Bernardi Bernardo

Bernardi Bernardo

1809 ca. - notizie 1871

Note sintetiche

Scheda

Lo scultore Bernardo Bernardi avvia la sua formazione presso l'Accademia di Belle Arti, dove è presente tra 1826 e 1834. Il suo stile si definisce nell'ambito della cultura neoclassica, pur evolvendo verso un moderato verismo nell'occasione dei ritratti eseguiti per il Pantheon della Certosa. Bernardi è attivo in Certosa lungo un arco di quaranta anni, a partire dal 1832: suoi i monumenti a Francesco Piana (Chiostro I°); Ghedini e Lagorio (Chiostro Maggiore); Collalto (Loggia di Levante); Astolfi (loggia di Ponente); Gibelli, Zucchini e Sibaud (Sala del Colombario). Nel cimitero esegue anche alcuni ritratti in marmo per il Pantheon dei bolognesi illustri, tra cui quello di Ludovico Savioli (1846) e dell'anatomico Antonio Alessandrini (1863). Viene documentato in alcune chiese di città per le quali esegue una statua policroma di S. Venanzio martire per la Chiesa della Mascarella o una Via Crucis per Santa Maria degli Alemanni. Per la chiesa di Santa Maria Regina dei Cieli, detta Madonna dei Poveri esegue nel 1844 le statue dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista collocate entro nicchie sulla facciata. Partecipa all'impegnativo cantiere del santuario di S. Giuseppe ai Cappuccini, terminato nel 1844, per cui esegue diverse sculture ritraenti dei santi. Entro nicchie trovano posto ventiquattro statue: Giovanni Putti e suo figlio Massimiliano ne eseguono tre ognuno, mentre a Carlo Berozzi, Vincenzo Testoni ed al Bernardi ne dovrebbero spettare in tutto diciotto. Nella Cattedrale di San Pietro è chiamato a restaurare il celebre Compianto in terracotta di Alfonso Lombardi. In provincia è attivo in San Giacomo di Gavaseto per eseguire una Beata Vergine del Rosario, mentre presso la chiesa Abbaziale di Zola Predosa scolpisce un Sant'Antonio da Padova. Per la chiesa dell’Assunta (o del Crocifisso) di Medicina colloca entro nicchie due grandi statue rappresentanti i profeti Davide e Isaia. A San Giovanni Persiceto è possibile ammirare le quattro statue eseguite nel 1838 per la facciata della collegiata di San Giovanni Battista, rappresentanti gli evangelisti. Dalla descrizione che nel 1865 viene fatta del suo studio, risulta uno scultore che sopravvive con la produzione di ritratti, come quello in marmo di Vittorio Emanule II, collocato nel 1862 all'ingresso della Loggia dei Mercanti (Palazzo della Mercanzia).

In Una visita allo studio dello scultore Bernardo Bernardi in Bologna, Bologna, 1865: “Questi pensieri, onorevole amico, mi si affacciarono all'animo, posto appena il piede nello studio dello scultore Bernardi, conciossiachè al primo scorgere il suo bel gruppo (in plastica) la Carità. (...) due fanciulli, l'uno in piedi e l'altro soavemente adagiato a' suoi piedi e in atto di porgerle un fiore, stanno intorno a Colei che è simbolo, ed esempio nobilissimo delle Madri. (...) Dio conceda a questa Carità, condotta in marmo, possa far degna mostra di sé in qualche pubblico luogo, e non divenga patrimonio di oziosi (...) Di altri cinque ritratti, opera tutti dello stesso Bernardi, è forza io ti parli eziandio. In uno di essi (a bassorilievo e in marmo) ti sarà dato contemplar le sembianze dell'illustre e non mai abbastanza compianto anatomico Alessandrini. Somigliantissima è la effige di chi accrebbe tanto lustro e splendore alle anatomiche discipline. (...) altro busto (in marmo) le sembianze di altro celebre cultore delle mediche discipline: quelle del venerando Comelli (la effigie del venerando Prof. Comelli fu ordinata da un'unione di scolari all'artefice nel 1855): effigie che i cultori dell'arte salutare dovrebbero collocare in pubblico luogo, a memoria e lustro di quella splendida scuola, che diede tanti e tanti valentuonimi all'Italia. Oh quanti pensieri tristi ma in uno di gratitudine non peritura mi si affacciano alla mente scorgendo il busto marmoreo del benemerito Commendatore Magenta (Il busto del Commendatore Magenta fu condotto dall'artefice mediante firme di benemeriti cittadini, le quali non giungendo a coprirne le spese, un nobile signore del proprio diede di che compire degnamente l'opera, onde farne dono alla famiglia dell'estinto in Genova), che a tempi difficili e di pubblica calamità fece, con assiduo e vigilare operare, succedere, con l'aiuto di prodi e integerrimi cittadini, giorni tranquilli in questa Bologna, dove tenne la dignità prefettizia con tanta lode ed ammirazione dei buoni! (...) Chi non si sentirebbe commosso contemplando i busti, bellamente scolpiti in iscagliola dal sullodato Bernardi, di Pinna, di Feoli, di Montessoro, di Pizzoli, i quali, impavidi alle minacce di una gente cresciuta ne' postriboli e ne' bagordi, non di altro avido che di rapina e di sangue; con la operosità della mente, con la forza della parola, giunsero a chiarire al mondo, come da reggimento corrotto non possano trarre i popoli che lacrimevoli documenti di vizi! Oh la immagine di sì benemeriti cittadini, condotta in marmo, veggano i buoni collocata in quell'aula medesima, dove il popolo udì condannati quegli che sparso avevano la diffidenza, il terrore in questa antica e gloriosa città.”

In Il monumento al Re d’Italia Vittorio Emanuele II, Bologna 1862: nell'atrio del “Foro dei Mercanti, costruito a volta ellittica regolare dall’ingegnere Ferrari, è posto il marmoreo Monumento al glorioso Vittorio Emanuele II. Intorno al disegno del quale, basti profferire il dipintore del celebre dipintore Adeodato Malatesta che lo pensò, e di Gaetano Ferri che lo eseguì. L’opera di scoltura deesi al bolognese Bernardo Bernardi. L’effigie del Re d’Italia, posa sovra un piedistallo decorato a modo che ben risponde alla forma dell’edifizio. Il collegio dei mercanti esulta, dell’aver dato questo spontaneo segno di affettuosa ossequianza al Primo Restitutore della Nazione.”

Roberto Martorelli

Bibliografia: Guida del forestiere per la città di Bologna e suoi sobborghi, Tip. San Tommaso d'Aquini, 1844; Le chiese parrocchiali della diocesi di Bologna, ritratte e descritte, vol. 4°, Corty, Bologna, 1851; Del movimento artistico in Bologna dal 1855 al 1866 in occasione della Esposizione Universale di Parigi del 1867; Bologna, 1867; La chiesa priorale e parrocchiale di S. Maria e S. Domenico detta della Mascarella in Bologna; Bologna, 1943.

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Documenti
Uomini Illustri | Pantheon di Bologna
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Uomini Illustri - Elenco delle collocazioni dei busti nella Sala del Pantheon, nel Cimitero Comunale della Certosa. 1819 | 1889