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Cappella Campeggi

1970 | 1971

Schede

"Tornando sul problema del degrado del calcestruzzo all’aperto ricordo che analogo risultato lo ebbi con la cappellina Campeggi nel cimitero di Borgo Panigale. Intenzionati a costruire una cappellina di famiglia, i Campeggi avevano visto in Certosa la tomba Guidi Stanzani appena finita. Essendo titolari di un’impresa edile, pensarono che una cappellina in cemento a vista con inserti plastici fosse idonea per rappresentarli. Feci la mia proposta attraverso un modello in gesso della cappellina in scala ¼. Furono contenti. Per l’impegnativa costruzione delle casseforme in legno mi avvalsi di Stefani, un bravo falegname che mi era stato consigliato dagli stessi Campeggi, che mi appoggiò con entusiasmo ed intelligenza. Dopodiché, mi spiace dirlo, ci furono troppe sorprese.

Avevo chiaramente spiegato il modo di armare le casseforme e mi ero raccomandato di non usare fluidificante, ma solo di vibrare l’impasto durante la colata. La prima sorpresa avvenne durante la colata: le casseforme puntellate in modo insufficiente, cominciarono ad aprirsi a causa della pressione. Me ne accorsi subito e ordinai che si cerchiassero con tubi Innocenti che fortunatamente si trovavano sul posto. Fu fatto, il getto fu salvo, ma non era finita poiché la seconda sorpresa fu ben più grave. Nell’impasto, contrariamente a quanto avevo detto, era stata immessa una quantità abnorme di fluidificante, tale che il getto non fece presa nei tempi normali, ma dopo moltissimi giorni e senza raggiungere la durezza prevista. Anche in questo caso il degrado del mio lavoro iniziò precocemente e quel che oggi si vede non ha più la freschezza di ciò che era, e che resta documentata dalle fotografie dell’epoca. Questo lavoro chiuse definitivamente tutte le mie esperienze con il cemento."

Marco Marchesini

Testo tratto da "Marco Marchesini | La scultura, tante storie", catalogo della mostra, Museo civico del Risorgimento di Bologna, marzo-aprile 2022.