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Busto di Angelo Masini

1884 ca.

Schede

Il busto ritrae uno degli eroi del Risorgimento bolognese, caduto a Roma durante le ultime battaglie del 1849, in difesa della Repubblica romana. L'esemplare riprodotto è in stretta relazione con quello dedicato all'eroe e collocato sul suo cenotafio in Certosa. La lapide collocata al di sotto del busto l'otto agosto del 1884 recita: Ad Angelo Masini, nella Spagna, nella Venezia, in Roma Repubblicana, soldato della libertà, duce della cavalleria garibaldina, gloriosamente caduto in sul Gianicolo, il fratello Giuseppe, che le disperse e care ossa non poté qui comporre in pace, pose con memore affetto questo ricordo. La lapide in Certosa è collocata a pochi metri da Murat ed Ercolani, in un angolo buio e poco visibile. Testimonianza dell'affetto dei bolognesi è la presenza di diverse scritte a matita tra cui vi è anche un saluto dai nipoti di Pietro e Lodovico Pietramellara.

Questo ritratto è, tra le opere conosciute, uno dei marmi migliori di Pacchioni, forse anche in virtù del coinvolgimento emotivo che avrà suscitato nello scultore. Due varianti di questo ritratto sono conservati nei depositi del Museo civico del Risorgimento, e si differenziano per l'aggiunta del cappello. Tutte le versioni citate riproducono la divisa di Masini, abito a tutt'oggi esposto nella sezione del Museo del Risorgimento dedicata ai moti del '48. Indicativo del significato politico e morale di questo ritratto è la collocazione nel Tempio del Risorgimento insieme al gesso per il monumento a Ugo Bassi, ambedue riprodotti in una litografia del giornale periodico dedicato all'Esposizione Emiliana del 1888.

La fotografia che riproduce l'opera fu prodotta dalla Società fotografica bolognese, attiva dal 1863 al 1915. L'ampia produzione di ritratti, anche di grandi dimensioni, ci ha consegnato una visione unica dell'alta società bolognese, degli attori e dei cantanti di passaggio in città. Le riprese istantanee valsero alla Società la notorietà al di fuori del recinto locale, e la partecipazione a numerose esposizioni nazionali e internazionali tra 1873 e 1894.

Roberto Martorelli

Testo tratto da: R. Martorelli, Cento anni di scultura bolognese. L’album fotografico Belluzzi e le sculture del Museo civico del Risorgimento, numero monografico de “Bollettino del Museo del Risorgimento”, LIII, 2008