8° Stormo di Cervia sorvolarono l’area monumentale alla Certosa. La cosa non passò inosservata ed ebbe un certo risalto giornalistico: il Resto del Carlino anticipò la realizzazione con un articolo in data 20 luglio 1982 e un altro, dopo l’inaugurazione, in data 27 marzo 1983. La rivista Aeronautica, organo ufficiale dell’A.A.A, dedicò al Monumento mezza pagina nel numero di maggio del 1983. L’opera costò, all’epoca, 16.542.300 lire. E a seguito dei contributi dei soci e delle oblazioni esterne l’operazione si chiuse con un leggero attivo.

Giampiero Menarini

In collaborazione con Associazione Arma Aeronautica di Bologna