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Angelo Cuccoli

1834 - 1905

Scheda

Angelo Cuccoli (Bologna, 1834 - ivi, 1905) era il figlio dell'altrettanto noto Filippo (1806-1872). Dopo varie esperienze in compagnie girovaghe, tornò a Bologna e nel 1857 debuttò nel casotto del padre. Dal momento che aveva una voce timida ed incerta, non poteva certo competere con Filippo nella maschera di "Sandrone", pertanto, recuperò quella di "Fagiolino" adattandola alle sue possibilità vocali e mettendo in evidenza l'arguzia e la finezza del personaggio. Dopo circa quindici anni, alla morte del padre, Angelo rifondò tutto il suo repertorio, basandosi sempre sulla commedia dialettale, ma integrandola con originali storie del teatro italiano e francese e adattandola al gusto e ai desideri del popolo bolognese. Tra i suoi collaboratori vi fu anche Augusto Galli, inventore di "Sganapino".

I suoi spettacoli, pur saldamente radicati nella tradizione, ben esprimevano il mondo moderno. Quando, nel 1877, venne deciso che il casotto sarebbe stato sfrattato dal Voltone del Podestà vi fu quasi una rivolta popolare. La "baracca" costretta a peregrinare di piazza in piazza, vide poi come luogo di elezione il mercato coperto delle erbe, in piazza San Francesco. Purtroppo, tale marginalizzazione dal tessuto urbano tradizionale portò alla decadenza del teatro di Cuccoli, acuita dal suo ormai precario stato di salute. Negli ultimi anni della sua vita, fu poi costretto a lavorare al chiuso nel teatrino di via dell'Oro e di quello della Nosadella. In quest'ultimo, nel 1904, diede vita alla "Compagnia Felsinea".

Riposa in Certosa, nella galleria per loculi nord-ovest del Chiostro VI o della Grande Guerra. La memoria viene eseguita dallo scultore Alfonso Borghesani e l'epigrafe ricorda "A memoria dei lepidi ed arguti burattinai Filippo ed Angelo Cuccoli, nel secolo XIX prodighi dispensatori di petroniana giocondità al popolo bolognese. I concittadini posero - auspice la Casa del Soldato - ove l'arte delle marionette rifiorì nei discepoli Augusto Galli e Giulio Gandolfi. Addì VIII dicembre MCMXVIII"

Daniela Schiavina