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La Vita dopo la Vita

2022

Schede

QUELLA LUCE IN FONDO AL VIAGGIO | Da sempre la vita è stata paragonata a un viaggio, arco teso fra un inizio e una meta, itinerario che serpeggia fra peripezie e tortuosità, salite, inciampi e cadute, ostacoli improvvisi e deviazioni, spesso senza nemmeno l’ausilio di mappe o bussole a indicarci il punto in cui siamo o verso dove procediamo, lasciandoci una sola certezza: quell’arrivo. Più che un cammino un veleggiar per mare, nella vastità di un nulla e senza punti di riferimento, passando da tempi di bonaccia alle tempeste, sempre a rischio di un naufragio. Navigatio vitae la chiamarono gli antichi e spesso fu proprio l’immagine di una nave a rappresentare quel che v’è di prezioso, in ciascuno di noi, da dover porre in salvo, oltre i marosi. E ancora divennero simboli di ciò che, lungo la rotta, per un tempo piccolo o più a lungo, possa darci appoggio e stabilità: la vicinanza di qualcuno, col suo sguardo e le sue mani carezzevoli, la voce di un affetto o la parola di un Dio. Ma tutto ciò non giustifica l’avviarsi o il ripartire: serve una meta o il solo supporre vi sia. Come novelli antichi esploratori dobbiamo credere che là, oltre l‘orizzonte, via sia una nostra India da raggiungere, una nuova terra su cui posare il piede, nella convinzione “che il mondo non può finir lì”. 

Le fotografie di Michele Balugani materializzano, entro gli spazi monumentali della Certosa di Bologna, non solo l’eterna associazione fra vita e viaggio, ma anche questo innato bisogno, presente in ognuno, oltre le differenze di credo o pensiero: il desiderio che, in fondo, vi sia una luce a chiarire il perché del cammino. Un’esposizione che diviene performance, rendendoci partecipi più che spettatori, obbligandoci a un itinerario fra gli spazi silenti del luogo, come Dante, a suo tempo perso in quella “selva oscura, ché la diritta via era smarrita” che diviene, a volte, l’esistenza. Anche lui ebbe necessità di ormeggi cui poggiarsi: Virgilio prima, Beatrice poi, San Bernardo infine, allegorie di ragione, teologia e fede, una triade che riporta a un atto individuale, una scelta che può solo esser nostra quel darsi risposte alle eterne domande: chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo? L’autore ci offre le sue guide: sono gli antenati, i Lari che gli antichi veneravano entro le mura domestiche, la loro voce silente, i loro sguardi certi perché immobili, la loro presenza muta accanto a noi, gli angeli custodi, il ricordo e l’esempio, che possiamo ritrovare qui, fra i sacelli bolognesi come in ogni altro cimitero, spazi della permanenza non della perdita, coemeterium dal greco κοιμητήριον, luoghi di riposo, dormitori ove tali anime andate attendono, ancora vicine, immerse in un sonno temporaneo, anche loro, come noi e il Sommo Poeta, un giorno di tornar a “riveder le stelle”. E decisa appare la scelta di porre, agli estremi di questo viaggio per immagini, proprio e soltanto i due a-cromatici - nero e bianco -, il nulla e il tutto, assenza e presenza, che sempre hanno marcato i paramenti del lutto fra Occidente e Oriente, i colori di ogni testo, sia immagine o parola, la luce e l’inchiostro, la visione ed il verbo. Michele Balugani ci consegna, così, in modo discreto, il suo dono: la convinzione che il niente, lo zero, sia posto all’inizio, appena un attimo prima della vita per poi lentamente dissolversi, al ritmo dei nostri passi, fugando il buio e le angosce, schiarendo le ombre e i dubbi, lasciando risorgere le forme, incidendone i contorni grazie a una luce che parla sempre più netta, luminosa e viva, che “volgersi da lei per altro aspetto è impossibil che mai si consenta”.

E noi riceviamo questa preziosa, serena, speranza: che alla fine in realtà vi sia qualcosa, un altro avvio, magari un altro porto da cui salpare o dalle cui rive, nell’aprirsi della visione, guardare oltre: il vero inizio, la piena luce, la comprensione del viaggio.

Michele Ronconi

Michele Balugani | Nato a Ferrara nel 1955. Eclettico e creativo esplora da quasi quarant’anni il mondo della fotografia. Dal 22 Aprile all’8 maggio 2016 ha esposto la serie “Angeli o Demoni?” nel chiostro della Basilica di San Giorgio Martire a Ferrara e nello stesso anno ha realizzato un reportage sull’attività di restauro del laboratorio del Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Dal 24 Settembre al 26 Novembre 2017 ha realizzato una mostra presso il Museo di Casa Romei sul tema dei senzatetto, dal titolo “(in) Visibili”. Sempre nel 2017 ha partecipato al Festival Internazionale dei “Diari di viaggio”. Dal 26 Maggio all’8 Luglio 2018 ha esposto la sua mostra fotografica intitolata “Dalle Tenebre alla Luce” nel Museo Archeologico di Ferrara. La stessa mostra è stata proiettata la notte del 28 Luglio 2018 in occasione del Festival d’arte, fotografia e cultura “Comacchio Segreta” a Comacchio e all’interno della chiesa di San Cristoforo alla Certosa, la notte dell’11 Maggio 2019 in occasione del Festival denominato “Interno Verde”. Dal 25 al 27 Ottobre 2019 è stato il fotografo ufficiale della Ferrara Tattoo Convention. Dal 30 Maggio al 6 Novembre 2022 presenta la mostra intitolata “Oltre” nella Certosa Monumentale di Ferrara.

Testi realizzati in occasione della performance e relativa pubblicazione "La vita dopo la vita" di Michele Balugani alla Certosa di Bologna, 30 agosto 2022. Nell'ambito del Calendario estivo 2022 della Certosa e di Bologna Estate.