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Angelo Capranica

Intorno al 1410 - 3 Luglio 1478

Scheda

ARMA: D’oro a tre cipressi sradicati di verde posti in fascia, intrecciati nei tronchi da una gomena di rosso con l’ancora di nero legata ed attraversante in punta il tronco di mezzo.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d’oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: Angelo Capranica Romano Vescovo di Rieti. Governatore poi Cardinale e Legato 1456.

I Capranica, che in origine si chiamavano Pentagati, provenivano da un piccolo borgo vicino Roma chiamato appunto Capranica, da cui trae origine il nome.
Della famiglia il primo noto è uno Stefano «miles» ricordato nel 1387.
I Capranica erano legati da rapporti clientelari con i Colonna di Gennazzano; la famiglia ebbe lustro dai fratelli Angelo e Domenico Cardinali di S.R.C.
Un altro fratello, Jacopo, nel 1431 divenne Conte dell’Anguillara e Signore di Leprignano, mentre un altro, di nome Paolo, fu Arcivescovo di Benevento nel 1435.

Angelo Capranica era figlio di Nicola, patrizio romano e nacque proprio nella località sopra citata agli inizi del 1400.
Fratello minore del cardinale Domenico, come lui ricevette la sua prima istruzione a Roma proseguendo poi gli studi a Bologna. Conseguì poi il dottorato in decretis a Padova, benchè non sia noto quando, molto probabilmente non molto tempo dopo il 1428.
Raggiunse il fratello Domenico a Basilea nel 1434 e insieme a lui si riconciliò con Eugenio IV nel 1435.
Tre anni dopo venne nominato arcivescovo di Siponto e Niccolò V (in ottimi rapporti col fratello Domenico) trasferì il Capranica ad Ascoli Piceno nel 1447. Venne nominato anche subcommissario della commissione cardinalizia per preparare il processo di canonizzazione di Bernardino da Siena.  Nel 1450 venne poi assegnato al vescovado di Rieti, cui però rinunciò. 
La sua carriera si impennò con il pontificato di Pio II (1458 - 1462). Venne nominato governatore di Bologna il 23 ottobre del 1458.
Il suo incarico a Bologna durò ben nove anni, dove dimostrò il suo grande talento e sensibilità nell'esercizio delle funzioni.
Non solo mediò numerosi contrasti che dilaniavano la città, dette prova delle sue qualità amministrative e acquisì meriti per l'ampliamento e restauro di chiese e conventi, fra cui S. Petronio, S. Michele in Bosco e S. Domenico, dove fece restaurare il dormitorio dei novizi. 
Stabilì ottimi rapporti con l'Ordine dei domenicani, di cui divenne protettore nel 1474, e con l'Ordine dei certosini.
Durante il periodo di governatorato a Bologna fu richiamato più volte a Roma da Pio II per procedere alla creazione di cardinali, per presenziare a certe cerimonie o per organizzare la tanto agognata crociata contro i Turchi. 
Ottenne altri incarichi importanti durante il pontificato di Sisto IV, come cardinale a latere nell'incarico di predicare la crociata alle corti italiane, o come quando ottenne la dignità di cardinale vescovo di Palestina. 
Morì il 3 luglio del 1378 nel suo palazzo romano per motivi di salute che lo assillavano da tempo. Fu sepolto in S. Maria sopra Minerva, accanto al fratello Domenico.
Viene ricordato come uomo amante delle lettere e dei letterati, dottissimo in teologia, di buonissima coscienza e ottimo predicatore.