Bonvicini Otello

Bonvicini Otello detto/a Giorgio

17 maggio 1914 - 18 aprile 1945

Note sintetiche

Causa della morte: Esecuzione
Occupazione: Barbiere

Riconoscimenti

  • Partigiana/o ( 1 settembre 1943 - 18 aprile 1945)

Onorificenze

  • Medaglia d'Oro al Valor Militare
    Comandante della brigata Matteotti città di Bologna, veniva con l'inganno catturato dal nemico. Sottoposto a innumerevoli sevizie, ne sopportava il tormento fino al limite delle umane forze senza fare rivelazione alcuna che potesse compromettere l'organizzazione partigiana. Condannato alla pena capitale, cadeva sotto i colpi del plotone d'esecuzione mentre trovava ancora la forza di inneggiare alla patria. Fulgido esempio di puro eroismo.

Scheda

Otello Bonvicini, «Giorgio», da Amedeo ed Enrichetta Bettini; nato il 17 maggio 1914 a Bologna. Barbiere. Iscritto al PSI. Militante socialista sin dalla giovane età, partecipò attivamente alla lotta contro il fascismo durante la dittatura. Dopo l’8 settembre 1943 divenne uno dei dirigenti militari del partito socialista. Fu rappresentante del partito nel Comando SAP di Bologna e nell'estate 1944 divenne uno dei principali collaboratori di Gianguido Borghese, il massimo responsabile delle tre brigate Matteotti di Bologna.

Alla fine del 1944 fu nominato comandante della brigata Matteotti Città. Nonostante l'intensa attività militare, non trascurò quella politica e nel gennaio 1945 assunse la segreteria della FGSI, l'organizzazione giovanile socialista. Fu pure redattore di «Rivoluzione socialista», il periodico clandestino della FGSI. A seguito di una delazione, fu arrestato dai fascisti alla fine di marzo. Sottoposto a dure sevizie, non tradì i compagni di lotta. Fu processato, assieme ad altri 26 imputati tra il 12 e il 17 aprile 1945, essendo accusato di appartenenza a banda armata. Condannato a morte, assieme ad altri cinque imputati venne fucilato il 18 aprile 1945 in Via Riva Reno, 52 nei pressi dell'ex ospedale Maggiore dove oggi si trova il Palazzo dello Sport. Per infangare la memoria dei partigiani condannati, il tribunale fascista processò contemporaneamente anche persone accusate di avere commesso reati comuni. La sentenza finale fu la seguente: Cabras Salvatore, Gruppi Pietro, Bonvicini Otello, Ventura Alessandro, Benfenati Federico e Gruppi Cesarino, condannati alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena; Paganini Mario, Simili Amedeo, Poggi Giuseppe e Baccaro Vincenzo, condannati all'ergastolo; Venturi Ercole, condannato a 15 anni di carcere e 10 mila lire di multa; Simili Paolina, Corsini Gino, Fanti Alfredo e Malossi Ruggero, condannati a 10 anni e 10 mila lire di multa; Nanni Ampelio, assolto per insufficienza di prove; Ermini Ermanno e Gaudenzì Ildebrando, assolti perché i fatti loro ascritti non costituivano reato; Simili Giorgio, Carmelo Gregorio, Calari Angela, Villa Amleto, Minelli Guglielmo, Minelli Gaetano, Zanetti Domenico, Gaiani Albino e Pozzi Amalia, assolti per non aver commesso i fatti loro ascritti.

Del processo, delle condanne e delle fucilazioni diede notizia «il Resto del Carlino» del 27-28 marzo 1945 e nei numeri dal 12 al 19 aprile 1945.  Per onorare la memoria di Bonvicini, il partito socialista diede il suo nome alla brigata Matteotti Pianura, che divenne la 5a brigata Bonvicini della divisione Bologna. Riconosciuto partigiano dall'1 settembre 1943 al 18 aprile 1945. Alla sua memoria è stata conferita la medaglia d'oro.

E' sepolto nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della Certosa di Bologna ed è ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno. Il suo nome è stato dato a una strada di Bologna e a una sezione del PSI.

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Bologna combatte
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Nazario Sauro Onofri, Bologna combatte (1940-1945) - Dalla dittatura alla libertà, ed. Sapere 2000, 2003

Bibliografia
Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919- 1945)
Albertazzi A., Arbizzani L., Onofri N.S.
1985 Bologna ISB