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Maria Bonora

[?] - 1940

Scheda

La famiglia Bonora proveniva da Santa Maria Codifiume, dove Pier Lucio e Costanza Parma, “coniugi benestanti ed estimati”, possedevano terreni che Pier Lucio era “solerte e pratico a far fruttare con ogni maniera di industria”.

Per educare al meglio i tre figli Severino, Saturnino e Albino, presero casa anche a Bologna (attorno al 1820 abitavano in via San Felice, nel tratto poi diventato via Ugo Bassi), e tutti e tre i figli poi, nonostante il legame che continuò a legarli alle terre d’origine, abitarono a Bologna: Severino nella via di Mezzo di San Martino, fra via Malcontenti e Campo dei Fiori (la palazzina già della famiglia Biancani Tazzi, rasa al suolo nel 1884 per la creazione di via dell’Indipendenza), Saturnino in Strada Maggiore 290, ora n. 53, e Albino sotto la parrocchia di San Bartolomeo. I Bonora possedettero poi anche il palazzo già Hercolani in via Santo Stefano, ora dell’Università per lascito dell’ultima proprietaria Luisa Fanti Melloni.

Dei figli, mentre Severino restava celibe e si dedicava allo studio delle Belle Arti, Saturnino e Albino si sposavano (il primo con Maria Tanari, il secondo con Luigia Gandolfi) e proseguivano sulle orme paterne. Albino, “nato fatto per l’agricoltura” (i suoi prodotti campestri e soprattutto le canape furono premiati in diverse pubbliche esposizioni), aveva una fabbrica di aratri a Budrio, era proprietario di “pingui tenimenti”, si interessò dei problemi, sempre attuali in un territorio soggetto periodicamente alle esondazioni del Reno, di riordinamento idraulico, e partecipò attivamente alla pubblica amministrazione prima come consigliere poi come sindaco di Budrio. Creato cavaliere di San Maurizio nel 1866, morì a 53 anni il 5 settembre 1867 nella sua villa della Riccardina presso Budrio per una cefalite contratta al sole di Billancourt, dove si era recato per visitare un “emporio d’ogni più nuovo e utile meccanismo” agricolo.

Nel 1840 aveva sposato Luigia figlia di Giuseppe Gandolfi, di altrettanto benestante famiglia bolognese, e ne aveva avuto quattro femmine: Maria, Bianca, Costanza e Virginia. La primogenita Maria, il 16 gennaio 1862, sposò Marc’Antonio Alamanno figlio di Domenico Isolani. Non ebbe figli, e, rimasta vedova nel 1912, morì novantasettenne nella casa di famiglia del marito in via Santo Stefano, sotto la parrocchia della SS. Trinità, il 3 luglio del 1940.

Silvia Benati

Bibliografia: Cenni biografici sul cavalier Albino Bonora valente agronomo ed assennato cittadino raccolti e pubblicati dal Municipio di Budrio ond’egli era sindaco provvido e benamato, Bologna, tip. Mareggiani, 1867; Gaetano Giordani, Severino Bonora amatore di Belle Arti socio di varie accademie in Italia, Bologna, tip. di G. Monti, 1867; Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna ossia Storia cronologica de’ suoi stabili sacri, pubblici e privati, Bologna 1868 (rist. anastatica Bologna 1972), volume III, p. 176
Filippo Alfonso Fontana, Concessioni di pubblico suolo e di altri oggetti riguardanti pubblico ornato accordate dall’anno 1500 nella città di Bologna estratte dall’Archivio del Senato e successivi Governi, in Bologna Ornata. Le trasformazioni urbane della città tra il Cinquecento e l’Ottocento, a cura di Carlo De Angelis e Giancarlo Roversi, volume II, Imola 1994, p. 172; Guido Zucchini, Edifici di Bologna e altri studi sull'iconografia della città, a cura di Giancarlo Roversi, Bologna, Atesa, 1976, I, p. 23 ; II, p. 13; Sebastiano Gaetano Giovannini, Indicatore bolognese riferibile a ciascun edifizio componente la città, Bologna, Tip. A. Chierici, 1854, p. 131; Giacinto Bonaga, Guida artistica, commerciale ed industriale dell'interno della città di Bologna, Bologna, Societa tip. dei Compositori, 1871, pp. 57 e 59; Michelangelo L. Giumanini, Tra disegno e scienza. Gli studenti dell’Accademia di belle arti di Bologna (1803-1876), Minerva edizioni, Bologna, 2002, pp. 346, 347, p. 72; Cimitero Comunale di Bologna, Archivio, Permessi di seppellimento, anno 1940.