Dalla Lucio

Dalla Lucio

Note sintetiche

Scheda

Nato a Bologna il 4 marzo 1943 da Giuseppe, direttore del club di tiro a volo e di Iole Melotti, sarta. Nel 1950, a causa di un tumore, il padre muore, segnando in modo indelebile la sua anima. La madre lo iscrive nel Collegio Vescovile Pio X di Treviso, dove completa la sua istruzione elementare ed inizia ad esibirsi nelle recite. A 11 anni impara da autodidatta a suonare la fisarmonica, agevolato dallo zio cantante melodico Ariodante Dalla. La madre, prendendo atto di questa sua passione, non ha mai ostacolato i suoi propositi di far parte del mondo della musica, e all'età di 15 anni Dalla parte per Roma per dedicarsi alla musica.

Da adolescente torna a Bologna e qui nasce la sua passione per il jazz, iniziando a suonare il clarinetto. Come clarinettista si unisce al complesso jazz “Rheno Dixieland Band” della quale fa parte anche Pupi Avati, che però sentendosi sopraffatto dal talento di Dalla lascerà presto la band e si appassionerà al cinema. In questo periodo Dalla non è interessato alla musica leggera e ogni suo impegno è nei confronti del jazz: nonostante la giovane età si esibisce con Bud Powell, Cjharles Mingus, Eric Dolphy e con Chat Baker che in quel periodo abitava a Bologna. Nel 1960 partecipa con la band al primo festival europeo del jazz ad Antibes in Francia e si classificano al primo posto. L'anno successivo entra per la prima volta in sala di incisione. Nel 1962 entra a far parte dei Flippers come voce solista riuscendo a stupire il pubblico con i suoi gorgheggi molti particolari; questo fa si che Gino Paoli lo noti e lo inciti a diventare il primo cantante soul italiano. Nel 1964 a soli 21 anni incide il suo primo 45 giri. La sua partecipazione al Cantagiro è una disfatta, non viene capito e tanti sono i fischi e i pomodori che accolgono Lucio sul palco. Senza batter ciglio prosegue per la sua strada e forma un proprio gruppo formato da artisti bolognesi: Gli Idoli. Fino al 1970 non vi sono grandi successi anche se partecipa a tante manifestazioni. Nel 1971 partecipa al festival di Sanremo con “4/3/1943“ ed ha un grandissimo successo, atel da essere considerato uno dei artisti della musica italiana. Dal 1976 cessa la sua collaborazione con il poeta bolognese Roberto Roversi ed inizia a scrivere anche i testi per le sue canzoni e per fare ciò si ritira nella sua villa alle Tremiti, dove ha fatto costruire anche una sala di registrazione. Tantissime sono le canzoni di grande successo che da allora ci ha regalato. Nel 1990 riceve la Laurea Honoris Causa dall'Università di Bologna in “lettere e filosofia”. Grazie alla sua natura sempre in cerca di novità nel 2003 decide di tentare la musica lirica a arrangia "Tosca – Amore disperato" dall'opera di Puccini e grandissimo è il successo che riscuote; ciò lo porta ad iniziare una collaborazione con il sovraintendente e direttore artistico del Teatro comunale di Bologna. Di successo in successo, si arriva al 2012 quando in febbraio sale nuovamente sul palco del festival di Sanremo come cantante del brano Nanì assieme a Pierdavide Carone ed anche come direttore d'orchestra. Il brano viene ripescato e nella classifica finale arriva al quinto posto e il 18 febbraio giorno della finale sarà l'ultima volta che appare in Tv. Il 27 riprende la tournée svizzera da Lucerna, la sera seguente è a Zurigo e il 29 a Monteux con il concerto all'Auditorium Strawinki Concert Hall che segna la fine della sua carriera: la mattina del 1 marzo muore all'età di 68 anni colpito da infarto. Il giorno seguente il feretro viene trasferito dall'obitorio di Losanna alla residenza bolognese dell'artista in Via D'Azeglio. Il 3 marzo a Bologna e alle Isole Tremiti; residenza estiva del cantautore, viene proclamato lutto cittadino; nel cortile di Palazzo Comunale o d'Accursio viene allestita la camera ardente e migliaia sono le persone che gli rendono omaggio. Il giorno dopo, 4 marzo, data in cui avrebbe compiuto 69 anni, viene celebrato il suo funerale, al quale assistono 50.000 persone nella Basilica di San Petronio ed in Piazza Maggiore. La salma viene tumulata vicino alla madre, nel campo 1971 della Certosa di Bologna. Successivamente gli eredi, dopo aver ricevuto dal Comune di Bologna un'area posta al fianco del poeta Giosue Carducci, hanno realizzato nel 2013 un monumento ad opera di Antonello Paladino e Stefano Cantaroni, dove il cantautore riposa con i suoi genitori.

Lorena Barchetti

Texto en español. Nacido en Bolonia el 4 de marzo de 1943, Lucio Dalla era hijo de Giuseppe, director de un club de tiro al plato, y de Iole Melotti, costurera. En 1950 su padre murió de cáncer, marcando indeleblemente su alma. Su madre lo inscribió en el Colegio Episcopal Pío X de Treviso, donde completó su educación primaria y comenzó a actuar en obras de teatro. A los 11 años aprendió a tocar el acordeón de forma autodidacta, ayudado solo por su tío, el cantante melódico Ariodante Dalla. La madre, reconociendo su pasión, nunca se opuso a su deseo de formar parte del mundo de la música. De hecho a los 15 él se trasladó a Roma para dedicarse a la música. De adolescente regresó a Bolonia, y aquí nació su pasión por el jazz, comenzando a tocar el clarinete. Se unió como clarinetista al conjunto de jazz "Rheno Dixieland Band". De este complejo formaba parte también el director de cine Pupi Avati, que, sintiéndose abrumado por el talento de Dalla, pronto dejó la banda y se apasionó al cine. En este período Dalla no estaba interesado en la música ligera. De hecho, dedicaba todo sus esfuerzos al jazz: a pesar de su joven edad, actuó con Bud Powell, Cjharles Mingus, Eric Dolphy y con Chat Baker, que en ese momento vivía en Bolonia. En 1960 su banda participó en el primer festival europeo de jazz en Antibes, en Francia, y lo ganó. Al año siguiente entró por primera vez en un estudio de grabación. En 1962 entró a formar parte de la banda Flippers como voz solista, logrando sorprender al público con sus gorjeos muy peculiares; ésto hizo que Gino Paoli lo notara y lo incitara a convertirse en el primer cantante de soul italiano. En 1964 con tan sólo 21 años grabó su primer disco de 45 revoluciones. Su participación en el festival "Cantagiro" fue una derrota, no lo comprendieron: muchos fueron los silbidos y los tomates que acogieron a Lucio en el escenario. Pero, sin desanimarse, él continuó por su camino y formó su propio grupo de artistas boloñeses: Los Ídolos. Hasta 1970 no tuvo mucho éxito, aunque participó en muchas manifestaciones. Cuando, en 1971, participó en el festival de Sanremo con la canción "4/3/1943" tuvo un gran éxito, hasta el punto de ser considerado uno de los más grandes artistas de la música italiana. Desde 1976 terminó su colaboración con el poeta boloñés Roberto Roversi y comenzó a escribir también los textos para sus canciones. Para hacerlo, se retiró a su chalet en las islas Tremiti, donde incluso construyó un estudio de grabación. Muchísimas son las canciones de gran éxito que desde entonces nos ha regalado. En 1990 recibió la licenciatura Honoris Causa de la Universidad de Bolonia en "Letras y filosofía". Gracias a su naturaleza, siempre en busca de novedades, en 2003 decidió dedicarse también a la música lírica y realizó los arreglos de la obra "Tosca - Amor desesperado" basada en la obra original de Puccini. El éxito que obtuvo fue grandioso, tanto que lo llevó a iniciar una colaboración con el superintendente y director artístico del Teatro municipal de Bolonia. Exito tras éxito, en febrero de 2012 volvió a subir al escenario del festival de Sanremo como cantante de la canción Nanì, junto con Pierdavide Carone, y también como director de orquesta. El tema, excluido en un primer momento, fue readmitido sucesivamente y en la clasificación final llegó al quinto lugar. El 18 de febrero, día de la final, fue la última vez que Lucio apareció en la televisión. El 27 recomenzó su gira suiza desde Lucerna. La noche siguiente estaba en Zurich y el 29 en Monteux, para tocar en el Auditorio Strawinski Concert Hallche. Fue el momento que marcó el final de su carrera: la mañana del 1 de marzo murió a la edad de 68 años por un ataque de corazón. Al día siguiente el féretro fue trasladado de la morgue de Lausana a la residencia boloñesa del artista en Via D'Azeglio. El 3 de marzo en Bolonia y en las Islas Tremiti, residencia de verano del cantautor, fue proclamado luto ciudadano; en el patio del Palacio Comunal (o palacio de Accursio) se instaló la cámara funeraria y miles de personas le rindieron homenaje. El 4 de marzo, día de su 69 cumpleaños, se celebró su funeral, al que asistieron más de 50.000 personas. Se celebró en la Basílica de San Petronio y en la Plaza Mayor. El cuerpo fue enterrado cerca del de su madre, en el campo 1971 de la Certosa de Bolonia. En 2013, los herederos, después de haber recibido de parte del Ayuntamiento de Bolonia la disponibilidad de un espacio situado al lado del mausoleo dedicado al poeta Giosue Carducci, encargaron un monumento a los artistas Antonello Paladino y Stefano Cantaroni. Allí el cantautor descansa con sus padres. (Traduzione in spagnolo a cura del Liceo Leonardo Da Vinci, nell'ambito del progetto Scuola Lavoro 2020/21).

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Introduzione in linguaggio LIS - Lingua dei Segni Italiana al Cimitero della Certosa di Bologna. Un video realizzato grazie al Comune di Bologna - Dipartimento e Promozione della Città in collaborazione con l'Istituzione Bologna Musei e la Fondazione Gualandi a favore dei Sordi di Bologna.

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