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Cappella delle Reliquie

Schede

Decorata da Luca Bistega (1672 - 1732) come le altre di questo lato, la cappella presenta sulla parete sinistra un altare barocco per reliquiari, riccamente dorato. L’altare di fronte, di stile formiginesco, contiene un S. Francesco di Anna Mignani Grilli Rossi (morta 1832). Alle pareti sono appesi dipinti di piccolo formato, provenienti dalla Certosa stessa e da altre chiese soppresse. Nella parete di comunicazione tra questa cappella e quella di San Giuseppe si trova una piccola ancona formiginesca contenente una Madonna col Bambino in terracotta di ambito bolognese della prima metà del Cinquecento. (Antonella Mampieri)

L'altare prende il nome dalla grande quantità di contenitori contenenti reliquie di santi, beati e martiri della cristianità. La serie di reliquiari, simili tra loro per tipologia, dimensioni e contenuti, sono custoditi nell’altare, che risale al XVIII secolo. La cappella delle reliquie si trova lungo la navata, sul fianco sinistro della chiesa. La parete dietro l’altare ha le fattezze di un immenso e sontuoso reliquiario predisposto per l’esposizione dei resti. Questo è costituito da tre grandi sportelli di legno dorato decorati con ricchi intagli formati da avvolgimenti a spirale, foglie di acanto stilizzate e arricciate, cornici che riempiono tutta la fronte, lasciando con regolarità simmetrica fori con aperture ovali, quadrilaterali o poligonali dai quali si scorgono le reliquie contenute all’interno. All’interno della base dell'altare è nascosto anche il corpo, riconosciuto incorrotto, di santa Laurenzia martire.

Le reliquie, siano essi resti corporei oppure manufatti appartenenti alle persone in vita, sono oggetti con forte valore simbolico e metonimico che richiamano alla memoria problematiche importanti legate al culto dei santi, alla spiritualità umana, al corpo, alla morte, alle politiche di conservazione e sono inscindibilmente legati alla sfera del “sacro”. Nel trattare il tema delle reliquie bisogna tenere in considerazione non solo aspetti religiosi ma anche storici, antropologici e giuridici. A livello sociale si attribuisce un grande potere all’oggetto reliquia che attraverso complesse procedure di riconoscimento di senso diventa un ricettacolo di santità incorporando il santo stesso. Le modalità secondo cui questi oggetti sono pervenuti in questo luogo sono avvolte dal mistero come anche la mano esecutrice dell’opera stessa. La cappella delle reliquie è una zona della chiesa che ritroviamo nell’architettura di molti monasteri certosini; era un luogo dove i monaci celebravano il rito liturgico ed era uno spazio favorito di ritiro spirituale della vita claustrale. Nella chiesa di san Girolamo sono custodite una grande quantità di reliquie, ad esempio nell’altare maggiore, nell’altare della cappella di san Giuseppe, in sacrestia. La presenza di una moltitudine nello spazio della chiesa di san Girolamo testimonia la diffusione del culto delle reliquie tra i padri certosini che abitavano la Certosa di Bologna, prima delle soppressioni napoleoniche. È nota la tradizione di accumulare nei monasteri certosini di clausura il maggior numero di resti di santi e martiri per usufruire dei benefici spirituali connessi alla devozione. Non erano, però, i monaci a procurarsele ma persone esterne, in quanto essi non potevano peregrinare per i luoghi di culto. Dalla consultazione delle cartelle emerge che tra la prima e la seconda metà del '700 sono stati svolti vari sopralluoghi rivolti al controllo delle reliquie presenti nella chiesa. (Cecilia Degiovanni, giugno 2010)