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Camillo Casarini

8 Agosto 1830 - 21 Aprile 1874

Scheda

Camillo Casarini (Bologna, 1830 - ivi, 1874), avvocato, partecipa nel 1849 alla difesa di Bologna dagli austriaci, mentre nel 1859 e fino all'anno successivo collabora con Cavour. Successivamente ricopre sempre più impegnative cariche pubbliche che lo allontanano dalla Destra, e lo convincono della necessità di attuare profonde trasformazioni sociali, nonché della laicità delle istituzioni dello stato. Nel 1869 vince le elezioni amministrative a Bologna e ne diventa sindaco, avviando le prime riforme urbanistiche e sociali. Abbandona la carica nel 1872, dopo che viene coinvolto dallo scandalo Guadagnini, da cui dimostra la propria estraneità.

Giovanni Maioli lo ricorda in un articolo sulla rivista "Il Comune di Bologna" nel marzo 1928: "Nacque da distinta ed agiata famiglia bolognese nel 1830 e, fin dai primi anni, dimostrò non comune vivacità di indole e di temperamento. Compiuti i primi studi nel Seminario, poi presso un maestro privato, fu quindi affidato, per regolare un pò la sua troppa vivacità, ai Barnabiti di Santa Lucia a erudirvisi in rettorica e filosofia. (...) Il Casarini fu poi eletto deputato nelle elezioni del 1865 e sedette al centro con sempre più spiccata tendenza verso sinistra. A Bologna fondò tra destra e sinistra il partito progressista che fu detto degli Azzurri. Nel 1868 fu eletto sindaco della città. L'Amministrazione che l'aveva preceduto, non tanto per colpa propria, quanto per le tradizioni del passato, aveva dovuto ritirarsi, perchè esautorata nell'opinione pubblica. Il Casarini potè promuovere largo benessere materiale e morale, perchè riscoteva grande fiducia non solo negli elettori, ma in tutti i cittadini. Infinite sono le opere di utilità pubblica e di civico decoro da lui promosse. Impossibile elencarle. Basti, a titolo d'esempio, rammentare che si deve a lui l'allargamento di via Farini, un primo assestamento del Museo Civico e l'impulso dato agli spettacoli musicali."

Muore il 21 aprile 1874. Il giornale L'Ancora, di ispirazione cattolica, gli dedica un ampio necrologio non privo di aspre critiche: "era senza dubbio uno delle personalità più rilevanti del partito rivoluzionario di Bologna. Giovane ancora egli dedicossi alla cospirazione contro il Governo Pontificio; durante parecchi anni prestò i suoi servigi alla famosa Società Nazionale creata da Cavour, presieduta da La Cecilia e residente in Torino. Ma fino al 1859 Casarini non era conosciuto gran fatto in patria: i suoi meriti verso la massoneria non avevano fino allora oltrepassato i confini dei maneggi secreti e delle missioni confidenziali fra Bologna e Torino. Appena scoppiata la rivoluzione, all'indomani del 12 giugno 1859, molti non senza qualche meraviglia trovarono il nome di Camillo Casarini nel primo manifesto della Giunta Provvisoria di Governo insediatasi in Palazzo da cui si era intimato lo sfratto al Legato del Papa: si disse che il Casarini dovè la sua prima dignità all'influenza che esercitava sui popolani e in cui nel momento si riscontrava un elemento di forza rivoluzionaria. Più tardi passò alla sinecura lucrosa di commissario governativo per le ferrovie, e in una specie di eclissi si venne di nuovo poco a poco oscurando la persona di Camillo Casarini. Nel 1868 quando Bologna avea assunta una incomprensibile tinta di repubblica, e proteste clamorose contro il governo erano all'ordine del giorno, noi troviamo Casarini a scrivere articoli nei giornali repubblicani. All'indomani dei disordini pel macinato e in sull'alba del regime di Bardesono egli seguita anche a scrivere e scrive contro il nuovo prefetto. Costituito più tardi con le blandizie di Palazzo il partito azzurro, Casarini se ne trovò a capo. Da quel momento tutti i trionfi del partito azzurro segnarono un trionfo per Casarini. Divenuto Deputato, Sindaco e Commendatore egli ebbe il triste vanto di inaugurare il periodo dei più biechi attentati del Municipio contro la libertà della Chiesa. L'abolizione del catechismo nelle scuole comunali, l'abrogazione di ogni fondo registrato nei bilanci per le feste votive religiose, l'iniziativa della solennità per celebrare la caduta di Roma, l'atterramento della Croce nei chiostri del Cimitero, le lettere insolenti all'Arcivescovo sono alcune fra le molte enormità commesse da quell'amministrazione, che applaudiva a Casarini e che si inabissò fra gli scandali che tutti conoscono. Dopo il processo Guadagnini e la disgrazia di Bardesono, Casarini si occuppò meno di Bologna e più della rappresentanza nazionale. Si udì allora in Roma Casarini pronunziare il primo discorso contro gli ordini religiosi che si tenesse a Montecitorio, procacciando ai suoi concittadini, il dolore di udire in nostro nome portati i colpi al magistero della Chiesa nella stessa città di Roma."

Alla sua morte, grazie al contributo del Comune, viene realizzata all'interno della Galleria degli Angeli della Certosa una semplice e raffinata cappella che conserva il suo sarcofago di gusto medievale. Ad eternarne le memorie nel ritratto marmoreo fu chiamato Salvino Salvini (1824-1899), scultore giunto a Bologna all'indomani dell'Unità d'Italia su volontà dei Savoia, al fine di rinnovare la scena artistica dell'Accademia di Belle Arti. L'epigrafe recita: CAMILLO CASARINI / N. MDCCCXXX. N. MDCCCLXXIV. / MEMBRO DEL GOVERNO / PROVVISORIO NEL 1859 / SINDACO DI BOLOGNA / DAL 1869 AL 1872 / DEPUTATO AL PARLAMENTO

Roberto Martorelli