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Coltello da caccia di Gioacchino Murat

1810 ca.

Schede

Quest'arma appartenne a Gioacchino Murat e risale al periodo in cui fu Re di Napoli (1808-1815) ed è di probabile fabbicazione napoletana, come evidenzia la "G" coronata. Fa parte del gruppo di armi e ad altri oggetti appartenuti a Murat che furono donati al Museo del Risorgimento dalle nipoti, per volontà della figlia del Re, Letizia, che aveva sposato il nobile bolognese Guido Taddeo Pepoli. Presenta il fornimento a croce, con guardia in bronzo dorato terminante con testa di levriero da una parte, con testa di cavallo dall’altra; al centro della crocera, su entrambi i lati, si trova un medaglione con “G” (“Gioacchino”) sormontata da corona reale, con decorazioni a rilievo; l'impugnatura in ebano ha sezione ottagonale, e il pomo in bronzo dorato a testa di leone. La lama diritta, a due fili, ha sezione romboidale ed è lavorata a damasco. Il fodero in legno è rivestito di velluto rosa pallido, con cappa e puntale in argento dorato.

Coltello da caccia appertenuto a Giocchino Muart. Lunghezza lama 480; lunghezza totale 670; larghezza lama 33. Museo civico del Risorgimento di Bologna.


Otello Sangiorgi