Cappella Lazzari Scandellari

Cappella Lazzari Scandellari

1984

Scheda

La contessa Annunziata Lazzari Scandellari mi chiese di studiare una soluzione per sostituire il cancello della cappellina della sua famiglia in Certosa. Gli occhi chiari, alta, di bel portamento elegante e signorile, la contessa era stata (ed era ancora) una bella donna. Non so se avesse avuto una vita senza problemi, certamente l’aveva avuta agiata e di questo serbava gratitudine al padre e al marito. Ora era rimasta sola, e a quest’ultimo riandava spesso parlandone compostamente con affetto, malinconia e rimpianto.

Desiderava sostituire il cancello a vetri nella cappellina di famiglia costruita dal padre, con una porta di bronzo. Lo aveva deciso a malincuore perché le pareva di mancare di rispetto al padre, ma non accettava l’idea che, mancando lei, più nessuno avrebbe provveduto a pulire quel cancello a vetri nel quale si sarebbero accumulate foglie secche e sporcizia. I vetri sporchi - diceva - sono indecorosi, una porta in bronzo mai: basta la pioggia a lavarla e il tempo non la sminuisce. Forse, ripensandoci adesso, lasciai correre un po’ troppo la mia fantasia. Ippogrifi, amanti, la vita come nei tarocchi: un dritto e un rovescio. Inizialmente si lasciò convincere, ma quando vide il bozzetto si spaventò e disse: «troppo difficile, nessuno ci capirà qualcosa». Rifeci un nuovo bozzetto e ottenuta la licenza iniziai al vero il lavoro. Quando lo vide si mostrò ancora dubbiosa «Mi piace» disse «ma è freddo, mi faccia qualche viso, vorrei un poco di dolcezza». Fui io allora ad irrigidirmi, tenni duro per tre mesi. Volti naturalistici avrebbero condizionato tutto l’insieme; ma avevo necessità di lavorare; e poi quella signora, le sue motivazioni, il suo garbo; decisi alla fine di accontentarla ma non fu una cosa per me indolore. Facendo naturalistiche alcune delle teste dovevo adeguare i panneggi, rendendoli per coerenza più morbidi, ma si appesantivano cambiando il carattere del lavoro.

Ma non c’era più tempo per pensare, la signora – improvvisamente – aveva fretta. Fusi a Vicenza da Fraccaro, la levigai personalmente e la finii con Tonelli, che fece il telaio di ottone. Ma anche quello non fu indolore, perché ci accorgemmo che la fusione aveva avuto un ritiro inferiore a quello che lo stesso fonditore mi aveva consigliato di considerare, pertanto fummo costretti ad accorciare il rilievo di quattro centimetri tagliandolo alla base e togliendo in quel modo ulteriore slancio alle figure. La contessa morì il 28 febbraio 1987. Ne fui profondamente rattristato: erano passati solo diciotto mesi dalla consegna della porta.

Marco Marchesini

Testo tratto da "Marco Marchesini | La scultura, tante storie", catalogo della mostra, Museo civico del Risorgimento di Bologna, marzo-aprile 2022.

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Marco Marchesini | La scultura, tante storie
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"Marco Marchesini | La scultura, tante storie". Catalogo della mostra a cura di Marco Marchesini e Roberto Martorelli. Museo civico del Risorgimento di Bologna, 5 marzo - 10 aprile 2022. © Museo Risorgimento Bologna.

Marco Marchesini - La scultura, tante storie
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Marco Marchesini, idee ed appunti per l'allestimento della mostra "Marco Marchesini - La scultura, tante storie", Museo civico del Risorgimento di Bologna, 2022. © Museo del Risorgimento di Bologna | Certosa.

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