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Pietro Magenta

5 gennaio 1807 - 18 luglio 1862

Scheda

Pietro Magenta, nominato Prefetto di Bologna il 17 novembre 1861, vantava una lunga e brillante carriera alle spalle, iniziata nel 1838 in qualità di Sotto Intendente di Oneglia, poi di Ivrea e quindi di Genova; nel 1843 assumeva il ruolo di Consigliere d’Intendenza a Novara, poi a Genova ed infine nel 1847 l’incarico di Intendente di La Spezia, proprio negli anni in cui la provincia si trovava tra il triunvirato rivoluzionario e la dittatura toscana. Nel 1849 veniva nominato Intendente a Casale e subito riusciva a sedare i disordini che da tempo erano sorti nella provincia, tanto che per l’avvedutezza e l’efficacia delle sue riforme, gli venne conferito il titolo di Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro.

Nel 1852 assumeva il ruolo di Intendente Generale di Cagliari e nel 1856 di Chambery (Savoia) e fu proprio grazie a questo incarico che riuscì a mettere in luce maggiormente i talenti di cui era dotato, apportando alla provincia innovazioni e miglioramenti, soprattutto rivolti all’istruzione delle classi subalterne e all’edilizia stradale, acquistandosi l’amicizia di Cavour che, di lì a poco, in nome di Sua Maestà, lo insigniva del successivo titolo di Commendatore dei SS. Maurizio e Lazzaro. Nel 1860 accettava l’ufficio di Vice Governatore di Genova, affiancando l’allora Governatore conte Porro che presto si dimetteva dall’incarico lasciando il Magenta a capo della città, proprio nel periodo in cui si stava preparando la Spedizione dei Mille. Con grandi doti diplomatiche e supportato da profondi sentimenti liberali il Vice Governatore svolse, nell’ombra, un ruolo determinante per l’attuazione e il successo dell’impresa riuscendo ad interpretare ed assecondare la visione politica di Cavour e, nello stesso tempo, anche quella di Garibaldi. Le fonti bibliografiche sul personaggio riportano una frase detta dallo stesso Magenta a seguito del successo della spedizione che aggiunge particolari a fatti ed eventi di quel periodo: “ Solo il conte di Cavour ed io potremmo far l’istoria della partecipazione del Governo a quella impresa!”.

La permanenza di Pietro Magenta a Genova non si protrasse per molto tempo perché il Ministro Ricasoli, il 17 novembre 1861, deliberava il suo trasferimento a Bologna, nominandolo Prefetto. Alle numerose istanze da parte della Deputazione e del Consiglio provinciale genovese, perché il Magenta rimanesse nella città marittima, il Governo rispondeva che Bologna aveva bisogno di un intervento immediato e risoluto che riportasse la sicurezza pubblica. In breve tempo il nuovo Prefetto si attivava a ricostruire la Giunta Municipale, organizzava la Guardia Nazionale e dopo aver compilato un Libro dei Sospetti, inserendo in esso i nomi di coloro che negli ultimi vent’anni erano stati processati, organizzò la singola sorveglianza di ognuno di loro. Nella città, dopo poco, fu ristabilita la quiete e la sicurezza e i Bolognesi iniziarono ad apprezzarne l’avvedutezza, l’esperienza e la semplicità, tributandogli grandi dimostrazioni di gratitudine. Nel luglio del 1862 il Prefetto decideva di intraprendere un viaggio in Germania, in Prussia, in Belgio, in Francia e quindi in Inghilterra per approfondire lo studio dell’amministrazione che caratterizzava gli Stati d’Oltralpe. All’alba del 16 luglio, non lontano da Andermatt presso il passo del S. Gottardo, la diligenza sulla quale viaggiava cadeva in un precipizio e dopo due giorni il Magenta cessava di vivere per le gravi ferite subite. Il clamore per la sua morte fu molto grande a Genova e soprattutto a Bologna, dove i cittadini, che da tempo avevano aperto una sottoscrizione per offrire al Prefetto un dono in segno di ringraziamento, decidevano come prima cosa di apporre una lapide in suo ricordo nel primo cortile del Palazzo Comunale (palazzo Accursio) e quindi di destinare la somma già raccolta, pari a £ 20.000, per erigere nel cimitero cittadino un monumento a lui dedicato, chiedendo ai familiari che il corpo del Prefetto fosse trasportato e tumulato a Bologna.

Adriana Conconi Fedrigolli