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Enrico Caetani

1550 - 13 Dicembre 1599

Scheda

ARMA: Inquartato, nel 1° (alto a sinistra) e 4° (basso a destra) d'oro alla gemella ondata d'azzurro posta in banda, nel 2° (alto a destra) e 3° (basso a sinistra) d'azzurro all'aquila spiegata d'argento e lo scudetto in cuore d'azzurro al leone d'oro con la banda di rosso attraversante.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d'oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: HENRICVS CARDINAL / CAIETANVS LEGATVS / 1586. (Cardinale Enrico Caetani. Legato 1586).

L'arma originale dei Caetani è: D'oro alla gemella ondata d'azzurro posta in banda. È questa l'arma che si vede nella Basilica di S. Giovanni in Laterano in un affresco di Giotto. L'aquila che è inquartata nello stemma è quella della famiglia dell'Aquila estinta nel XIII sec. nei Caetani. Lo scudetto in cuore è l'arma Peretti, omaggio a Sisto V che aveva creato Cardinale Enrico Caetani.

Le famiglie Caetani furono due: una originaria di Siena che non ha nulla in comune con i Caetani di Roma e che derivò il suo nome dal nome proprio latino «Caietanus», l'altra trasse il cognome dalla città di Gaeta. Quest'ultima, forse di origine spagnola, si stabilì in Anagni intorno al 1240.
E' certo comunque, che le fortune della famiglia cominciarono con l'elezione a Papa di Benedetto Caetani che salì al soglio pontificio con il nome di Bonifacio VIII.
Il fratello di Benedetto, Pietro, divenne Conte di Caserta, Barone Romano, familiare del Re di Sicilia e suo figlio Roffredo fu Signore di Sermoneta e Conte di Fondi per aver sposato nel 1288 Giovanna dell'Aquila.
La famiglia si imparentò poi con gli Orsini, i conti di Segni, i Savelli.
I Caetani furono grandi di Spagna, Cavalieri del Toson d'Oro ed ebbero il collare della SS. Annunziata.
La famiglia dette alla Chiesa oltre che Bonifacio VIII altri 7 cardinali.

Enrico Caetani, nato nel 1550, era secondogenito di Bonifacio Duca di Sermoneta e di Caterina Pio dei Conti di Carpi. 
Ricevuti gli ordini minori a soli 10 anni, studiò prima a Roma e poi a Perugia dove conseguì il dottorato nel 1573.
Nel 1574 fece parte del seguito del cardinale Filippo Buoncompagni, recatosi a Venezia per incontrare il nuovo re di Francia Enrico III.
Ritornato a Roma ottenne la carica di Referendario delle due segnature, ma i cattivi rapporti fra Gregorio XIII e il cardinale Nicola Caetani bloccarono momentaneamente la sua carriera ecclesiastica. Fu con l'elezione di Sisto V nel 1585 che il Caetani ricominciò ad ottenere cariche degne delle aspirazioni della sua casata.
Il nuovo papa lo fece subito nel 1585 patriarca di Alessandria e cardinale col titolo di S. Prudenziana.
Nel 1586 fu fatto cardinale legato di Bologna e incontrò subito difficoltà, soprattutto a causa del problema del banditismo e dell'ostilità della popolazione nei confronti di ogni azione repressiva. Già il suo predecessore aveva incontrato questi problemi e provando un'azione decisa: condannando a morte un vecchio feudatario sospettato di dare asilo ai banditi, aveva suscitato la reazione molto forte della popolazione. Il Caetani assunse quindi un atteggiamento che potremmo definire passivo, lasciando la situazione com'era cercando di non offendere gli interessi di nessuno e sperando di liberarsi di una carica considerata più imbarazzante e pesante che altro.  L'azione per cui viene ricordato è un censimento della popolazione nel 1587.
Tornato a Roma, acquistò la carica di camerlengo e prestò opera in varie commissioni cardinalizie, diventando una delle persone più influenti nella Curia.
Nel 1589 però ottenne una carica molto difficile da gestire, vale a dire la legazione in Francia, poco dopo l'assassinio di Enrico III (1° agosto 1589). Qui non sposò la causa della mediazione e della cautela, ma si schierò chiaramente con la Lega Cattolica contro il pretendente al trono Enrico di Navarra, futuro Enrico IV, bollandolo come eretico e definitivamente escludibile dal trono. Questa condotta andò contro i consigli e le richieste di Sisto V, che richiedeva flessibilità e temporeggiamento, anche se forse quella politica sarebbe stata comunque difficile da attuare alla corte di Parigi.
Tornò poi a Roma ad ottobre del 1590 e divenne Consigliere di Gregorio XIV, ispirandone la linea drastica e divenendo anche responsabile dell'inasprirsi dei rapporti fra la Santa Sede e la Francia. 
Ebbe anche un ruolo fondamentale nell'elezione del pontefice Clemente VIII nel 1592, tanto che questo professò pubblicamente la sua gratitudine nei confronti del Caetani. Gli offrì anche la legazione in Francia, che il cardinale prontamente rifiutò. 
La sconfitta politica francese non gli impedì di ottenere l'incarico per una nuova e importante missione diplomatica in Polonia. 
Partì il 25 aprile del 1596, ma già l'anno dopo il Caetani fece ritorno a Roma, sconfitto di nuovo politicamente ma questa volta a causa della forte opposizione mostrata dal re di Polonia.
Morì il 13 dicembre del 1599 a Roma.