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Brighenti | fonderia per campane

1813 | 1958

Schede

Erede di una famiglia seicentesca di capimastro e ingegneri, Gaetano Brighenti (1777-1847) aveva rilevato nel 1813 la fonderia da campane Rasori, fondata nel 1740, affiancato dal figlio Giuseppe (1798-1837), rivelatosi abile fonditore. Alla loro morte, in un momento di crisi dell’attività fusoria, era subentrato il nipote Clemente (1820-1894). Nel 1849 solo l’intervento dell’autorità ecclesiastica aveva salvato quest’ultimo dalla fucilazione da parte degli Austriaci, avendo accettato di fondere i cannoni per il Governo Repubblicano Bolognese. Guidata dal figlio Giuseppe (1852-1910) la Ditta si era rafforzata, ottenendo riconoscimenti nel 1900 all’Esposizione Universale di Parigi e nel 1906 a quella Internazionale di Milano; l’anno successivo le era stato conferito il titolo di “Fonderia Pontificia”. Dopo la Grande Guerra, assunte le dimensioni di una piccola industria, aveva realizzato per le “terre redente” un gran numero di campane che erano state requisite e fuse per usi bellici. Il secondo Conflitto Mondiale aveva comportato la distruzione della sede, ma l’attività era ripresa grazie alla caparbia determinazione di Cesare Brighenti (1884-1963), protraendosi fino al 1958.

Antonio Campigotto

Testo tratto da "La Ruota e l’Incudine la memoria dell’Industria Meccanica bolognese in Certosa", Minerva, 2016