Cavazzuti Leonildo

Cavazzuti Leonildo detto/a Sigismondo

15 novembre 1909 - 1972

Note sintetiche

Occupazione: Militare Serv. Permanente Effettivo

Riconoscimenti

  • Partigiana/o ( 1 ottobre 1943 - 21 aprile 1945)

Scheda

Leonillo Cavazzuti, «Sigismondo», da Alberto e Armida Assani; nato il 15 novembre 1909 a Formigine (MO). Nel 1943 capitano in spe del 36° rgt fanteria, proveniente dall'Accademia militare. Visse la «drammatica e tragica» giornata dell' 8 settembre 1943 «con l'animo di chi più è stato colpito ed offeso nello spirito militare». Facendo «appello al senso dell'onore», pur tra «incertezze e timori», propri del momento, non rispose «ai reiterati appelli ed alle replicate minacce» e operò, invece, per la formazione nel modenese dei primi gruppi di azione della resistenza.
Sostenne la necessità di costituire «un organo militare centralizzato che avesse il compito di dare un indirizzo, il più possibile uniforme, alle varie formazioni piccole o grandi, che un po' ovunque si andavano sviluppando». Aderì al movimento democratico cristiano.
Fino all'estate 1944, quale componente del CLN, svolse attività clandestina nella bassa modenese. Ricevuto l'ordine dall'avv. Alessandro Coppi, democratico cristiano e presidente del CLN di Modena, nel luglio si trasferì a Bologna per assumere l'incarico di vicecomandante del CUMER, che gli «competeva per la [sua] qualifica di comandante regionale delle formazioni democristiane».
Lavorò in stretto e costante collegamento con Ilio Barontini e con gli altri componenti del CUMER, vivendo con la famiglia in condizione di rischio. «La cosa più bella che affiorò subito - ha scritto - [...] fu che ci si comprendeva a meraviglia, si parlava lo stesso linguaggio, non affioravano mai questioni di partito». E ancora: «non si facevano distinzioni di fede politica o religiosa, ma gomito a gomito si lavorava e si rischiava insieme in una unità di intendimenti per raggiungere la pace, la giustizia e la libertà». Ebbe frequenti incontri con i cattolici bolognesi, in particolare con padre Innocenzo Maria Casati, Giancarlo Pascale, Carlo Zanotti. Nei locali dell'Istituto ciechi Francesco Cavazza istituì uno Studio culturale per la Gioventù cattolica, in realtà deposito di armi e munizioni e centro di smistamento di ufficiali alleati e di partigiani in missione. Tra l'altro, collaborò alla costituzione del Comando piazza di Bologna e, nel settembre 1944, alla preparazione del piano insurrezionale della città. N
ell'autunno 1944 costituì, «in un sotterraneo della Villa Calvi nei pressi di Parma», il Comando Nord-Emilia. Nell'inverno, «per la denuncia di una spia», corse il rischio di essere arrestato e fucilato. Dal marzo 1945 ospitò nella sua abitazione il capitano Ferruccio Mazzara, capo della missione inglese 'Bilancia', in collegamento tramite radio con il comando alleato.
Riconosciuto partigiano dall' 1 ottobre 1943 alla Liberazione. Intervista in Epopea Partigiana, Bologna, 1946; Testimonianza in RB1. [A]

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