Bibiena, dei

Bibiena, dei

Via dei Bibiena

Scheda

Da piazza Giuseppe Verdi a via Francesco Acri.
Prima documentazione dell'odonimo: 1877.


L'odonomastica storica di questa via è complessa ed ha risentito, come si vedrà, di errori fatti in passato da storici e funzionari pubblici.

Tra XVI e XVII secolo, questa via, unitamente a via Vinazzetti, faceva parte di un reticolo di vie e stradelli, che venivano raggruppati sotto i nomi di Pelacani Vecchi, Vinazzi, Vinazzi dei Pelacani.

Nella cartografia disegnata tra XVII e XVIII secolo, la nostra via dei Bibiena fu rappresentata divisa un due tratti: un primo tratto da piazza Giuseppe Verdi all’angolo con via S. Sigismondo era chiamato Col d’Ocha o Col d’Occa. Il rimanente tratto, da via S.Sigismondo fino a via Francesco Acri / via Vinazzetti era indicato con l’odonimo Vinazzi.
Il funzionario napoleonico che usò questa cartografia per definire i nomi da apporre sulle lapidette di macigno, nell’ambito della riforma toponomastica del 1801, non capì che si trattava di due odonimi separati e fece ufficializzare l’odonimo Vinazzi Col d’Oca, che rimase fino alla riforma toponomastica del 1873/78, quando l’intera via assunse il nome di via dei Bibiena.


L'odonimo Vinazzi, qui presente e ripetuto più volte e con più varianti (Vinazzetti, Vinazzoli, Vignacci, etc), è da riferire al latino Vignatium, Vignatia, che significa luogo coltivato a vigna, e non, come ipotizzato da antichi studiosi, luogo dove si buttavano gli avanzi, detti vinaccie, del mosto dopo la torchiatura.
Vinazzi, Vinazzetti, Vinazzoli erano odonimi che genericamente venivano usati per tutte le vie comprese tra via Giuseppe Petroni e via Belmeloro, ma è certo che con Col d’Oca si indicava il tratto di via che si affaccia, passando sotto ad un voltone, su piazza Giuseppe Verdi.

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Bibliografia
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