19 Marzo 1771 - 25 Agosto 1843
Note sintetiche
Scheda
Nato a Varsavia il 19 marzo 1771, morì a San Martino in Argine, presso Bologna, il 25 agosto 1843. Giuseppe Gioacchino Grabinski discendeva da una antica famiglia polacca, che dal 16° secolo in avanti annoverava nel suo albero genealogico ufficiali, sacerdoti, funzionari amministrativi, abati e castellani. Seguendo l’esempio di molti suoi connazionali, si arruolò nell’esercito patrio. Nel 1794 prese parte all’insurrezione guidata da Tadeusz Kosciuszko, che dapprima conseguì successi importanti contro la Russia, ma che si concluse nell'autunno di quello stesso anno con una definitiva sconfitta e la definitiva spartizione della Polonia tra impero zarista e regno prussiano. Dopo questi avvenimenti Grabinski lasciò il proprio paese, e venne in Italia agli ordini del generale Giovanni Enrico Dabrowski, nelle file della Grande Armata francese, in cui combattè fino al 1807 conseguendo anche la Legion d’Onore. Entrato in conflitto con i disegni napoleonici in occasione della campagna iberica, si dimise dall’esercito e si stabilì a Bologna, dove aveva acquistato proprietà terriere. Nel 1809 fu a capo delle forze che si opposero alle bande di briganti che percorrevano le campagne tra il bolognese e il ferrarese, ottenendo un completo successo. Nel 1811 sposò la contessa Marianna Broglio, di 25 anni più giovane di lui, da cui ebbe quattro figli, di cui solo due sopravvissero: Enrico, nato a Bologna nel 1815 e morto nel 1870 e Carlo, nato a Corfù nel 1829 e morto nel 1884. Il matrimonio fu piuttosto burrascoso, come attestano molte annotazioni del De’ Buoi: “La Signora Maria Broglio Grabinschi temendo le furie del Marito fugì di Casa e si ricovrò presso suo Padre e vi entrò di mezzo il Cardinal Legato Lante per accomodarli” (De’ Buoi, 15 febbraio 1817, p.293), ma venne sempre “accomodato”.
Negli anni della Restaurazione Grabinski condusse una intensa vita mondana, ma si occupò anche delle proprie terre: entrò a far parte della Società Agraria, della quale facevano parte grandi proprietari e molti con idee innovative spiccate, fu collezionista e bibliofilo. Nel 1831, in occasione dei moti insurrezionali, si vide affidare dal neo-governo delle Provincie Unite il comando delle truppe, non riuscendo purtroppo a ottenere alcun risultato positivo. Tramontato il breve astro delle libere Provincie Unite, Grabinski, come la maggior parte dei coinvolti in quell’effimero tentativo, fu costretto all’esilio. Già nell’aprile del 1831 raggiunse Parigi, dove continuò a tentare vie diplomatiche a favore della libertà italiana, ancora una volta senza successo, visti soprattutto gli sviluppi internazionali degli eventi. Ritornò a Bologna nell’autunno del 1831, dopo essere riuscito ad ottenere dalle autorità francesi il riconoscimento del suo vecchio stato di servizio nell’armata napoleonica, che gli fornirono lo status di straniero con casa nello Stato Pontificio, come tale protetto dalle autorità francesi e non perseguibile per le rivolte dell’inverno precedente. Da quel momento non si occupò più di politica, rimanendo a vivere nelle sue tenute di San Martino in Argine fino alla morte.
Presso l'Archivio Storico Comunale è conservato il foglio di seppellimento n. 639 del 25 agosto 1843 in cui si dichiara la morte del Cav.l Gen. Giuseppe Grabinski, figlio del fu Stanislao e della fu Giustina Zandevzonne, di anni 86 circa, nativo di Varsavia, era maritato con la Contessa Broglio. Di condizione possidente, abitava in via S. Vitale 124 sotto la parrocchia di Santa Maria della Pietà. Morto nel giorno suddetto, casualmente nella sua villa nella parrocchia di S. Martino in Argine, alle ore 5 della mattina. Tanto dichiara Cesare Aldrovandini, in qualità di incaricato. Viene sepolto nella Certosa di Bologna in loculo provvisorio. Il 18 agosto 1846 viene traslato definitivamente nella cappella approntata nella Loggia di Levante al n.11, anche se i lavori di decorazione e di posa della scultura saranno completati solo nel 1861.
Mirtide Gavelli
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