Salta al contenuto principale Skip to footer content

Laura Bevilacqua Ariosti

14 marzo 1837 - 21 dicembre 1926

Scheda

Alla vigilia del suo novantesimo anno, il 21 dicembre 1926, moriva a Bologna la marchesa Laura Bevilacqua Ariosti, dopo aver disposto che la parte più cospicua del suo ricco patrimonio fosse destinata all’istituzione di un convalescenziario per donne povere che avesse sede nella sua villa posta sulla via Emilia di San Lazzaro attorniata da un parco secolare ed inserita al centro di una vasta proprietà agricola. Questa villa, costruita nel 1855 da Biagio Zucchini, era diventata la residenza della marchesa fin dal 1918. Nel suo testamento la Rodriguez, vedova dello spagnolo Annibale Rodriguez y Laso De’ Buoi aveva così espresso le sue volontà: “Voglio che nella mia villa di San Lazzaro di Savena venga fondato un istituto di convalescenza per donne povere dai sedici ai cinquanta anni di religione cattolica, che, uscite dagli spedali, abbiano ancora bisogno di cure. L’osservazione quotidiana pone in evidenza che molte donne le quali hanno bisogno di cure ospitaliere mediche o chirurgiche sieno dimesse dagli Spedali prima ancora che il loro organismo abbia potuto rifarsi dei danni profondi patiti in conseguenza della malattia e della operazione chirurgica, cosicché restituite alle loro case dove i bisogni incalzano, si sottopongono alle più rudi fatiche, compromettendo le loro energie fisiche, la loro salute. Il Convalescenziario si propone appunto l’assistenza a donne di povera condizione, che dimesse dagli Spedali per una operazione chirurgica subita, o per avere superata una malattia acuta, hanno ancora bisogno di quell’ulteriore riposo, di quelle cure ricostituenti che permettano una ripresa della vita attiva in pieno rendimento e senza pericolo per la loro salute. Perché il Convalescenziario risponda efficacemente al suo fine è assolutamente necessario che da esso siano escluse tutte le forme ad andamento cronico”.

L’Opera Pia Convalescenziario Laura Rodriguez y Laso De’ Buoi venne costituita in Ente morale con Regio Decreto del 9 maggio 1929 ed il 9 febbraio 1931 fu presentata al podestà di San Lazzaro formale richiesta per i lavori di trasformazione del fabbricato per adattarlo alla nuova funzione. L’inaugurazione ufficiale dell’Istituto avvenne il 21 aprile 1932 alla presenza del suo presidente, il conte Gualtiero Isolani, e delle maggiori autorità bolognesi e di San Lazzaro. Nel 1944 la villa ospitò la Divisione di Medicina dell’Ospedale Maggiore di Bologna, che era stato distrutto da un bombardamento. Ma nel 1945 anche il convalescenziario fu colpito dalle bombe. Dopo la fine del conflitto per un certo periodo la villa fu usata come ospedale di zona, poi è tornata alla sua funzione di assistenza a donne convalescenti e successivamente trasformata in casa di riposo per donne anziane. La vasta proprietà è stata in parte urbanizzata, in parte trasformata nel parco pubblico denominato “Parco della Resistenza” e nella “Palestra Rodriguez”. Attualmente nella villa e negli edifici annessi ha sede l’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Laura Rodriguez che ospita anziani non autosufficienti ed anziani o disabili bisognosi di assistenza e cure.

Francisco Giordano

Testo tratto da: Francisco Giordano, in: Di buona fama, a cura di Francisco Giordano, in «Quaderni del Savena», ed. Clueb, 12, 2012, pp. 57-94; Bibliografia essenziale; San Lazzaro di Savena, la storia, l’ambiente, la cultura, a cura di Werter Romani, Ed. L. Parma, Bologna, 1993; Alfredo Boselli, Il Convalescenziario Laura Rodriguez Y Laso de' Buoi, in «Il Comune di Bologna», 4, 1934.

Il testo precedente integra il seguente (2008)
Nata il 14 marzo 1837 da Cesare di Francesco Bevilacqua e Isabella di Prospero Zambeccari, Laura sposò il 3 marzo 1862 Annibale Rodriguez y Laso De Buoi (vedovo ed erede di Marzia Eleonora de’ Buoi). Morì il 21 dicembre 1926, lasciando i suoi beni per l’erezione di un convalescenziario femminile. Sede dell’istituzione volle che fosse la villa a San Lazzaro di Sàvena presso Bologna (via Emilia 36), risalente al 1855, da lei acquistata nel 1918 come luogo di villeggiatura (Perazzini, Ville, p. 385). Nel lascito testamentario era compreso anche il palazzo di famiglia di via San Mamolo in angolo con via Carbonesi (ora via D’Azeglio 19-21), che fu venduto negli anni ’80 del Novecento per far fronte alle spese del restauro e dell’ampliamento della villa (Necrologio in “Il Resto del Carlino”, 22 dicembre 1926 e La morte di una grande benefattrice in “Il Resto del Carlino”, 25 dicembre 1926).

Silvia Benati