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Carlo Carafa

21 o 22 Aprile 1611 - 20 Ottobre 1680

Scheda

ARMA: Di rosso a 3 fasce d'argento.
Gli scudi sono cimati da una croce trilobata d'oro e sormontati da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: CAROLVS CAR. CARAFFA EX PRINCIPIBVS ROCALIA LEG. 1665 (Card. Carlo Carafa dei Principi della Roccella. Legato 1665).

La famiglia Carafa è un’antica e storica famiglia napoletana derivata, a quanto sembra, dalla famiglia Caracciolo e precisamente da Gregorio di Giovanni Caracciolo vissuto nel XII sec. I Carafa si divisero poi in due grandi rami, uno detto della «spina» il cui capostipite fu un Andrea, famiglio alla corte della Regina Giovanna, appartengono i principi della Roccella, i duchi di Forlì ed i duchi di Traetto. Pare che i Carafa di questo ramo adottassero la «spina» per evitare confusione con l’arma di Ungheria che è di rosso a tre fasce d’argento. I Carafa della «stadera» (una stadera posta in punta) usarono questo emblema in segno di giustizia e di equità.
La famiglia nel suo complesso fu feudataria di più di 300 fra terre e città. Fra i suoi membri si conoscono valenti capitani, condottieri, letterati, Cavalieri di Malta; essi furono inoltre Principi del S. R. I., Grandi di Spagna, ecc.
Alla Chiesa dette un Papa: Paolo IV e ben 17 cardinali tra i quali personaggi storici di grande rilievo.

Carlo Carafa nacque a Roma il 21 o il 22 aprile 1611 da Girolamo Principe della Roccella e da Diana Vittori. Studiò nel Seminario di Roma e, conseguita la laurea in «utroque jure» nel 1629, entrò nell'Ordine dei Teatini.
Dopo 10 anni venne nominato Protonotario Apostolico e Referendario di Segnatura.
Nel giugno del 1644 fu Vicelegato a Bologna per il Cardinal Barberini prima e per il Cardinal Falconieri poi.
Nel luglio dello stesso anno fu nominato Vescovo di Aversa in seguito alla morte di suo zio Carlo Carafa. In occasione della rivolta di Masaniello egli parteggiò per gli Spagnoli guadagnandosi la loro riconoscenza.
Nel 1653, inviato Nunzio in Svizzera da Innocenzo X (anche a causa delle raccomandazioni spagnole), si trovò a dover fronteggiare la rivolta delle prefetture contadine contro Lucerna. Si espose in prima persona, portando avanti accesi dibattiti con vari rappresentanti della chiesa e dei cittadini, con esiti brillanti e la conclusione di una pace. Fallirono però i tentativi di rappacificazione con la fazione ribelle, che tenendo in ostaggio la città faceva portava richieste sempre più inaccettabili.
Allora, grazie all'appoggio delle truppe dei cantoni vicini, il Carafa riuscì a respingere il nemico.
Nominato Nunzio a Venezia nel 1654, grazie alla sua abilità diplomatica, riuscì a far revocare il bando dei Gesuiti (espulsi dalla città nel 1606).
Nel 1658 venne poi inviato Nunzio alla corte di Vienna presso l'imperatore, ove ebbe bisogno di tutta la sua energia ed abilità per comporre i contrasti tra quest'ultimo e la Curia Romana. Contrasti giunsero anche quando Vienna giunse ad essere direttamente minacciata dai Turchi. Fallito il tentativo di creare una lega contro le forze turche, si giunse a una pace che interruppe solo provvisoriamente le minacce turche.
Creato cardinale nel 1664, ricevette la legazione di Bologna ove giunse nel 1665 trovando la città in preda alla violenza delle fazioni cittadine. Ristabilì l'ordine grazie alla decisa messa al bando degli elementi più pericolosi. Carcerò poi i vagabondi per poi tradurli in soldati in Dalmazia e si servì anche di un'esecuzione capitale come monito per i facinorosi.
Rimase in questa carica fino al 1669. Non vi fu quindi una seconda Legazione del Carafa a Bologna così come è scritto sul cartiglio. 
L'anno successivo ritornava a Roma in occasione del Conclave e da allora si hanno di lui scarse notizie.
Morì intorno al 20 ottobre del 1680 a Roma, dove ricevette sepoltura nella chiesa del Gesù.