La luce elettrica nella Certosa

La luce elettrica nella Certosa

1924

Scheda

Testo tratto da “La vita cittadina” rivista mensile di cronaca amministrativa e di statistica del Comune di Bologna. Anno Decimo – Marzo 1924. "I giornali cittadini del 21 luglio dell’anno scorso recavano in cronaca questa notizia: “Pare imminente la definitiva approvazione del progetto di cui ebbe a occuparsi il Consiglio comunale nella sua sessione primaverile, di un impianto di illuminazione elettrica alla Certosa sulle tombe. Confessiamo che al principio rimanemmo un po’ perplessi e ci rendemmo pienamente conto delle esitazioni dimostrate da parecchi consiglieri, i quali prima di approvare la proposta presentata dalla Giunta, richiesero schiarimenti precisi e minuti, che, non essendosi potuti dare, fecero sì che la proposta fosse rinviata a un più maturo studio ed esame. Quando si tratta delle tombe dei nostri cari morti, del decoro della nostra “erma solenne Certosa” non sono mai troppe le precauzioni.

Ora l’esame del sistema di illuminazione praticato al Cimitero del Verano in Roma – lo stesso che verrà applicato a Bologna – e l’approvazione data dall’autorità ecclesiastica hanno rimosso ogni dubbio in proposito. A Roma già da vari anni l’innovazione fa ottima prova e dà ai visitatori una strana, suggestiva impressione che tutti ricordano come una delle cose belle della grande Città. Ed è anche una cosa singolare, non essendovi altro cimitero in Europa così illuminato. Sono lampadine minuscole da tre candele che collocate entro globi o fiamme di vetro, non lasciano quasi distinguere la natura della luce che in esse splende. E così sparse tutte queste tenui fiammelle, delicatamente colorate, danno al sacro luogo un senso di maggiore pietà e di maggiore raccoglimento. Le condutture dei fili sono abilmente mascherate, così che si è evitato quel penoso senso di industrialismo e di commercialità che tanto disdirebbe con la severa maestà di quel luogo. La tensione poi assai bassa rassicura da ogni pericolo continuo rappresentato dalle fiamme di candele o di lumicini a olio o a benzina che non di rado appiccano fuoco ai nastri delle corone o ai fiori secchi”. “E’ perciò da augurarsi che la Giunta e il Consiglio comunale vogliano approvare questa proposta che noi riteniamo dover tornare a decoro della nostra Certosa”. Ulteriori studi, e proposte concrete e perfette in ogni lor parte, fecero sì che il Comune di Bologna, con deliberazione in data 31 luglio e approvazione della R. Prefettura del 31 ottobre successivi, concedesse il permesso d’impiantare il nuovo sistema ad elettricità e di trasformare gradatamente quelli esistenti, intendendo in tal modo porgere alla cittadinanza un mezzo moderno di onorare degnamente i Defunti e mantenerne sempre vivo il ricordo. I Cittadini di Bologna che hanno sempre nutriti un culto sincero e una profonda religione verso i loro Morti, che hanno sempre dato mirabile esempio di ciò che sia la più dolce espressione dell’animo, circondando giornalmente i sacri avelli di luci e di fiori, hanno accolto con lusinghiero favore la pietosa e geniale innovazione.

I lavori procederanno per zone, a cominciare dalle nuove costruzioni a levante e si estenderanno man mano a tutte le varie parti del mesto recinto; dureranno vari anni e richiederanno una spesa assai notevole, come può ben arguirsi per la mole veramente grandiosa dei lavori stessi. Gli esecutori, mentre si sono coraggiosamente accinti all’ardua impresa, sono venuti nella determinazione di rivolgersi a materiali e maestranze esclusivamente locali, sicuri di ottenere incoraggiamenti e simpatia: e la cittadinanza sarà, in ogni momento, ed in svariate e dignitose forme, edotta del progredire dei lavori richiesti da quest’opera di venerazione e di civiltà. Così saranno ovviati gli inconvenienti derivanti dalla saltuaria accensione di luci con mezzi antiquati, e sarà evitato, in una stessa corsia, in un medesimo claustro, l’accorante confronto di molte tombe onorate perché di buona ubicazione, mentre il maggior numero appare come derelitto per le difficoltà di giungervi e di compiervi quelle delicate e commoventi operazioni suggerite dall’affetto e dalla pietà.
Pertanto l’iniziativa verrà certo benevolmente accolta e tanto più sollecito sarà il consenso che le verrà tributato, tanto più rapida e completa sarà la trasformazione dei vieti sistemi usati sin qui, che deturpano ed imbrattano simboli ed iscrizioni. Quindi Bologna, antesignana di ogni progresso, superate le prime esitanze e le naturali diffidenze, vedrà dopo Roma, centro della cristianità, fulgida gemma del più sublime sentire, la propria monumentale Certosa perennemente illuminata.

Intanto, allo scopo di rendere più agevole la comprensione di quello che sia il nuovo sistema, e possibile la visione dell’effetto, sono già stati installati alcuni fra i numerosi tipi delle nuove lampade nella parte Centrale della Corsia sotterranea annessa al Claustro Nono. Però i tipi e le lampade già esistenti che rispondano ai criteri artistici ed estetici dal Comune voluti, potranno, a richiesta e per desiderio dei singoli utenti, venire opportunamente e convenientemente trasformati o modificati. Appositi Agenti, a ciò autorizzati e muniti di tessera con fotografia vidimata dalla Direzione dei lavori, si recheranno a domicilio dei cittadini che alla Certosa hanno tombe o depositi, preceduti da opportune circolari. Anche la Rev.ma Congregazione Consultiva Arcivescovile con “Breve” di S.E. il Cardinale Arcivescovo di Bologna ha concesso la facoltà di permettere la illuminazione elettrica delle Tombe. In successivi articoli, vivamente attesi, verranno dati maggiori ragguagli e notizie circa l’ulteriore e progressivo sviluppo degli importanti lavori. Non vuolsi infine omettere di rendere edotti i lettori che è aperto un Concorso a premi fra gli Artisti italiani per una “IMPRESA” della Ditta esecutrice." (Trascrizione a cura di Lorena Barchetti.)

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