Salta al contenuto principale Skip to footer content

Francesco Acri

19 Marzo 1834 - 21 Novembre 1913

Scheda

Francesco Acri nasce a Catanzaro il 19 marzo del 1834. Fin dalla sua prima educazione ricevuta dai padri liguorini, si delinea il suo percorso personale e professionale. Filosofo mistico, ha frequentato, dal 1862 al 1864, le lezioni del Tredelenburg a Berlino. Prima di divenire professore di storia della filosofia all’Università di Bologna dal 1870 - in sostituzione di F. Fiorentino - era già professore presso l’Università di Palermo. Nel 1895 viene eletto consigliere comunale di Bologna. Il lavoro che lo impegnò per buona parte della sua vita è stata la traduzione dei dodici dialoghi di Platone, caratterizzata dall’amore per la frase elegante e nitida che la rendono un capolavoro dal punto di vista stilistico, riscontrabile in tanti altri suoi scritti. Il suo credo profondamente cattolico lo ha portato a battersi contro il divorzio e a favore dell'introduzione del catechismo nelle scuole. Di carattere schivo, ha vissuto isolato dal mondo, non tanto però da non poter esprimere le proprie convinzioni, senza pregiudicare i propri sentimenti nazionali. Gli scritti originali dell'Acri sono raccolti in quattro volumi: Videmus in aenigmate, Bologna 1907; Amore, Dolore, Fede, ivi 1908; Dialettica turbata, ivi 1911; Dialettica serena, Rocca S. Casciano 1917.

Francesco Acri muore a Bologna il 21 novembre 1913 ed attualmente sepolto in Certosa nel chiostro VII, portico est, n. 170. L’epigrafe riporta: FRANCESCO ACRI / N. IL 19 MARZO 1834 IN CATANZARO / M. IL 21 NOVEMBRE 1913 IN BOLOGNA / DAL 1871 PROFESSORE ALL'UNIVERSITA' / DI STORIA DELLA FILOSOFIA / NOBILE CUORE E ALTO INGEGNO / PADRE TRA I FIGLUOLI E I NIPOTI SUOI / PADRE TRA GLI SCOLARI / SPECULATORE DI VERITA' SEGUACE DI BONTA' / AMICO DI BELLEZZA / FILOSOFO E ARTISTA / ITALIANO D'ANIMO E DI LINGUA / DEVOTO A PLATONE A TOMMASO A DANTE / ADORATORE DI CRISTO / DALLA FEDE / A CUI PARVE FACILE CONCILIARE LA SCIENZA / IN CUI RIPOSO' L'INTELLETTO E L'AFFETTO / ABBIA LETIFICATO IN PERPETUO / LO SPIRITO IMMORTALE

Angela  Pierro

Rimasto per lungo tempo presso che ignorato, lo rivelò un art. di G. Gentile, in La Critica, VI, 1908, pp. 27-40 (riprodotto in Le origini della filosofia contemporanea, Messina 1917, I, pp. 385-403), ancor oggi fondamentale. Per il carattere dell'uomo e dello scrittore v. L. Ambrosini, in Il Rinnovamento, III, 1909, fasc. 5° e 6°. Altre indicazioni bibliografiche in R. Mondolfo, F. A., Bologna 1914.