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Leonardo Bistolfi

1859 - 1933

Scheda

Figlio di Giovanni e Angela Amisana, nasce a Casal Monferrato il 15 marzo 1859. Nel 1875, grazie ad una modesta borsa di studio, Bistolfi si recò a Milano per compiervi gli studi artistici, iscrivendosi all’Accademia di Brera dove frequentò il corso di scultura di Giosuè Argenti. Durante la sua permanenza a Milano venne a contatto con lo scultore Giuseppe Grandi, che ammirava per la sua maniera pittorica di fare scultura, e con il gruppo dei pittori della scapigliatura; fu dalla scultura del Grandi e dalla pittura degli scapigliati – in particolare di Tranquillo Cremona – che derivarono le sue prime sculture, col loro aspetto sentimentale e pittorico e l’intenso lirismo. Nel 1880 andò a Torino, dove si iscrisse all’Accademia Albertina nel corso di Odoardo Tabacchi e, dopo un breve periodo, aprì uno studio, iniziando la sua attività che lo porterà ad essere considerato uno dei più grandi scultori del momento, e ad essere conosciuto come “il poeta della Morte”, in relazione alla sua vasta produzione funeraria. Lunghissimo l'elenco delle opere significative da lui realizzate nei cimiteri, tra le tante segnaliamo la Sfinge per la famiglia Pansa a Vercelli, le decorazioni realizzate per l'amico Arturo Toscanini nella cappella commissionata nel Cimitero Monumentale di Milano, il Monumento a Tito Orsini a Genova. Il suo ingegno fu spesso richiesto anche all'estero: tra le sue opere più note vi sono le decorazioni del Teatro dell'Opera di Città del Messico (1911) ed il Monumento ad Angelo Giorello per il cimitero di Montevideo (1913). Più volte fu chiamato ad esporre alla Biennale di Venezia, ed in particolare nel 1905 fu presente con venti opere che destarono l'ammirazione di Gabriele D'Annunzio.

Ma Bistolfi fu autore anche di monumenti celebrativi, targhe, busti e statue di personaggi illustri quali il Monumento a Giuseppe Garibaldi di San Remo (1908), il gruppo del Sacrificio per il monumento a Vittorio Emanuele II di Roma, il Monumento a Carducci a Bologna (1908-1928), il Monumento a Cavour di Bergamo (1913), il Monumento ai Caduti della Grande Guerra di Casale Monferrato (1928). Tra le sue opere più sentite va di certo ricordato il Monumento a Giovanni Segantini, raffigurante La Bellezza liberata dalla materia o L'Alpe, realizzato tra 1899 e 1906. Grande assertore del decorativismo liberty, nel 1902 fondò il periodico L’arte decorativa moderna che sostenne vivacemente l’art nouveau. Dopo la guerra il suo successo andò calando; si stabilì nella sua villa a La Loggia (Torino) dove morì, a seguito di una lunga malattia, il 3 settembre 1933. Nella sua città natale è possibile visitare la Gipsoteca a lui intitolata, in cui sono conservati molti modelli delle sue opere, oltre a studi, bozzetti e dipinti.

Valentina Andreucci