1801 - oggi
Scheda
I dipinti murali del Chiostro Terzo della Certosa di Bologna sono caratterizzati dalla tendenza del periodo a realizzare pitture a bianco di calce o mezzofresco, anche se in alcuni casi le note fornite ai committenti indicano l’opera come eseguita a buon fresco. Come pittura a fresco si intende, com’è noto, dipingere con pigmenti sciolti in acqua sull’intonaco ancora umido, fissando così il colore unicamente tramite la carbonatazione dell’intonaco che lo ingloba fissandolo. Mentre per la pittura a secco i pigmenti sono mescolati con colle varie e calce e sono applicati su intonaco già asciutto. La differenza sta nella brillantezza e durata dell’affresco rispetto alla pittura a secco o tempera.
Osservando ed intervenendo, per restauro, sulle opere del Chiostro Terzo, si osservano alcune caratteristiche comuni. Quasi tutte le pitture sono eseguite su un intonaco preparatorio liscio sul quale, prima della completa essiccazione, è stato inciso lo schema architettonico e figurativo del soggetto da dipingere. Sull’intonaco inciso ed asciutto si applicava una o più mani di latte di calce a preparazione della pittura. I pigmenti erano preparati con calce e leganti tipo colle animali o caseina, quindi, dato il colore bianco della calce, era visivamente percepibile la più solida consistenza dei colori chiari o giocati sulle tonalità del bianco (statue in marmo dipinte, architetture monocrome, ecc.). Questo perché la calce contenuta in questi colori conferiva loro struttura e brillantezza, agganciandoli nel contempo alla mano di calce preparatoria. Per i colori più scuri, dove la calce non era presente, o lo era in quantità irrilevante, venivano adottati, come detto, leganti alternativi, che se da un lato donavano al colore un aspetto simile alla carbonatazione, non possedevano la stessa struttura e soprattutto la stessa durata. Si può infatti osservare, a distanza di due secoli, un diverso tipo di degrado tra le varie zone della stessa opera: gli incarnati o i monocromi a dominante chiara risultano più corposi e resistenti, mentre le zone scure, più fragili e con spessore visibilmente meno consistente, sono in molti casi sollevate o polverizzate a causa del naturale degrado del legante della pittura. La pittura a calce invece, se non è direttamente esposta alle intemperie o ad una massiccia risalita di umidità capillare, non si indebolisce con il passare del tempo, anzi, rafforza la sua resistenza aggiungendo ai colori l’intensità che li caratterizza.
William Lambertini
Opere


Monumento della famiglia Brunetti
monumento composito

Monumento di Andrea Nicoli
pittura murale
Monumento di Andrea Pesci
pittura murale

Monumento di Angelo Tabboni
pittura murale

Monumento di Antonia Carolina Caselli
pittura murale
Monumento di Bernardino Bargellini
pittura murale
Monumento di Brigida Giorgi
pittura murale


Monumento di Carlo Andrea Rusconi
pittura murale
Monumento di Carlo Bianconi
pittura murale

Monumento di Carlo Chiesa e Vitale Bini
pittura murale

Monumento di Carlo Mondini
pittura murale

Monumento di Francesco Tartagni Marvelli
pittura murale

Monumento di Gertrude Gnugni
pittura murale

Monumento di Ginevra Castelli
pittura murale

Monumento di Ginevra Gozzadini
pittura murale

Monumento di Ginevra Pepoli e Marina Grimani
pittura murale

Monumento di Giorgio Cospi
pittura murale
Monumento di Giovan Battista Cattaneo De Volta
monumento composito

Monumento di Giovan Domenico Atti
pittura murale

Monumento di Giovan Giuseppe Fabbri
pittura murale

Monumento di Giovanna Marulli
pittura murale

Monumento di Giovanni Ferrari
pittura murale


Monumento di Giulio Cesare Cingari
pittura murale
Monumento di Giuseppe Salaroli
pittura murale
Monumento di Ignazio Magnani
pittura murale

Monumento di Isabella Ranuzzi
pittura murale


Monumento di Salvatore Santini
pittura murale

Monumento di Sebastiano Tanari
pittura murale

Monumento di Vincenzo Rusconi
pittura murale


Monumento Sampieri - De Gregorio
pittura murale




Persone
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Un Cimitero che si può chiamare Museo
1801 | oggi

Un cimitero 'che si può chiamare Museo'
1801 | oggi

La scultura in gesso
1801 - oggi


La scultura in bronzo
1801 - oggi
