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Carbonara

Via Carbonara

Strada

Schede

Da via Sant'Alò a via Goito.
Prima documentazione dell'odonimo: 1635 (Via Carbunara)


Anticamente questa era la via dei Santi Senesio e Teopompo (inizio XVII secolo), o semplicemente via di San Senesio (XVI secolo): di fronte allo sbocco della via sulla piazzetta Prendiparte era la chiesa dei Santi Senesio e Teopompo, poi racchiusa entro il palazzo arcivescovile e quindi scomparsa.
Nei primi decenni del XVII secolo comparve l’odonimo via Carbonara o via Carbunara, odonimo che è arrivato pressoché inalterato fino a noi.
Nei pressi, in via Sant'Alò, c'era la sede della società dei Fabbri alla quale il cardinale Bessarione nel 1450 concesse il commercio all'ingrosso ed al minuto del carbone, tanto è vero che via Sant'Alò fu chiamata anche via del Carbone.
La via Carbonara altro non era se non la via che portava alla via del Carbone (o di Sant'Alò) deve era il magazzino del carbone.

L'attuale via Carbonara comprende un vicolo, oggi cieco, ma che in passato comunicava con via del Monte.
Questo vicolo si dirama ad angolo retto verso ovest dalla metà di via Carbonara per circa 25 metri e non ha sfogo. Il vicolo era già cieco sicuramente a metà del XVIII secolo, ma in epoche più remote girava a sud e proseguiva per altri 30 metri (circa) per sboccare in via del Monte.

Tra XVI e XVII secolo questo vicolo era chiamato Stronzo Muffo.
Il nome eloquente Stronzo Muffo fa pensare immediatamente allo sterco. Giovanni Zanti, che scriveva nel 1583, così si esprime: ... per esser viazoli occupati così si chiamano, overo che erano già pieni di sterco, ma hora per il buon ordine sta netta la Città in ogni canto.
Lo Zanti quindi conferma l'origine di questo divertente odonimo e ci fa capire che ai suoi tempi questo vicolo era già stato liberato dallo sterco.

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