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Luigi Bombicci

11 Luglio 1833 - 17 Maggio 1903

Scheda

"Luigi Bombicci, professore ordinario di Mineralogia nell'Università di Bologna, morto il 17 Maggio 1903, dopo quarantadue anni d'insegnamento, era nato a Siena l'11 Luglio 1833. A Bologna fu il primo professore di Mineralogia, come disciplina indipendente. Per l'incremento della cattedra e particolarmente del Museo, da lui creato, spiegò impareggiabile attività e spese anche del suo. Le sue collezioni mineralogiche, fra cui primeggiano quelle della Toscana e dell'isola d'Elba, la magnifica raccolta delle ambre di Catania, le collezioni degli zolfi e delle meteoriti, nonché la raccolta dei minerali dell'Appennino bolognese, prodotta delle molte escursioni da lui compiute, resteranno ad attestare perennemente la originalità e genialità sua come museologo.

Nel 1875 pubblicò un trattato di Mineralogia generale, colmante in quell'epoca una lacuna da tutti sentita e che gli procurò grande fama in Italia e fuori, come ne fanno fede i giudizi di Giuseppe Meneghini, di G. Dunbrée, di Quintino Sella. Né a questo si fermò la sua attività scientifica, poiché lasciò numerose pubblicazioni concernenti ricerche speciali, spesso compiute con rara originalità di vedute, oltre a conferenze, critiche, polemiche, segnatamente a proposito degli spari contro la grandine e del rimboschimento. L'insegnamento che dalla Scuola Elementare sale gradatamente all'Ateneo, assorbì gran parte dell'attività del Bombicci, poiché egli si occupò con ardore di questioni didattiche e pedagogiche, propugnando il lavoro manuale nelle scuole, ideando ed eseguendo il Museo didattico circolante ed altre utili istituzioni scolastiche. Conferenziere brillante, oratore simpatico e fecondo, fu ottimo propagandista e volgarizzatore della sua scienza, cui riuscì a togliere quella specie di aridità, che agli occhi del pubblico profano suole avere. A tanto egli era giunto, da strappare al Comune ed alla Provincia la costruzione di un nuovo istituto di Mineralogia, prima ancora che la Convenzione promossa dal Ministro Codronchi avesse dotato l'Ateneo bolognese di parecchi e grandiosi istituti scientifici. Il bene generale dell'Università impedì che il Bombicci potesse vedere compiuto quel nuovo Museo, che era stato, come egli diceva, il sogno della sua vita.

Sedette per molti anni nei consigli del Comune e della Provincia, e fu anche Deputato provinciale dal 1886 al 1890. Presidente della sezione bolognese del Club Alpino, nel 1883, promosse e diresse la compilazione dell'opera intitolata: “L'Appennino bolognese”, alla quale collaborarono molte fra le più dotte e competenti persone del Bolognese. Fu in molte altre Amministrazioni cittadine, ed a tutte portò efficacissimo contributo col suo sapere e colla sua impareggiabile attività. Egli si occupava di tutto e da solo faceva tutto: nelle Commissioni, nelle Amministrazioni, nelle Associazioni, ogni fatica piombava sul suo capo, ed egli, fortissimo di fibra, fu fiaccato innanzi tempo dall' eccesso di lavoro e dall'egoismo di tutti coloro che nella vita pubblica ambiscono l'onore ma non l'onere delle cariche. Il ricordo di Luigi Bombicci, maestro ed amico, non si cancellerà mai dall' animo dei suoi discepoli, che lo amarono, ricambiati, d'intenso affetto". (Alessandro Ghigi)

Nel 1871 è costituita la Lega per l'istruzione del popolo, una sorta di università popolare. E’ il frutto degli sforzi fatti, fin dalla sua costituzione, dalla Società Operaia e da Quirico Filopanti. Presieduta nel primo biennio da Giosue Carducci, sarà diretta per quasi vent'anni da Raffaele Belluzzi e nel corso di conferenze e letture serali domenicali, si alternano anche Aristide Ravà, Enrico Panzacchi e Luigi Bombicci. Nella seduta del 30 marzo 1884 la Società degli Insegnanti chiede a Bombicci di allestire un museo per l'insegnamento oggettivo. Egli realizza un originale museo didattico e “circolante” per le scuole, attraverso un sistema di trasporti e prestiti simile a quello delle biblioteche circolanti. E' organizzato in tre armadi, corrispondenti ai tre regni della natura, ognuno con due serie di quindici cassetti. E' pensato per un insegnamento di stampo positivistico, basato sull'osservazione degli oggetti naturali, organizzati in un sistema catalogato. Per qualche tempo il museo sarà alloggiato in casa di Bombicci, poi sarà ospitato dalla Società degli Insegnanti, nella sua sede in via Sant'Isaia. Sarà infine donato dal professore alla scuola infantile dell'Arcoveggio. Nel 1886 viene avviato a Bologna un ricreatorio laico, con l'obiettivo di "sottrarre nei giorni festivi i giovinetti ai pericoli dell'ozio e dé cattivi esempi". Tra i membri del Direttivo vi sono Alberto Dallolio, Bombicci e il maestro Gustavo Guazzaloca. Il ricreatorio accoglie bambini tra i sette e i dieci anni e conta su personale volontario della Società degli Insegnanti. Riceve sussidi anche dalla Loggia massonica "VIII Agosto". Tra le attività svolte vi sono la ginnastica, la scherma, il tiro a segno, il canto corale e il teatro. Si tratta di una delle iniziative laiche sorte in contrapposizione agli oratori parrocchiali e salesiani. Nel 1888 il Bombicci chiederà e otterrà l'uso del salone del Palazzo dei Notai, in pieno centro. L'istituto cesserà l'attività nel 1903, in coincidenza con l'uscita di Bombicci dal Consiglio comunale e delle dimissioni di Dallolio dalla carica di sindaco.

In collaborazione con l'Archivio Storico dell'Univesità degli Studi di Bologna e Biblioteca Sala Borsa - Cronologia di Bologna.