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Giovanni Brizzolara

17 settembre 1894 - 3 gennaio 1945

Scheda

Giovanni Brizzolara, detto Nino, da Cesare ed Elvira Gatti; nato il 17 settebre 1894 a Bardi (PR). Nel 1943 residente a Bologna. Maturità classica. Giornalista pubblicista.
Anche se antifascista - in gioventù aveva militato nel PRI - lavorò a "il Resto del Carlino" durante la dittatura, pur senza essere assunto.
Intervenne alla riunione del 15 settembre 1943 dei redattori, convocata d'ordine del comando tedesco, dopo la chiusura del giornale, in segno di protesta contro l'invasione.
Dopo l'esposizione del programma di lavoro - fatta da Giorgio Pini, designato direttore - «dichiara che non è più disposto a vendere la propria penna a chicchessia e che avrebbe preferito vivere di pane e acqua».
Restò perché Pini garantì a lui e ad altri, che avrebbe fatto «loro scudo con la propria persona» (U. Bellocchi, il Resto del Carlino, p.156).
Licenziato nell'aprile, perché non iscritto al PFR, fu riassunto in settembre. Poiché il prof. Vico Parini scrisse indignato a Pini di avere saputo che al quotidiano lavorava «un eminente antifascista», fu nuovamente licenziato.
Dopo avere cercato invano un lavoro, venne ricoverato nel sanatorio di Montecatone (Imola).
Alla fine del 1944, quando il sanatorio fu sgomberato, tornò a bussare alla porta del giornale, la cui redazione si trovava a Lavino (Anzola Emilia) e inviò un telegramma a Pini per chiedere di essere assunto.
Cosa sia avvenuto non si sa, ma la mattina del 3 gennaio 1945 fu trovato morto lungo la via Emilia, vicino alla sede del giornale. Era stato ucciso con un'arma da fuoco.
I fascisti - anche se la notizia non fu pubblicata - tentarono di accreditare la tesi che fosse stato ucciso dai partigiani. Pini, in lettere private, ha escluso che sia stato ucciso dai partigiani. [O]