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Agostino Canturio

1790 ca - 29 Gennaio 1855

Scheda

Scagliolista e ornatista in gesso, risulta attivo nel cimitero della Certosa. A lui si devono numerosi parti decorative a finto marmo delle tombe Fieschi, Patuzzi, Bentivoglio, Ceronetti, Galletti, Gini, Levi, Rodati. Tra le opere a cui Canturio collabora, solo una è andata perduta, quella dedicata a Galli Vincenzo, fortunatamente documentata nella raccolta edita da Giovanni Zecchi. Stando alle indicazioni storiche risulta attivo in un breve arco di anni, tra il 1820 e il 1827.
Presso l'Archivio Storico del comune di Bologna è conservato il foglio di seppellimento n. 5156 del 30 gennaio 1855, in cui Raffaele Marchetti dichiara la morte di Agostino Canturio, figlio del fu Michele e della fu Agata Bossi, di anni 65, ammogliato con Vincenza Filippi, di condizione scagliolista. Abitava al n. 1447 della Parrocchia di S. Gregorio. Morto il giorno 29. Il fratello Andrea acquista il pozzetto n.695 nella Sala del Colombario del cimitero bolognese.
Il testo della lapide, brevissimo, recita: AVGVSTINVS . CANTVRIVS / MENDRISIO . TECTOR / HONESTE . VIX . AN . LXV / DECESSIT . K . FEBR . AN . MDCCCLV / ANDREAS . FRATER / OB . MERITA . PIETATIS / PONI . CVRAVIT
Il testo ci aiuta quindi nel capire il suo luogo di nascita, area che per secoli fornirà abili scalpellini, scagliolisti e architetti attivi in tutta Europa. Anche il suo cognome è coerente con l'origine. Canturio è la volgarizzazione di Cantù, città vicina a Como e non lontana da Milano.

Roberto Martorelli