Calza Ludovico

Calza Ludovico

28 Marzo 1883 - 26 Ottobre 1925

Note sintetiche

Scheda

Calza Ludovico fu Cesare. Maggiore in servizio attivo nel 1° Regg. Granatieri. Grande invalido di guerra – Morto a Medicina il 26 ottobre 1925. Sepolto nel cimitero di Medicina. Insignito delle onoreficenze di Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro e Corona d'Italia. Decorato della medaglia di bronzo al V. M.: "Benché da più giorni febbricitante, continuava a tenere il comando di compagnia. In momento particolarmente difficile facendo parte di un battaglione di riserva, incurante dell'intenso bombardamento, accorreva al rincalzo della prima linea fortemente scossa dal fuoco nemico, contribuendo a ristabilire la calma e la fiducia. Nobile esempio di alto sentimento del dovere e spirito di sacrificio. Monfalcone 9 giugno 1915." Decorato della Croce di Guerra al valore: "Tenente del 2° Regg. Granatieri. Si segnalava per calma e coraggio in combattimento. Bir Tobras (Libia) 19 dicembre 1911." 2 Croci di Guerra al merito. Medaglie: Camp. Libia – Camp. 1915-18. Terremoto Marsicano – Interalleata – Unità d'Italia.

Giovane d’intelletto nobilissimo, di profonda cultura prestò utili servizi alla Patria anche quando, per il male contratto nel fermo adempimento dei suoi doveri, dovette rinunciare alla gioia di rimanere ancora fra i suoi granatieri che egli paternamente amava. Sul finire del 1916 impossibilitato a prolungare la sua permanenza sulle contese posizioni che il suo reggimento saldamente occupava al fronte, venne inviato al Deposito. Negli anni 1917 e 1918, malgrado si sentisse sofferente, prestò ugualmente la sua opera insegnando alla Scuola Militare di Modena. La concittadina Prof.ssa Anna Evangelisti così scrisse di lui nel primo anniversario della dipartita: “Qui egli nacque il 28 marzo 1883, qui frequentò le prime scuole, quindi a Modena nel collegio San Carlo fece il corso classico e con la licenza di liceo entrò alla Scuola Militare, donde uscì ufficiale del R. Esercito; e, data la sua bella alta persona, fu destinato al corpo dei Granatieri di stabile guarnigione a Roma. Partecipò con onore alla spedizione in Libia, dove stette dall'ottobre del 1911 all'ottobre del 1912. Nel maggio del 1915 partì per il fronte della guerra mondiale e riportò solo lievi ferite in quelle prime tempeste di fuoco che furono ai granatieri micidiali. Durò nell'attività del campo e della trincea più di un anno. Raggiunse il grado di Maggiore; ma la sua salute, illesa in Libia, fu sul fronte alpino scossa per sempre. Grande invalido di guerra, decorato di croci e medaglie al valor militare, cavaliere della corona d’Italia e dell’ordine mauriziano, moriva per un fulmineo attacco del suo male all'alba del 26 ottobre 1925 nella avita casa dov’era nato, dov’era nato e morto anche suo padre. All’austera rettitudine militare egli univa l’eleganza, la giocondità dell'arte ed era buon pittore di paesaggi. Il suo amore per Medicina è attestato dalla sua beneficenza; la fede religiosa e l'affetto ai genitori e ai fratelli brillano in una lettera che egli scrisse in momenti supremi e che, chiusa insieme col testamento indirizzato al fratello Gaetano, è poi stata aperta dopo la sua morte: "Cara mamà, carissimi fratelli, Desidero che aprendo questo mio ultimo scritto la tranquillità scenda nell'animo vostro. Vi sia di consolazione il pensare che io avrò lasciata la vita con quella serenità vera che fu del povero papà tra le virtù più belle. Nel chiedere umilmente perdono a Dio dei miei peccati dichiaro di morire nella fede in cui sono nato e da fervido credente nutro speranza di rivedervi tutti in un mondo migliore. Siate forti nel dolore, pensando che la vita passa come un lampo e pochi anni di più o di meno poco valgono, Vi bacio e vi abbraccio teneramente. Vostro VICO". (Tratto da 'In memoria dei medicinesi caduti per la patria  1915 - 1918', Medicina, Tipografia Luciano Luminasi, 1933). Il Comune di Medicina gli ha intitolato le proprie scuole dell'infanzia.

"Bel ragazzo biondo, alto, slanciato, vivace nello sguardo, composto nel gesto, franco ed arguto nella conversazione, fattosi adulto fu quello che si può chiamare un bell'uomo nel senso fisico e morale della parola. Servì la Patria in pace ed in guerra quale ufficiale nei granatieri, insegnante alla Scuola militare di Modena e combattente in due guerre. Tenente nel 2° Reggimento Granatieri si distinse nella guerra libica e specialmente nel combattimento di Bir Tobras (19 dicembre 1911), dove per la calma e per il coraggio addimostrati si ebbe la prima decorazione al valore. Capitano nel 1° Granatieri accorse ai confini della Patria nella grande guerra, guidando i suoi soldati con la parola e con l'esempio; fu perciò decorato con medaglia di bronzo al valore con la seguente motivazione: <>. Dovette abbandonare il fronte – dove era stato ripetutamente ferito – per sopraggiunta invalidità, ma malgrado le sue sofferenze, cui opponeva serenità e indifferenza, fu docente nella Scuola Militare di Modena negli anni 1917-1918. La morte lo ghermì il 26 ottobre 1925, gettando nella costernazione la famiglia, gli amici e l'intero paese, a beneficio del quale il maggiore Calza – lo chiamavamo Vico – lasciò le sue sostanze.

Nell'anniversario della morte, la cugina Anna Evangelisti dettò questa gentile paginetta: <>. Qui frequentò le prime scuole, quindi a Modena nel Collegio di San Carlo fece il corso classico e con la licenza di liceo entrò alla Scuola Militare, donde uscì ufficiale del R. Esercito; e, data la sua bella alta persona, fu destinato al corpo dei granatieri di stabile guarnigione a Roma. Partecipò con onore alla spedizione in Libia, dove stette dall'ottobre del 1911 all'ottobre del 1912. Nel maggio del 1915 partì per il fronte della guerra mondiale e riportò solo lievi ferite in quelle prime tempeste di fuoco che furono ai granatieri micidiali. Durò nell'attività del campo e della trincea più di un anno. Raggiunse il grado di Maggiore; ma la sua salute, illesa in Libia, fu sul fronte alpino scossa per sempre. Grande invalido di guerra, decorato di croci e medaglie al valor militare, cavaliere della Corona d'Italia e dell'ordine mauriziano, moriva per un fulmineo attacco del suo male all'alba del 26 ottobre 1925 nella avita casa dov'era nato, dov'era nato e morto anche suo padre. All'austera rettitudine militare egli univa l'eleganza, la giocondità dell'arte, ed era buon pittore di paesaggi. Il suo amore per Medicina è attestato dalla sua beneficenza; la fede religiosa e l'affetto ai genitore e ai fratelli brillando in una lettera ch'egli scrisse del 1915 in momenti supremi e che, chiusa insieme col testamento indirizzato al fratello Gaetano, è poi stata aperta dopo la sua morte. (...) Vico Calza, cattolico e monarchico sincero, cittadino benefico, animo incomparabile, gentiluomo perfetto, soldato valoroso, 'italo ardito spirito', vive in tutti i cuori medicinesi."

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I Calza - una storia di famiglia
I Calza - una storia di famiglia

I Calza - una storia di famiglia. Comune di Medicina, 26 ottobre 2021. Con Enrico Caprara, Carlo Emilio Lerici, Francesca Bianco.

Documenti
Calza Ludovico - documenti
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Ludovico Calza (1883 - 1925), documenti di archivio. © Museo del Risorgimento di Bologna.

Anno in Libia (Un) 01
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Ludovico Calza (1883 - 1925), Un anno in Libia, trascrizione del diario. Parte prima. © Museo del Risorgimento di Bologna. 

Anno in Libia (Un) 02
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Ludovico Calza (1883 - 1925), Un anno in Libia, trascrizione del diario. Parte seconda. © Museo del Risorgimento di Bologna.

Bianca Calza - L'ultima dei Gandolfi
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Bianca Calza - L'ultima dei Gandolfi. Catalogo della mostra, Museo civico di Medicina, ottobre - novembre 2021. © Comune di Medicina.

Asilo Infantile - Casa dei Bambini Ludovico Calza
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Congregazione di Carità di Medicina, Asilo Infantile - Casa dei Bambini "Ludovico Calza". Album fotografico, Laboratorio Alberto Galvani Medcina, 1930-40 ca. Biblioteca Comunale di Medicina. © Comune di Medicina.

Asilo Infantile - Medicina
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Asilo Infantile - Medicina, Casa dei Bambini "Ludovico Calza". Album fotografico, 1920-30 ca. Biblioteca Comunale di Medicina. © Comune di Medicina.