Casaralta

Casaralta

(Area militare di Forte Galliera)

Scheda

L'area militare di Forte Galliera o Casaralta, situata circa un chilometro fuori da Porta Galliera, era originariamente un elemento difensivo del Campo trincerato di Bologna che, dopo l'annessione del Veneto, venne man mano smantellato e concesso a uso civile. Casaralta acquisì particolare importanza durante la Prima Guerra Mondiale in relazione alla localizzazione (complice il vicino collegamento alla rete ferroviaria) di diversi stabilimenti industriali fondamentali per il conflitto da un punto di vista sia produttivo che occupazionale, come il Carnificio di Casaralta, la Direzione di Artiglieria e la Società Italiana Generale Armi e Munizioni (Sigma). Fu uno dei fulcri produttivi principali di Bologna, insieme al Laboratorio Pirotecnico e alla zona di Caprara e di Santa Viola.

Carnificio di Casaralta | Il Carnificio di Casaralta nacque nel 1876 nell'ex convento dei Frati Gaudenti. Durante il periodo bellico la direzione dell'impresa passò al controllo diretto del Ministero della Guerra che contribuì a rendere l'impianto un grande complesso industriale. A partire dal 1913, sotto la direzione del colonnello Carlo Marcozzi venne riorganizzato attraverso l'introduzione di tecniche moderne per la macellazione, cottura e inscatolamento di carni bovine. La produzione venne ampliata alla produzione di conserve suine, brodo concentrato agli estratti di carne e soprattutto al condimento in conserva per le razioni di pasta e riso delle truppe. L'impianto fu ampliato attraverso la dotazione di nuove stalle, una falegnameria per gli imballaggi, un nuovo mattatoio e un grande frigorifero per il congelamento delle carni. Quest'ultimo arrivò a una capienza di 2000 tonnellate di carne, estremamente necessaria, considerando il depauperamento del patrimonio zootecnico italiano. Lo stabilimento produceva carne in scatola destinata alle truppe al fronte: vi venivano macellati ogni giorno circa 150 bovini, il che consentiva la confezione di 200.000 scatolette e migliaia di porzioni di dadi da brodo e condimenti per la minestra in boccette. In tempo di pace il Carnificio dava lavoro a circa 600 persone; in tempo di guerra superò i 2000 addetti di cui in grande maggioranza operai militari. Nel 1916 erano impiegate anche 350 donne, allontanate in blocco dopo uno sciopero. Nel periodo successivo al conflitto lo stabilimento fu oggetto di contenzioso tra l'amministrazione municipale Zanardi, nella sua opera di collettivizzazione dei servizi, e l'esercito che mantenne l'area sotto proprio controllo in virtù dell'importanza strategica di Bologna.

La Direzione di Artiglieria di Bologna | La Direzione di Artiglieria di Bologna è l'altra importante realtà del settore pubblico che, se nel periodo precedente alla Grande Guerra era un modesta officina addetta alle riparazioni di artiglieria, durante il conflitto si ampliò progressivamente arrivando ad occupare oltre 2.200 operai e moltiplicando le proprie sedi. Depositi ed officine erano sparsi un po' in tutta l'area a nord del centro urbano. Oltre a Casaralta l'altro nucleo principale era costituito dai Prati di Caprara. La Direzione si occupava dell'immagazzinamento e trasporto del materiale bellico oltre naturalmente alla produzione, riparazione e al caricamento di proiettili provenienti dal fronte.

Sigma | Nel novembre del 1915 è inaugurata a Bologna Sigma, Società Italiana Generale per Munizioni e Armi produttrice di componenti per il munizionamento di armi portatili. La mobilitazione industriale a Bologna fu condotta normalmente da piccole e medie imprese. La Sigma in questo senso costituisce una importante eccezione in quanto frutto di una iniziativa di grandi imprenditori: ne fanno parte Max Bondi, spregiudicato affarista toscano artefice dello sviluppo dell'ILVA di Piombino, colosso della siderurgia italiana, Giovanni Prampolini, direttore delle Reggiane e altri industriali di Bologna e Ferrara. Ancor prima dell'edificazione degli impianti, che troveranno sede nell'area di Casaralta, Bondi stipula un grosso contratto di fornitura di parti di cartucce con la direzione del Laboratorio Pirotecnico di Bologna e ottiene per la fabbrica Sigma il titolo di stabilimento ausiliario nonostante i locali non fossero ancora terminati e la produzione iniziata, per numerose difficoltà tecniche. Il vantaggio fondamentale che permise al gruppo di ottenere contratti dall'amministrazione militare era la capacità di procurarsi forniture di materiali e macchinari dagli Stati Uniti, fatto per nulla scontato vista la crescente richiesta di materie prime e semilavorati per il munizionamento. Le successive manovre, volte ad avere dilazioni nelle consegne e nuove vantaggiose commesse con pressioni a personaggi dell'amministrazione militare come Alfredo Dallolio, caratterizzeranno l'azione imprenditoriale del “pescecane” Bondi, volta a massimizzare i profitti sfruttando la situazione bellica. Oltre a richiedere condizioni maggiormente vantaggiose all'amministrazione militare italiana cercò di vendere forniture al governo romeno ma il rapido crollo delle forze armate di Bucarest fece tramontare ogni prospettiva. L'azienda sarà liquidata dopo il termine del conflitto e nell'ottobre 1919 i terreni passeranno a Carlo Regazzoni, fondatore delle Officine di Casaralta, con un ritorno alla originaria destinazione come sede di riparazione di materiale ferroviario e tranviario.

Nicola Lugaresi

Bibliografia: F. Degli Esposti, L'industria bolognese nella grande guerra, A. Varni (a cura di) Storia di Bologna. Bologna in età contemporanea. Vol. 4, 2013, Bologna, Bononia University Press, pp. 45-151; L. Marinelli, L'impianto frigorifero Militare di Casaralta, in “Il Comune di Bologna”, 6 giugno 1927.

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Produzione stabilimento Casaralta
Produzione stabilimento Casaralta

Filmato del 1935 in cui si documenta la produzione di carne in scatola presso lo stabilimento Casaralta

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Lavoro femminile (Il)
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Elisa Erioli, Il lavoro femminile durante la Grande Guerra.

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