Globo

Globo

Scheda

Simbolo estremamente complesso per le numerose varianti e per i molti significati a seconda delle iconografie in cui è inserito. E’ un simbolo di totalità, completezza, perfezione e dominio. Implica una sovranità da parte di chi lo tiene nelle proprie mani. Nei testi orfici due sfere concentriche simboleggiano il mondo terrestre e il mondo dei morti. Il globo è spesso chiamato a rappresentare il mondo o la sfera celeste. Nei monumenti funebri può essere usato con diversi significati. Può richiamare l’attività politica o scientifica o essere, come nel caso del Ripa, l’attributo della Geografia. In ambito massonico, il globo, in molti casi fasciato, può essere il simbolo del mondo che deve essere conosciuto oltre le apparenze, di cui l’iniziato deve prendere misura per elevarsi spiritualmente e moralmente. In alcuni casi è infatti associato al compasso e alla squadra, altri simboli massonici per eccellenza. Inoltre il globo può essere rappresentato alato e in alcune versioni si fonde iconograficamente con il sole alato egizio e può essere rappresentato con o senza i due serpenti, presenti nell’iconografia dell’Antico Egitto. Inoltre la sfera può essere delimitata dall’ouroboros segno di eternità e di continuità incessante.

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Gian Marco Vidor

"Ellissoide a diametri principali eguali, determinato da una uniforme superficie della quale tutti i punti sono equidistanti dal punto centrico interno. Si può concepire la sfera come generata dalla rivoluzione di un semicircolo interno del suo diametro. Dall’arida nozione matematica trasferendo l’espressione formale nella concrezione simbolica, la sfera – o globo – si prestò facilmente a simboleggiare l’eternità “perché la forma circolare non ha né principio né fine” (Ripa), e perché “la circonferenza del globo rientra perpetuamente in sé stessa” (Tressan). Per continuità logica del medesimo concetto, la sfera fu pure il termine plastico della universalità una e indivisa in sé stessa, e pure comune a più realità finite. Le cose tutte quante / Hann’ordine tra loro; e questo è forma / Che l’universo a Dio fa somigliante. / Qui veggion l’alte creature l’orma / Dell’eterno valore, il quale è fine, / Al quale è fatta la toccata norma. / Nell’ordine ch’io dico sono accline / Tutte nature, per diverse sorti, / Più al principio loro e men vicine; / Onde si movono a diversi porti / Per lo gran mar dell’essere, e ciascuna / Con istinto a lei dato che la porti. (Par. I – 103).

L’universo, complesso di energie centrifughe e centripete “per lo gran mar dell’essere”, ma tutte soggette ad un ultimo fine. Quindi è l’universo il globo che nella statuaria iconica vediamo sottoposto al piede volubile della Fortuna, a quello pervicace del Destino; e fra le mani di Urania e delle Scienze cosmologiche; è l’universo il globo. Ultima subsedit glomerato pondere tellus. (Mamilio – Astronom. I). E’ il globo che vediamo sovrapposto alle teste egizie; e nelle medaglie antiche, tal volta radiato e sostenente una Vittoria; o tenuto dagli imperatori, con in cima una croce. La palla d’oro contrassegnante la dignità del monarcato fu usata prima dagli imperatori romani, come segno del suo dominio sull’universo. La croce in colmo vi fu aggiunta dagli imperatori di Costantinopoli, e tutti i re della cristianità li seguirono nella costumanza, adottando il globo come indice di potenza e di liberalità. Un globo con un timone rappresenta la sovranità dei mari; sormontato da un’aquila ad ali spiegate la consacrazione. La sfera è pure attributo della Provvidenza, – come nella medaglia di Probo e come fu riprodotta nello spettacoloso funerale della regina Isabella di Borbone a Milano (1633) – perché “dalla provvidenza divina ci vengono tutti i beni, ed ella estende le sue attenzioni sopra tutto l’universo” (De Claustre). (Cfr.: Inf. VII – 73 e seg.) Tal volta la sfera sostituisce la ruota nell’allegoria della Fortuna, come – ad esempio – la dipinse Gian Bellino, navigante su una cimba, tra putti, e con in grembo una sfera. Martino, undecimo generale dei certosini, assegnò per divisa all’ordine suo un globo cimato dalla croce e con le parole “Stat Crux dum volvitur orbis”." (Testo tratto da: Giovanni Cairo, "Dizionario ragionato dei simboli", Ulrico Hoepli, Milano, 1922 - febbraio 2022).

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Requiem aeternam dona eis
Requiem aeternam dona eis

Irene Sarmenghi, Requiem aeternam dona eis - la poesia dei simboli funerari, 2 novembre 2022. Un percorso per immagini curato dalla fotografa all'interno della Certosa di Bologna.

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