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Cappella Maggiore

Schede

Decorata nell’ultimo decennio del Cinquecento da Bartolomeo Cesi (1566 - 1629), la cappella maggiore è un armonioso insieme di affreschi, dipinti e stucchi, bianchi e dorati. All’ingresso sono affrescati i santi Pietro e Paolo. Sull’intradosso dell’arco d’accesso, entro riquadri, sono dipinti i Santi Caterina da Siena, Domenico, Benedetto, Antonio Abate, Francesco d’Assisi e Caterina de’ Vigri. Nella parte alta delle pareti sono distribuite storie del Vecchio Testamento prefiguranti il sacrificio e la resurrezione di Cristo. Sulle tre pareti dell’abside quadrata sono disposti i grandi dipinti del Cesi rappresentanti scene della Passione di Cristo inquadrati da affreschi con santi certosini. Le due porte laterali, che danno accesso al Sancta Sanctorum, sono anch’esse decorate con dipinti del Cesi raffiguranti i santi Lorenzo e Stefano. Il prezioso tabernacolo in pietre dure, originariamente collocato nel Santa Sanctorum retrostante e trasferito sull’altare solo nel secolo scorso, era ornato da statuette in bronzo dorato di Filippo Scandellari (1717 - 1801). (Antonella Mampieri)

Della fine del Cinquecento, le tre grandi tele di Bartolomeo Cesi dipinte per la Cappella Maggiore (cm 247x585 ciascuna), l’Orazione nell’Orto, Crocefissione e la Deposizione, sono ispirate al tema della Passione di Cristo e collocate nella cappella maggiore della Chiesa di San Girolamo alla Certosa. La commissione è voluta da Giovan Battista Capponi, che durante il periodo del suo priorato (1587-1614) attua un importante progetto d’ampliamento e di decorazione nel monastero certosino. Tutte le tele che verranno successivamente realizzate per la chiesa saranno dedicate ad episodi della vita di Cristo, e il primo 'quadrone' rappresentante la Natività verrà collocato nel 1644 proprio di fronte, sulla Controfacciata. Con ogni probabilità si deve allo stesso Cesi anche la progettazione complessiva che comprende una ricca ornamentazione a stucco. Nell'arco di accesso sono rappresentati san Paolo e san Pietro insieme ad altri santi nel sottarco. Le tre grandi tele sono attorniate da santi certosini dipinti ad affresco, mentre nella parte superiore sono rappresentate storie del Vecchio Testamento: Sacrificio di Isacco, Giuseppe venduto dai fratelli, Sansone distrugge il tempio dei Filistei, il Serpente di bronzo, la Pasqua ebraica, Giona estratto dalla balena. La volta a crociera è decorata con le figure del Padre Eterno, degli angeli con strumenti della Passione, Sibille e Profeti. A lato della Crocifissione erano affrescati i due santi intestatari della Chiesa - san Girolamo e san Giovanni – già staccati nel corso del Settecento per aprire due finestre. Attualmente sono collocati nella parte superiore della controfacciata.

Ottorino Nonfarmale si è occupato del recupero dei tre dipinti in due tempi differenti. Per prima è stata restaurata la tela centrale rappresentante la Crocifissione, successivamente le altre due tele laterali dell’Orazione nell’Orto e della Deposizione. Il restauro senza dubbio ha conferito una piena lettura dell’innegabile bellezza delle opere e ha fatto riaffiorare particolari come la cattura di Cristo in secondo piano nell’Orazione o il retrostante cielo nuvoloso nella Deposizione, assegnando il meritato valore a queste opere che, fino a quel momento, sono state considerate immeritatamente tra le più deboli del maestro e ora, invece, diventano capolavori indiscussi della pittura europea della fine del XVI secolo. Dalla corretta datazione dichiarata da Emanuela Fiori in occasione del restauro, risulta evidente l’influenza che queste tre grandi tele hanno avuto per i pittori delle generazioni successive come Guido Reni, Guercino e Giacomo Cavedone. (Benedetta Campo, Novembre 2011)